Dal 2 Giugno

di Francesco Baicchi - 03/06/2018

Dopo il 1° giugno

Il primo giugno è nato il nuovo governo della Repubblica Italiana, che potrà contare su una maggioranza parlamentare sostanzialmente composta dalle due forze politiche più votate dagli Italiani lo scorso 4 marzo.

Una coalizione nata fra le polemiche, soprattutto perché i programmi elettorali di M5S e Lega su molte materie non erano certo coerenti e, nel caso della Lega, appaiono fortemente sbilanciati verso destra.

Sono state dunque necessarie mediazioni e, molto probabilmente, scambi. Ma, anche se non in forma così esplicita, era già accaduto in passato, ed è normale in un sistema rappresentativo proporzionale.

Per la prima volta, e probabilmente senza alcuna validità giuridica, l’accordo di governo ha preso la forma di un ‘contratto’ fra i due protagonisti, oggettivamente troppo dettagliato per essere credibile e con previsioni sulla cui coerenza costituzionale è lecito avere dubbi.

Scorrendo il ‘contratto’ e le dichiarazioni di alcuni dei protagonisti della trattativa è difficile negare che, insieme a tematiche da tempo sollecitate dalla sinistra (acqua pubblica, conflitto di interessi, lavoro, lotta alla corruzione, reddito di cittadinanza, ecc….), si trovano obiettivi con forti connotazioni di destra: in particolare flat-tax, e politiche della immigrazione. Aver assegnato inoltre il ‘ministero della famiglia’ a un esplicito sostenitore della ‘famiglia tradizionale’ (anche se il tema non è presente nel programma di governo) non lascia sereni sulle future politiche per i diritti civili.

Non possiamo dunque non essere preoccupati, ma è altrettanto innegabile che l’unica alternativa, un accordo M5S-PD, si è dimostrata impossibile (e, viste le politiche portate avanti dal PD renziano, non è detto sarebbe stata migliore) e il ritorno alle urne avrebbe probabilmente decretato un ulteriore spostamento verso destra dell’asse politico. Gli attacchi feroci al nuovo esecutivo (e in alcuni casi allo stesso Presidente Mattarella), spesso sconfinati nell’insulto personale, mi sembrano pertanto ingiustificati e, soprattutto, inutili.

Sorprende ad esempio la improvvisa riscoperta della Costituzione da parte di personaggi che da anni tentano con tutti i mezzi di stravolgerla e si sono guardati bene, quando erano al potere, dal rispettarla.

Per la vasta area del dissenso laico e di sinistra, che ha consentito le vittorie referendarie ma continua a non essere rappresentata in forma organizzata a livello nazionale, meglio sarebbe prepararsi a una opposizione non preconcetta, ma attenta e coerente, pronta a pretendere con gli strumenti della democrazia diretta (e, perché no, della piazza) il rispetto dei valori di equità, solidarietà e giustizia su cui la Costituzione è fondata.

E continuare a lavorare, facendo tesoro degli errori commessi, per la nascita di un soggetto politico completamente nuovo, in grado di proporsi come credibile alternativa sia alle tante facce ‘pulite’ del neo-liberismo finanziario, che alla resurrezione dei fantasmi violenti e autoritari del razzismo alla Orban.

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