EBOLA, GRANDE BUSINESS DELLE MULTINAZIONALI FARMACEUTICHE

di Stefania Sarsini - 16/10/2014

Il 10 ottobre ,Ettore Livini, su La Repubblica, coglieva il senso del" dramma "ebola:
"Ora Big Pharma fiuta l'affare e studia i vaccini".
"Nonostante i miliari di investimenti , 120 miliardi, ogni anno da Big Pharma per creare nuove medicine , nessuna delle multinazionali farmaceutiche aveva messo a punto un vaccino contro l' ebola". Dichiara l'assistente alla direzione generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Marie Paule Kieney.
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La spiegazione di tutto ciò è chiara,un deja vu: l'ebola era una malattia dei paesi poveri e nessuno aveva interesse economico a studiare come combatterla.
E questo la dice lunga "sull'eticità "della ricerca dell'industria farmaceutica.
Oltre a sostenere una ricerca vecchia ed obsoleta sopratutto in Europa,dove si può parlare di un" Titanic Sanitario", la ricerca del'industria farmaceutiche europea è antietica ,poichè il modello della ricerca è ancora il modello animale ; si torturano, si violentano , si uccidono milioni di animali ogni anno,inutilmente ed illegalmente dal momento che l'Articolo 13 del Trattato di Lisbona li definisce esseri senzienti ; nonostante esistano tenologie avanzatissime , già usate in America , come riferirò più avanti, e come mostrerò al "Secondo Convegno Italiano Antispecista" che si terrà Firenze ,in Palazzo Vecchio il 13 Dicembre prossimo ,al quale fino da ora la invito.
 
Solo l" etica del profitto"delle multinazionali farmaceutiche può arrivare ad aberrazioni come quelle avvenute nell'accordo Roche /Novartis, condivise dall'AIFA, Associazione Italiana Farmaci, e dalla maggioranza dei ricercatori "iscritti nel libro paga delle multinazionali" (,come dichiara il Prof Umberto Veronesi,).
E' stato tolto dal mercato una medicina sicura e conveniente per curare la cecità, ma assolutamamete troppo poco redditizia economicamente per sostituirla con una carissima , assolutamente inarrivabile per i poveri, e dunque pagata dalla sanità pubblica, cioè con nostri soldi..
Le gravi denunce sia alla Roche che alla Novartis sono sotto gli occhi di tutti.

Per tornare dunque all'ebola, non è casuale che questa malattia la si stia portando fuori dall'Africa: una chiara strategia del profitto . Ed Infatti solo ora che il virus è sbarcato in Occidente , si vuole investire nella ricerca e fare affari.
Nel 2012 su 130miliardi di dollari spesi per fare ricerca , sono stati spesi solo 3,2 miliardi per fare ricerca sulle malattie dei poveri. E di questi solo 527 milioni arrivano dall'industria, mentre il resto lo paghiamo noi cittadini, cioè la sanità pubblica.
In tali stati di emergenza la pioggia di fondi pubblici, cioè soldi nostri, per sostenere le case farmaceutiche sono assicurati. Come si può negare finaziamenti in casi così limite !

Dunque il gioco è fatto, Non si è curato i poveri in Africa fino ad arrivare un'emergenza di epidemia , che poi si la si esporta nei paesi ricchi , dove CONVIENE fare investimenti, dove c è il business!
E vista la rapidità con cui la patologia si stà sviluppando in Occidente , l'incasso previsto con la vendita dei vaccini sarà di un miliardo l'anno,il doppio di quanto l'intera industria farmaceutica Big Pharma investe contro le malattie dei poveri.

"Il business dei vaccini è in mano a 4-5 colossi"-è la spiegazione che Adrien Hill,professore di Oxford e responsabile del team inglese incaricato da David Cameron di dare la risposta d'emergenza all'epidemia"
Ora conviene fare ricerca per una medicina che non va alle migliaia di poveri senza soldi dell'Africa, ma ai cittadini di tutto il mondo
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Wall Street ,ne è una prova e il titolo della Tekmira, titolare di uno dei farmaci più sicuri contro l'ebola ,ha guadagnato il 50% in più in poche sedute.

Per fare un passo indietro e dimostrare l'oscurantismo che attraversa la mente dei ricercatori italiani le riporto quanto ha dichiarato pochi giorni fa il Prof Ugo Cavallaro, ricercatore all'interno dei programmi di Medicina Molecolare dell'Istituto Europeo di ricerca oncologica, diretta da Il Prof Pier Paolo Di Fiore e pubblicato sull'anteprima on line del Journal Of Clinical Investigation:

"....Dopo cinque anni di ricerche sui topi di laboratorio,il team di Cavallaro ha scoperto che inattivando una specifica molecola del sistema nervoso, chiamato L1,il tumore arresta clamorosamente la sua crerscita......E' una nuova frontiera.....le prossime fasi della ricerca prevedano il passaggio dal modello animale ai cos' detti "avatar", cioè tumori umani fatti crescere all'interno dei topi"

Ci chiediamo se questa la si possa definire "una nuova frontiera" che non solo non tiene conto del comunicato importantissimo dell'Accademy of Science Usa ,uno delle più autorevoli fonti scientifiche a livello mondiale che dichiarava pochi mesi fa !il crollo del valore scientifico del topo come modello", ma di chi dall'altra parte dell'Oceano e precisamente a Boston fa ricerca neurologica contro le malattie neorodegenerative come l'Alzheimer.

Gli scienziati Rudolph Tanzi e Doo Yeo Kim ricercatori al General Hospital di Bostom nel Massachussets, hanno a disposizione un modello di cervello umano in vitro dove si verificano i due danni che sono ritenuti la causa della demenza,una strategia di ricerca che semplifica, accellera e rende molto più economica la ricerca sui farmaci.
Se per scoprire se un farmaco può curare la demenza, si impiegano in media 12 anni, di cui 10 per sperimentare sui malati, 8 anni per individuare sui topi la "famosa molecola", più promettente.
Da oggi con il cervello umano in vitro non è più così . A partire da staminali di embrioni umani è stato creato un microcervello malato di Alzheimer, moltiplicato in molti esemplari e si andrà a verificare l'azione di 1200 farmaci già in uso e di altri 5000 (che si stavano selezionando sui topi,per poi avviarli alla sperimentazione umana,) le risposte arriveranno in un mese.

Dunque un mese contro 10 anni.

Non solo ma le migliaia di animali ammalati di Alzheimer,per selezionare le molecole da usare per la sperimentazione sui malati hanno dimostrato che nessuna dei venti farmaci miracolosi nei topi,ha aumentato la sopravvivenza dei malati.

Ha dichiarato il prof Tanzi: D'0ra in avanti non si procederà più così a tentoni".

Credo che abbiamo tutti noi cittadini il dovere di chiederci come sia possibile che ancora oggi si usi il modello animale,e come si finanzi questo tipo di ricerca e quello che ancora più grave quali gli interessi , se non economici,di categoria , di lobbies, portano vivisettori incalliti a dichiarare che senza animali non si può fare ricerca, come sostiene una famosa ricercatrice, oggi anche eletta senatrice a vita .

Naturalmente noi antispecisti aggiungiamo che la ricerca con gli animali,esseri senzienti, non solo è inutile ma è illegittima.