Nel nostro sfortunato paese la realtà supera sempre l'immaginazione.
Le indagini accurate che la Procura di Milano coraggiosamente ha
portato avanti nell'adempimento della sua funzione costituzionale di
controllo di legalità, hanno squarciato il velo che copriva i sollazzi
dell'imperatore e la sua corte di nani e ballerine. Ma la porno
politica non sta nei rituali del bunga bunga bensì nell'assoggettamento
delle istituzioni ai desideri ed ai vizi privati dell'imperatore.
Le
ultime vicende confermano la degenerazione del ruolo del Presidente del
Consiglio che, tradendo l'obbligo costituzionale di esercitare le sue
funzioni con disciplina ed onore, si è trasformato in un satrapo, che
si pone al di sopra delle leggi, respinge ogni controllo di legalità,
insulta la giustizia, fa un uso privato delle istituzioni e corrompe le
funzioni pubbliche, trasformando ministri e parlamentari in soggetti
asserviti ai suoi interessi personali.
Da quando il velo è stato
squarciato molti sarti si sono messi al lavoro per ripristinare la
menzogna e cancellare ogni traccia di verità dalla comunicazione
pubblica e dal senso comune.
Si è aperta una vera e propria gara fra
i servi dell'Imperatore per restaurare l'aureola e creare nuovamente
un'area di invulnerabilità attorno al sovrano, violato ed offeso dal
controllo di legalità. E' difficile dare dei giudizi o fare delle
graduatorie di merito fra i servitori più attivi. La palma potrebbe
essere data ad una Sottosegretaria che si fa esplodere nelle
trasmissioni televisive, o ai direttore di quei giornali della famiglia
schierati a testuggine nella difesa dell'indecenza. Ma la palma per la
prontezza della reazione spetta senz'altro a quel deputato, l'on.
Vitali (Pdl) che il 28 ottobre, soltanto due giorni dopo l'esplosione
dell'affare “Ruby” ha battuto tutti sul tempo, presentando un disegno
di legge avente ad oggetto: "Riparazione di ingiusta intercettazione di
comunicazioni telefoniche e conversazioni." Addirittura l'on. Vitali è
riuscito ad interpretare e ad esaudire i desideri del Sovrano prima
ancora che questi li esprimesse. Se Berlusconi nel suo video messaggio
del 19 gennaio ha annunziato la sua intenzione di punire i magistrati
che lo indagano, Vitali ci aveva già pensato tre mesi prima ed ha messo
nero su bianco consegnando la sua proposta di legge alla Camera.
Secondo
questo virtuoso disegno di legge i pm e i gip non competenti
territorialmente e funzionalmente non potranno più autorizzare
intercettazioni, pena provvedimenti disciplinari stabiliti dal ministro
della Giustizia. In caso di assoluzione in un processo, l'imputato, ma
anche tutti i testimoni finiti nelle intercettazioni 'spiattellate' sui
giornali, avranno diritto a un risarcimento fino ad un massimo di 100
mila euro, che sarà sborsato di tasca propria dai pm dopo sentenza "di
responsabilità contabile" della Corte dei conti. Potrà infatti chiedere
l'applicazione della legge chi è stato assolto con sentenza
irrevocabile "perché il fatto non sussiste, per non aver commesso il
fatto o perché il fatto non costituisce reato da un'imputazione
formulata nell'ambito di un procedimento penale nel quale è stato
destinatario di intercettazioni di comunicazioni telefoniche o di
conversazioni". Chi verrà prosciolto da ogni accusa, insomma, "avrà
diritto a un'equa riparazione per l'intercettazione ingiustamente
subita".
Ma la vera "chicca" è la norma transitoria che rende la
legge retroattiva: avranno diritto al risarcimento anche coloro che
sono stati coinvolti in indagini risalenti a 5 anni prima della sua
entrata in vigore.
Insomma c'è un insieme di strumenti che
consente effettivamente di punire i magistrati che indagano su
Berlusconi e di scoraggiare ogni indagine passata futura e presente che
possa dar fastidio a qualche potente.
Non c'è dubbio che Berlusconi
apprezzerà molto la proposta di questo “suo” deputato e può darsi che
l'on. Vitali farà dei passi avanti nell'organigramma dei fedelissimi,
scavalcando molti altri postulanti.
Non c'è dubbio che se una
simile sconcezza venisse trasformata in legge, si realizzerebbe un
ulteriore oltraggio alle istituzioni repubblicane rafforzando la deriva
verso una satrapia personale.
In passato una pessima legge
elettorale (e tuttavia migliore della legge Calderoli) fu sconfitta
dallo sconcerto che aveva suscitato nell'opinione pubblica, essendo
passata alla storia come la legge-truffa. Se questa legge passasse alla
storia come la legge del Bunga?
Secondo questo virtuoso disegno di legge i pm e i gip non competenti territorialmente e funzionalmente non potranno più autorizzare intercettazioni, pena provvedimenti disciplinari stabiliti dal ministro della Giustizia.