Bianche, tricolore, ingiallite. Tenute in alto tutte, con le braccia
tese. Spuntano sul mare di teste come antenne le Costituzioni della
Repubblica Italiana, a Parma per la manifestazione nazionale. "Avete
portato il libro?" chiede proforma Filippo Vendemmiati, dal palco, alla
fine della marcia. E via con lo sventolio dei volumetti, l'unica arma
contro "la svendita dei valori sui quali si fonda l'Italia, come
dimostra il giro di escort di Berlusconi e la compravendita dei
parlamentari" dicono un po' tutti. "Dimostrate che non siamo solo una
Paese di sana e robusta... prostituzione" invita ancora Vendemmiati,
già regista del documentario 'E' stato morto un ragazzò su Federico
Aldovrandi. Applauso, risa ironiche.
Sono
le 17.15, il corteo si scoglie nel cortile farnesiano della Pilotta. Da
tutta Italia sono arrivati i manifestanti, che hanno aderito
all'appello del comitato Salviamo la Costituzione. Sono tremila, forse
quattromila, sia secondo gli organizzatori sia, per una volta, la
questura. Lecco, Genova, Cagliari si legge sugli striscioni. La
bandiere sono quelle del Popolo viola, che insieme a Liberacittadinanza
ha promosso la mobilitazione. E poi sventolano nella brezza di questo
assolato pomeriggio di febbraio le insegne della sinistra, tutte
insieme: Pd, Rifondazione comunista, Partito comunista dei lavoratori,
Sinistra e libertà, Comunisti italiani.
Un grappolo folto
bianco-azzurro-arcobaleno indica gli stendardi dell'Italia dei valori.
"Chi osa distruggere la Costituzione verrà fulminato da Dio in persona"
annuncia perentorio un cartello. Lo tiene ben in vista Mario Brandini,
proprio dell'Idv che sorride con un ghigno. Accanto ai dipietristi sta
lo spezzone delle Agende rosse, il movimento per la verità sulla morte
di Paolo Borsellino. "Siamo venuti da Torino e da altre città -
spiega Elena Saita, portavoce per il capoluogo piemontese - per dire
no al tentativo di sottoporre il potere giudiziario a quello del
Parlamento". In mano Elena tiene un diario rosso, dentro c'è "la storia
degli ultimi giorni di vita di Borsellino" dice. Sulla seconda pagina
la donna mostra emozionata l'autografo di Salvatore, fratello del
magistrato ammazzato a Palermo. Su uno striscione, poco distante, sta
scritta una frase del pm antimafia pronunciata due giorni prima
dell'autobomba in via D'Amelio: "I risultati del mio lavoro li vedrete
voi dopo la mia morte, perché si ribelleranno le coscienze degli uomini
di buona volontà" Palermo 17 luglio 1992.
A Parma gli "uomini di
buona volontà" ci sono. "Forse saremmo potuti essere di più ma va bene
così" sorride Salvo Centamore da Catania. "Mica ci pagano, qui c'è
gente che ha rinunciato ad impegni e alla famiglia per esserci, peccato
per la storia del patrocinio negato" alza le spalle l'uomo. Il
riferimento è alle polemiche fra gli organizzatori e l'amministrazione
comunale di centrodestra, che ha rifiutato di concedere il patronato
alla manifestazione: "Vergogna, chi prende le distanze da una
mobilitazione in difesa della Costituzione non è degno di governare una
città" commentano i manifestanti. Dello stesso tenore le considerazioni
sul 'bunga bungà di Berlusconi: "Se in Italia conta solo farsi di coca,
scopare e avere uno yacht da 600 metri allora io vengo in piazza a dire
no" si scalda ancora Elena delle Agende rosse. La pensano così tutti,
qui nel corteo parmigiano della costituzioni drizzate come antenne.
Caccia alla Costituzione baby
- Così la Cgil e così i movimenti di base di sinistra, ciascuno nel suo
spezzone. Così l'associazione Libera di don Ciotti, l'Udu e i
partigiani dell'Anpi. Sono proprio gli ex combattenti del '43-'45 ad
aprire il torpedone, che muove lentamente da piazzale Santa croce dalle
ore 15. In testa c'è "Flic", il partigiano della 47esima Garibaldi
Renato Lori. Un giornalista di Sky, in diretta come Rainews 24, gli
chiede: "Ha combattuto per avere questa Italia?". Lui secco: "No". Poi
via con Bella ciao e l'inno di Mameli mai così vicini, come mai forse
lo sono stati i tricolore che qui garriscono fieri insieme alle
bandiere di Rifondazione e ai cartelli dei centri sociali oggi in
versione istituzionale: "La costituzione non si tocca - scandiscono
in coro - e noi la difenderemo con la lotta". O con la caccia al
tesoro, come hanno fatto le mamme Paola e Sara insieme ad altri
genitori. "Sì - spiegano - abbiamo organizzato un gioco durante il
percorso, disseminando tracce da trovare". E il tesoro sono dieci
articoli della Costituzione in versione baby: "Abbiamo preso dei testi
per bimbi su internet - spiega Sara - e così ci siamo lanciate".
Paola, intanto, premia i piccoli vincitori con medaglie di cartone. In
volto i piccoli sono truccati col tricolore, come quando si va allo
stadio a vedere Buffon e compagni. Solo che stavolta non c'è da tifare
per i gol ma per la costituzione: "Strana cosa eh, nel Paese di
Berlusconi" commenta un papà.
La signora "Democrazia"
- Non la pensa così la signora "Democrazia", come dice di chiamarsi.
Avrà 70 anni, ha capelli rosso fuoco come il suo carattere. Al
passaggio del corteo, in via Garibaldi davanti al teatro Regio, la
signora "Democrazia" espone un cartello: "Silvio Berlusconi ti vogliamo
bene". Fuoco alle polveri: "Scema, scema". E poi altri cori, beffardi:
"Ruby, ruby" e - terribile - "Nuda, nuda" fino agli sberleffi:
"Occhio che Silvio non ti vuole, sei troppo maggiorenne". Risate
risate. Non si diverte però la Digos, che sale in casa di "Democrazia"
per identificarla: "Adesso chiamo la polizia" urla la donna agitata.
"Guardi che la polizia siamo noi". E lei. "Allora chiamo i
carabinieri".
La manifestazione è quasi al termine. Il cortile
della Pilotta si va riempiendo. In un angolo le mamme Paola e Sara
allestiscono il loro podio personale. Qualcuno nota l'iniziativa, i
bimbi e la caccia alla Costituzione vengono invitati sul palco dal
quale intanto parla Gabriella Manelli presidente dell'Anpi di Parma.
"Un ricordo speciale oggi va a Mirka Polizzi, grande partigiana da poco
scomparsa" dice. Poco distante Francois Pierreolivier, della tv
franco-tedesca 'Artè registra un servizio da mandare in onda a Parigi,
infila una parrucca viola e via con lo stand-up. "Stiamo realizzando
uno speciale sui colori dei movimenti di protesta in Europa, oggi tocca
a questo" dice indicando la finta capigliatura. Le costituzioni, alle
sue spalle, sono in effetti di tanti colori. Bianche, tricolori, anche
viola. Alcune sono nuove, altre ingiallite. Tutte stanno ritte, come
antenne sulle teste dei tremila "uomini di buona volontà" venuti fino a
Parma
Da tutta Italia per dire no "alla svendita dei valori sui quali si fonda il nostro Paese" e per difendere la Costituzione. Tensione e ironia quando una donna espone alla finestra uno striscione pro-Berlusconi. Partiti, associazioni e movimenti in strada per sventolare la Legge fondamentale