Evoluzione dei termini

di Rosario Amico Roxas - 31/07/2011
Era il tempo delle vittorie della nazionale di calcio; la maggioranza degli italiani aspettava le partite per urlare a squarciagola "Forza Italia", come un nuovo inno nazionale, come un auspicio di affermazione

L'incitazione "forza Italia" riuscì  a riunire l'Italia calcistica, che non ha divisione di classi, di censo, di cultura o di religione.

Quale migliore viatico di successo poteva  augurarsi un partito di nuova formazione che appropriarsi  di quell'incitamento rivolto alla nazionale di calcio e trasferirne gli effetti al partito-azienda di nuova formazione ?

Dopo quasi 18 anni nessuno più incita la nazionale, temendo di essere frainteso, anche se, nelle more quel partito ha cambiato nome ma non metodo: Popolo delle libertà, Partito dell'amore, Partito degli onesti, con una recondita speranza di riprendere (acquistandolo) lo stemma e il nome della Democrazia cristiana.

Un nome per coprire tutto: una  apparenza per neutralizzare l'assenza di sostanza.

Così è tutta la politica  a restare inquinata, senza rispettare neanche i ruoli tra maggioranza e opposizione.

Il PD, che tante attesa ha stimolato, si ritrova dentro una tempesta che dovrà gestire con trasparenza, chiarezza, anche a costo di usare il bisturi salvifico.

La stampa del regime, ovviamente, calca la mano sui fatti gravissimi che stanno emergendo, ma non lo fa per amore di chiarezza, ma per avallare il vecchio teorema: "tutti ladri, nessun ladro", in memoria di Craxi.

E' così miseramente finito il grido  "forza Italia", anche come incitamento calcistico, ci resta una pessimistica visione che si concretizza in un sommesso   "povera Italia".

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