SILENTE E ASSENTE

di Massimo Ceciarini - Grosseto - 30/01/2009
Ricorderete come, dopo i fatti di Genova del 2001, di fronte alle voci sempre più numerose che lamentavano l'assenza di presa di posizione da parte della Presidenza della Repubblica, l'allora Capo di Stato A. Ciampi dichiarò di essere "silente, ma non assente".

Era poco, ma già qualcosa. Sicché quando leggo la risposta piccata e acidula con la quale il Quirinale sbotta sdegnato contro le frasi di Di Pietro, distorcendone la lettera e il senso, mi verrebbe da osservare che forse era meglio rimanere "silente e assente".
Come purtroppo ci ha abituato a considerarlo.
La "Piazza", e chi vi ricorre, non hanno mai avuto la simpatia del nostro Presidente, il quale definì, in un discorso a Bologna nel febbraio 2007, "fuorviante" pensare che essa fosse il sale della democrazia.
Parole audaci, per il garante di una Costituzione che, all'art. 17, proclama la libertà di riunione fra i cittadini come uno dei princìpi fondamentali.
Ci si affannò a chiosare queste parole, da parte dei soliti seguaci del manzoniano "troncare sopire, sopire troncare", attribuendo al Capo dello Stato la volontà di esaltare il ruolo centrale del Parlamento e delle Istituzioni.
Ma nessuna parola abbiamo udito levarsi dal Colle contro  il vergognoso svuotamento di ogni serio dibattito parlamentare cui stiamo da tempo assistendo impotenti e sdegnati, coi parlamentari ridotti a prendere atto di pacchetti legislativi preconfenzionati in altre sedi ed a ridurre la loro funzione, quasi sempre, allo schiacciamento di un pulsante.
Durante la celebrazione del 65° anniversario della liberazione di Roma, nulla replicò, sul momento, al Ministro la Russa che impudente reclamava l'assimilazione dei repubblichini ai partigiani.
Timidamente replicò dalla Finlandia, due giorni dopo, dietro alle montanti proteste, che non è così che si rispetta la Costituzione.
Vedremo se avrà il coraggio di firmare la proposta di legge che concede l'estensione dei benefici  dei combattenti nell'ultima guerra anche ai repubblichini, con tanto di medaglia onorifica.
Ed infine, saltando su molti altri fatti, fra i quali il ripugnante Lodo Alfano, firmato in 24 ore,  il silenzio, perché di ciò si è trattato, non solo sullo scontro tra Procure ma, ciò che è più grave, sulla sortita del Vice-Presidente CSM Mancino a favore della proposta  bipartisan di ridurre in minoranza la componente togata del CSM.
Di tale organo Napolitano è il Presidente ed almeno in tal veste avrebbe potuto ammonire che, in questo modo, si porranno i Magistrati sotto controllo politico, in tal modo calpestando due fra i massimi principi costituzionali, simbolo di uno Stato democratico, quali la indipendenza ed autonomia della Magistratura.
Che cosa si deve attendere ancora, perché il Presidente della Repubblica, facendosi largo in TV tra una partita di calcio ed un insulso reality, con un Discorso in diretta dica finalmente che non si può più andare avanti così?
Pertini lo avrebbe fatto. Scalfaro lo ha fatto e per molto meno.

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