Emergenza ambientale e ruolo dei movimenti sociali

di Umberto Franchi - 05/07/2020
Servono forti movimenti conflittuali in Itala , in Europa e nel Mondo, di ampio respiro ... che obblighino le imprese a riconvertire i prodotti inquinanti e di guerra...
L’EMERGENZA AMBIENTALE DOPO LA PANDEMIA ED IL RUOLO DEI MOVIMENTI SOCIALI
  • Bisogna prender atto che il cambiamento climatico sta assumendo un andamento irreversibile. Ce lo dicono gli scienziati a partire dai   glaciologi.
    Ma chi come il sottoscritto da molti anni, per le vacanze si reca sulle dolomiti, può vedere direttamente come  i ghiacciai continuano ad arretrare e non torneranno più come prima... e così le calotte polari.
  • Tutto l’emisfero boreale si sta sciogliendo il permafrost, libera quantità sterminate di metano (un gas di serra 20 volte più potente della Co2). E altro metano viene sprigionato dal riscaldamento dei fondali artici;
  • La conseguenza non  sarà solo l’innalzamento del   livello del mare... ma cambieranno le correnti marine, a partire da quella del Golfo; ed anche  quelle dell’area , con  i monsoni, alterando completamente l’assetto climatico del pianeta. Mentre nelle aree tropicali e temperate,  avanzerà ovunque il deserto.
  • Gli eventi estremi si stanno moltiplicando. In Italia  siamo in presenza sempre più spesso di bombe d’acqua  che quasi sempre si a trasformano  in allagamenti, crolli tracimazioni ed altri disastri.
  • Il mondo in cui vivranno i nostri nipoti, ma forse già i nostri figli, se non anche alcuni di noi, non sarà più quello che conosciamo; sarà molto più ostico e renderà a tutti la vita molto più difficile, e a molti impossibile… e sarà pieno di guerre e conflitti per spartirsi le risorse residue.

Gli allarmi periodici lanciati dall’IPCC sembrano sempre  destinati a rimanere  inascoltati... ed è  anche altamente improbabile che questo processo si arresti con le  proteste dei ragazzi  lanciati da Greta Thunberg.

Gli obiettivi fissati al Cop 25 alla conferenza Mondiale sul Clima delle Nazioni Unite svolta nel dicembre 2019,  cosi come vertice precedente  di Parigi sul clima, sono insufficienti, ma nemmeno quelli vengono rispettati. Il tempo passa e tutti i cambiamenti in corso stanno subendo un’accelerazione imprevista.


Siamo in presenza di un negazionismo esplicito che risorge periodicamente nonostante l’evidenza dei fatti , che ha causato la tragedia del fuoco in Amazzonia voluta da Bolsonaro… c’è il nagazionismo di Trump, ma anche,  un negazionismo di fatto che consiste nel farne parlare il meno possibile … i problemi sono altri:  “il problema è la crescita”… e c’è un negazionismo opportunista che dice tutto e il contrario di tutto ma che vede nell’economia verde “Green economy, il business  da sfruttare per fare più profitti.

Ora,  tutti sanno che una catastrofe è alle porte, ma hanno anche capito che per fermarla bisognerebbe cambiare alle radici l’organizzazione economica e sociale, e non sono disposti a farlo.
Quindi in questo quadro, dopo la pandemia da Covid 19, cosa si sta muovendo ?
 In Europa abbiamo :
La Commissione europea che ha presentato il Green Deal europeo - una tabella di marcia per rendere sostenibile l'economia dell'UE, trasformando i problemi ambientali e climatici in opportunità in tutti gli ambiti e rendendo la transizione più giusta e inclusiva per tutti. Il Green Deal europeo prevede una tabella di marcia con azioni per stimolare l'uso efficiente delle risorse, grazie al passaggio a un'economia circolare e pulita, arrestare i cambiamenti climatici,
mettere fine alla perdita di biodiversità e ridurre l'inquinamento... ma è ben poca cosa...
 
