Con quale legge elettorale si voterà?

di Pancho Pardi - 12/09/2012
Con quale legge elettorale si voterà? Tutti si chiedono, ma non è facile rispondere

I lettori forse sapranno che opero in Senato nelle prima commissione (Affari Costituzionali) e anche nel comitato ristretto che si occupa della riforma elettorale. Sarà un’ammissione d’impotenza ma anche da questo osservatorio non posso dare risposte certe.

Prima di tutto per un motivo stringente: in comitato ristretto arrivano, se arrivano, le proposte esaminate dai “saggi” indicati dai partiti. Non tutti i partiti s’intende; i partiti che gestiscono la trattativa tra di loro, e solo tra di loro, per arrivare a un risultato utile solo per loro. PdL, PD e Udc.  E’ inutile qui fare il riassunto delle proposte che si sono succedute e cui la stampa ha dato la massima attenzione. Basti ricordare che c’è accordo sul sistema proporzionale con sbarramento (5%) e disaccordo (formale) su scelta delle candidature (preferenze o collegi uninominali) e premio di maggioranza (al partito o alla coalizione; entità del premio).

PdL e Udc vogliono preferenze e premio di maggioranza, ridotto, al partito. PD vuole collegi e premio di maggioranza alla coalizione. Ma nel caso dovesse andare al partito lo vuole grosso (15 %). Ciò indica una tendenza nel PD a considerare il premio di maggioranza al partito. Genericamente tutti parlano di sistema tedesco ma in Germania non ci sono né preferenze né premio di maggioranza. Detto tra noi l’accoppiata sbarramento e premio di maggioranza è barbarie.

Già il premio di maggioranza alla coalizione è una forzatura che riduce la rappresentanza politica di una parte e aumenta quella dell’altra. Ma il premio di maggioranza al partito significa sequestro forzoso dei seggi conquistati da tutte le forze politiche per regalarli a una sola. Di più: se il premio tocca a chi risulta il primo, poniamo col 30% (siamo generosi), neanche il 15% potrebbe garantirgli la governabilità.

Infine senza principio di coalizione la stessa scelta della candidatura preferita potrebbe tradursi in fregatura. Immaginiamo un elettore del PD che vuole come suo rappresentante un candidato che vuole l’alleanza PD-IdV-Sel (e magari più società civile) e se lo ritrova eletto in un’alleanza del PD con l’Udc: la scelta del candidato è vanificata dall’alleanza in cui si trova.

Per il momento posso dire questo ai lettori. Poiché l’accordo tra i tre partiti avrà l’obbiettivo di ridurre il peso elettorale degli altri, possiamo per ora ritenerci soddisfatti dell’assenza di un accordo. Ma attenzione: il peggio potrebbe sempre arrivare.

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