Vomitevoli sono i siti pseudo-socialisti, dove nostalgici craxiani si
arrampicano sugli specchi per giustificare l’ingiustificabile, per
riabilitare Craxi e il craxismo, per tentare disperatamente di collocare a
Sinistra, o almeno in una delle sue nobili componenti, il grande ladro, il
grande truffatore, il grande corruttore, uno degli inventori del sistema di
corruttela italiano, il pregiudicato pluricondannato morto contumace e
latitante, con conti bancari personali miliardari sparsi in tutti i paradisi
fiscali mondiali, il vero responsabile della scomparsa del Socialismo in
Italia, colui che è riuscito a far morire gli Ideali Socialisti, quando in
questa impresa non erano riusciti nemmeno le persecuzioni monarchiche, il
fascismo, il nazismo, la guerra fredda, il maccartismo, Scelba e chi più ne ha
più ne metta.
A questi patetici figuri andrebbero ricordati i tempi in cui un posto di lavoro a Roma costava 30 milioni, i cittadini erano vessati dal CAF, dovevano pagare tangenti per avere prestazioni e servizi che era loro diritto avere: l’approvazione di un progetto, il rilascio di una concessione edilizia, di una autorizzazione ad aprire un negozio, un appalto, un concorso, una borsa di studio, un trasferimento di posto di lavoro. Tutto era gravato da una moderna “tassa sul macinato”: tangenti, ricatti, persecuzioni, corruzione, concussione, voto di scambio. Come possa essere inquadrato a Sinistra colui che ha messo su un mostruoso sistema di vessazione delle gente comune, di taglieggiamento, di coartazione dei diritti civili, è per me un vero mistero. Una forza autenticamente Socialista non si ricostituirà mai più, in Italia, se prima non farà i conti con questa sporchissima storia, non dirà chiaramente e definitivamente che il craxismo non ha niente a che vedere con il Socialismo, che Craxi e i craxiani hanno potuto impadronirsi del PSI solo perché la stragrande maggioranza di coloro che vi militavano non erano più veri Socialisti: stavano lì solo per convenienza, tanto è vero che quando gli è convenuto andarsene altrove, sono trasmigrati altrove, quasi tutti a destra, tutti contemporaneamente e più veloci della luce.
Particolarmente vomitevole è dove accanto a questi patetici tentativi di riabilitazione del criminale, campeggia la recensione di un libro su Tristano Codignola.
Il compagno Tristano Codignola era uomo di grande fede Socialista, di idee liberalsocialiste ma nel senso nobile del termine, proveniente dal Partito d’Azione, collaboratore nella sua ammirevole vita di gente come il filosofo Giovanni Gentile (fino a quando questi non accettò di esser strumentalizzato dal regime fascista), di Riccardo Lombardi (che lo definiva semplicemente “un genio”), di Romita, di Ignazio Silone, di Piero Calamandrei, di Giuseppe Saragat. E’ una figura storicamente simile, per saldezza di principi e rettitudine morale, a quella di Sandro Pertini.
Tristano Codignola era Responsabile del Dipartimento Cultura del PSI (in quota alla Sinistra Lombardiana), all’avvento di Craxi in Segreteria, e fu una delle prime vittime illustri di Craxi. Essendo persona integerrima, sorretto da saldissimi principi morali, ed essendo geniale nel suo agire politico, si era accorto presto dove avrebbe portato Craxi e il Craxismo, e si opponeva alla preparazione del sistema del malaffare e alla “mutazione genetica” del PSI, già denunciata da Francesco De Martino, con parole che alla fine degli anni 70 sembravano esagerate, ma che si sarebbero invece rivelate profetiche: “Craxi vuole trasformare il PSI in una socialdemocrazia di destra”.Codignola, che solo pochi anni dopo si accorse di quanto questo pericolo fosse reale, si oppose alle scelte di Craxi, specie quando vide il coinvolgimento del PSI nella P2 e nel caso del banchiere Calvi. Fu allora (1981) uno degli autori e firmatario di uno storico documento, chiamato “Appello ai Socialisti”, che denunciava e condannava tutto questo. Craxi lo espulse immediatamente dal Partito, insieme ad altri seri e importanti intellettuali del PSI, firmatari dello stesso appello, come Enriques Agnoletti, Antonio Gruppi, Franco Bassanini. Fuori dal Partito questi intellettuali si riorganizzarono in una formazione chiamata “Lega dei Socialisti”, ma l’iniziativa non ebbe seguito, perché pochi mesi dopo Codignola morì. Al suo posto, a capo del Dipartimento Cultura del PSI, Craxi nominò Claudio Martelli (sic!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!).