Tra i primi firmatari nomi della cultura e dello spettacolo come Mondi Ovadia, Dario Fo, Stefano Rodotà, Elio e Mangoni, Nando Dalla Chiesa, Guido Cavalli, Franca Rame, Loris Mazzetti, Paolo Rossi, Basilio Rizzo, Guido Viale, Alberto Lucarelli, Vittorio Agnoletto, Luigi Ferraioli, Ugo Mattei, Bruno Bosco, Andrea Di Stefano, Elio Veltri, Luca Nivarra, Gaetano Azzariti, Roberto Biorcio, Emilio Molinari, Paolo Bisio, Daniele Silvestri, Paolo Jannacci, Ale e Franz, Mario Agostinelli, Maso Notarianni, Diego Parassole, Alberto Patrucco, Silvano Piccardi, Pietro Raitano, Luca Martinelli, Renato Sarti, Bebo Storti, Jole Garuti, Luca Koblas, Leonardo Manera, Nadia Volpi, Rita Pelusio, Henry Zaffa, Paolo Cacciari, Gianni Tamino.
“La proposta di creare una grande multiutility del Nord ci ripropone l'idea di vendere servizi essenziali per coprire buchi di bilancio e punta a superare i debiti delle aziende attraverso economie di scala. E’ un’operazione lobbistica e verticistica di istituzioni, manager e correnti di partiti, estranea alle città interessate, che espropria i consigli comunali dei loro poteri e allontana le decisioni dal controllo democratico. Oggi serve una gestione dell'acqua, dei rifiuti, del TPL, dell'energia prossima ai cittadini e alle Amministrazioni locali, per garantire la trasparenza e la partecipazione nella gestione dei servizi".
Con l'appello si contesta il progetto della grande multiutility sia nel metodo che nel merito. Nel metodo perché si tratta di un'operazione che non prevede dibattito pubblico che coinvolga le amministrazioni locali, le assemblee elettive, coloro che hanno promosso e vinto i referendum, le associazioni, i comitati, tutti coloro che vogliono preservare l’universalità dei diritti fondamentali, come l’acqua, e tutelare i diritti dei lavoratori. “Non si può accettare – si legge nell'appello – l'espropriazione delle condizioni minime per esercitare i diritti di cittadinanza, per garantire la riproducibilità della nostra vita associata in armonia con l'ambiente”. Nel merito perché “anni di privatizzazione lasciano aziende con miliardi di debito, aumento dei costi dei servizi per i cittadini, peggioramento delle condizioni dei lavoratori del settore, azzeramento degli investimenti in nuove reti, impianti e tecnologie, spreco di ingenti risorse naturali, finite e irriproducibili, e una drastica riduzione degli spazi di democrazia, di partecipazione e di trasparenza”.
“Chiediamo – conclude l'appello – a tutte le forze politiche, sociali e sindacali, in particolare quelle che hanno sostenuto i referendum, di prendere una posizione chiara opponendosi con decisione a questo progetto e portandolo alla discussione e al pubblico dibattito. Ci impegniamo a favorire tutti i possibili momenti informativi, di dibattito e di sensibilizzazione”.
Il Forum Italiano dei Movimenti per
l'Acqua
si mobiliterà a tutti i livelli per contrastare qualsiasi
operazione che vada
contro l'esito referendario di giugno e riproponga, come
accadrebbe
con questa enorme operazione finanziaria, la mercificazione di
un bene
comune essenziale e l’espropriazione della democrazia.