Il disegno di legge anticorruzione proposto da il Fatto Quotidiano
incassa il sostegno di Futuro e Libertà, Italia dei Valori e Partito
Democratico. Fabio Granata, Antonio Di Pietro e Luigi Zanda, infatti,
si sono impegnati a sostenerlo nella riunione dei capigruppo della
Camera per fare sì che possa così arrivare alla discussione e al voto
in aula.
“Questo disegno di legge dobbiamo firmarlo tutti
insieme: Pd, Idv, Fli e anche l’Udc. Casini vedremo di convincerlo.
Insieme possiamo portarlo alla riunione dei capigruppo e farlo mettere
all’ordine del giorno dei lavori della Camera”. Dalla festa de Il Fatto
in corso a Marina di Petrasanta, il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro sottoscrive in questa maniera il ddl presentato da Marco Travaglio nell’inserto speciale del Fatto quotidiano (LEGGI)“.
Sostegno pieno anche da Fabio Granata: “Io ci sto. Noi ci stiamo. Lo
voteremo e lo sosterremo”. Il deputato di Futuro e libertà per l’Italia
ha sottolineato che questo deve essere un primo passo, perché “noi
vogliamo andare avanti”. E ha aggiunto: “C’è una collusione con le
mafie che riguarda tutte le forze politiche e dobbiamo lavorare per
eliminare la corruzione”. Durante il dibattito Marco Travaglio ha
sottolineato come questo ddl sia “indispensabile anche da un punto di
vista economico”. E ha ricordato: “Con la sola inchiesta sui furbetti,
lo Stato ha portato a casa un miliardo di euro”. Presenti sul palco
anche Alessandro Greco, procuratore aggiunto di Milano e il sindaco di Pietrasanta Domenico Lombardi.
Il ddl anti corruzione, per arrivare in aula, deve passare dalla
riunione dei capigruppo e poi essere inserito nel calendario dei lavori
parlamentari. Per riuscirci deve essere approvato dalla maggioranza dei
capigruppo. Pd, Idv, Fli e Udc potrebbero “muoversi compatti su questo
punto” ha detto Di Pietro, pur sottolineando che di Casini “non mi fido
granché, quelli si astengono sempre”. Granata si spinge oltre. “Voglio
capire come farà la Lega a non sottoscrivere un ddl anticorruzione, ma
anche lo stesso Pdl dovrà spiegare perché non pensa doveroso
accompagnare un provvedimento che punta alla legalità”. L’iter prevede
che una volta votato dalla maggioranza dei capogruppo sia Gianfranco
Fini, in veste di presidente della conferenza dei capigruppo, a
calendarizzarlo. Così, ha detto Di Pietro, “Fini può azzerare tutte le
leggi e leggine ad personam che il premier è riuscito a crearsi anche
grazie al suo contributo”.
L’ex pm sottoscrive “nella sua
totalità” il testo del ddl illustrato da Travaglio. “Il Fatto ha
ripreso dei disegni di legge presentati negli anni da diversi partiti e
abbandonati. Partendo anche da un provvedimento che presentammo a
Cernobbio nel 1994 – ha ricordato il leader dell’Idv – e ideato dopo
tangentopoli. Avevamo ricostruito i giri di corruzione, i giri dei
fondi neri. Sapevamo come agivano e pensavano coloro che la davano e
coloro che la prendevano, la mazzetta. Fu scritta a più mani”. Oggi, ha
aggiunto Di Pietro, “bisogna stabilire un sistema che rompa il patto
tra corruttore e corrotto. Un sistema che preveda l’arresto immediato
per i condannati; che se non tu confessi ma poi si scopre che non hai
detto tutto la pena aumenta di due terzi e soprattutto che nel momento
in cui ci sono gli elementi per condannare una persona allora la
prescrizione non deve esistere più”.
Inoltre si deve
“introdurre anche il reato di corruzione tra privati. I soldi non
nascono con la frutta, i soldi da qualche parte arrivano e arrivano dal
falso in bilancio, quindi va cancellata la porcata fatta in questi
anni”. Obiettivo principe rimane “votare per sfiduciare Berlusconi”, ha
concluso Di Pietro. Marco Travaglio ha poi sintetizzato il ddl
illustrato nell’inserto di ieri del Fatto. “Le mani in tasca alle
cricche”, ha detto. “Loro le mani ce le stanno mettendo al collo,
almeno a quelli che pagano le tasse. Dato che lo Stato non funziona
gratis le mani le mettono nelle tasche di chi le tasse le paga. E’
ovvio che la lotta alla corruzione non può farla Berlusconi,
figuriamoci. Combattere la corruzione pensando che a farlo sia l’uomo
delle mafie è una contraddizione”, ha detto. L’Italia è “tenuta in
ostaggio per una sola persona, entrata in politica per risolvere i suoi
guai giudiziari e i suoi debiti. E le sue due promesse se l’è
mantenute, salvandosi dai processi e assicurando guadagni alle sue
aziende. E’ chiaro che la corruzione aumenta, che cresce l’evasione
fiscale, che si gonfino i patrimoni delle mafie che usano lo scudo
fiscale. Ha messo lo Stato nelle mani di personaggi improbabili, la
scuola alla Gelmini, a Bondi la cultura.
Perché a lui non
interessa”. Con una legge come “quella che proponiamo – ha aggiunto –
dove sarebbe la nostra classe politica?”. La risposta è arrivata dalla
platea che, in coro, ha gridato: “In galera”. E “mica solo Berlusconi”.
Perché, ha spiegato Travaglio, “lui è solo l’ombrello. Pensate agli
alti gradi delle forze dell’ordine, al mondo finanziario. Il comandante
dei Ros (generale Giampaolo Ganzer, ndr) è stato condannato a 14 anni
di reclusione per droga. E tutti gli hanno espresso la loro
solidarietà. Pensare che se un ragazzo vuole fare l’allievo dei
Carabinieri deve dimostrare di non avere fino al terzo grado di
parentela nessuno sotto inchiesta. O gli imprenditori. La prima fila di
Confindustria sembra l’ora d’aria di San Vittore”. Certo è che “la
lotta alla corruzione si potrà fare quando Berlusconi non sarà più
premier”, ha concluso. In questi anni, ha confermato Alessandro Greco,
“siamo andati in direzione opposta a quella della lotta alla
corruzione. Abbiamo persino preso in giro l’Ocse su una legge
anticorruzione internazionale”.
Serve dunque un’inversione di
tendenza netta. “E con questa proposta di legge potremo costringere
l’aula ad affrontare l’argomento in modo chiaro”, ha detto Di Pietro.
“Alla riunione dei capigruppo dobbiamo presentare un provvedimento
secco e vedremo poi chi vota e chi non vota”. Perché “finora – ha
concluso Travaglio – l’agenda politica è stata impegnata dal modo per
salvare le chiappe a Berlusconi. Noi vogliamo che ora si passi al modo
per salvare le nostre di chiappe”.