In Francia  sembra ci sia un risveglio e dopo la vittoria delle forze ecologiste Macron promette di spendere 15 miliardi in due anni per la svolta ecologista  che per la verità ono ben poca cosa;
Il governo Italiano, già  nel definire la legge “crescita” ,ripresa successivamente dalle misure del dopo Covid, ha stabilito di fronteggiare l’emergenza climatica attraverso ecobonus ed altre misure fiscali a favore dell’energia pulita , riduzione delle emissioni, risparmio energetico, mobilità … ma è poca cosa.
Eppure già  nel mese di novembre 2019 11.258 scienziati di 153 Paesi, di cui 250 Italiani,  hanno lanciato l’allarme emergenza climatica, che incombe sul Pianeta, pubblicata anche dalla rivista “Bioscienze”, proponendo sei immediati azioni che i governanti dovrebbero prendere come base di riferimento e recepire . Esse sono :
  • Sostituzione dei combustibili fossili con fonti rinnovabili;
  • Riduzione rapida di emissioni di metano, di polveri sottili, idrofluoro carburi ed altri inquinanti per ridurre del 50% in 10 anni la tendenza al riscaldamento globale;
  • Ripristinare e proteggere gli ecosistemi come le foreste dell’Amazzonia, le praterie ,ecc...;
  • Cambiare stile di vita nel mangiare passando da una dieta basata sulle carni rosse a quella più bilanciata a base di vegetali... ciò al fine di ridurre le emissioni di metano e gas serra;
  • Convertire l’economia basata sul carbon-free e sulla crescita del PIL , sfruttando gli ecosistemi in modo da mantenere la sostenibilità delle risorse della biosfera;
  • Invertire la rotta della crescita della popolazione umana (200.000 al giorno) e garantire la giustizia sociale ed economica.
. Ma nonostante l’emergenza climatica e la crisi generata dalla pandemia di Covid, poco o niente si muove ed  esiste sempre il problema di fondo:  come è possibile  creare le condizioni di una sopravvivenza comune, senza  il saccheggio del pianeta e riconvertire l’economia in senso ecologico ambientale ?
Credo  che sia una pura illusione pensare che queste proposte possano essere portate avanti dall’alto” dai diversi governi senza una mobilitazione reale dal basso... senza riattivare la rinascita del movimento operaio e la sua capacità di contrattare e stabilire , a partire dalle grandi aziende, il “come si lavora e per cosa si lavora, per chi si lavora “... e senza riattivare nei territori    le risorse umane, culturali,   fisiche, economiche e sociali.
Penso che senza lo sviluppo di un grande movimento di lotta che sappia coniugare la battaglia per i  miglioramenti sociali, economici, i diritti,  assieme ad un progetto di conversione e cambiamento dell’economia, sia del tutto illusorio  pensare che il cambiamento partirà dall’alto con lo sviluppo del business basato sulla Green economy.
 Il cambiamento se ci sarà non potrà che essere  promosso  e sviluppato,  dal basso: ancora una volta dalla centralità della classe operaia, che dovrà combattere anche contro  la ricetta di Carlo Bonomi che vorrebbe  togliere “lacci e lacciuoli ed ogni regola agli appalti e sembra che ci stia riuscendo... ed inoltre che  tutti gli aiuti dei 172 possibili miliardi di euro Europei del Recovery Fund , vadano alle imprese, perché sostengono che  sono esse a creare lavoro e non lo Stato... Mentre  a lor signori interessa solo il profitto... e siamo noi (movimenti sociali, politici  e sindacali) che dobbiamo reclamare  un forte ruolo dello stato in economia con piani di conversione ecologica.
Servono forti movimenti conflittuali in Itala , in Europa e nel Mondo,   di ampio respiro  ... che obblighino le imprese a riconvertire i prodotti inquinanti e di guerra...   e obbligare    in modo prioritario, gli Stati   ad avere un ruolo fondamentale nell'indirizzo  e gestione dell’economia e le sue finalità.
Umberto Franchi

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