Ribellarsi all’estinzione con la disobbedienza civile

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 15/10/2019
È ora che siano i cittadini a occuparsi del futuro del pianeta, visto che i governi non lo fanno

Lunedì 7 ottobre è cominciata a Londra una serie di manifestazioni legate all’Associazione “Estinction rebellion “ (abbreviata XR), per il controllo sul degrado ambientale e sul clima, che dureranno fino al 20, in tutto il Regno Unito.

Qual è l’obiettivo di XR? Prima di tutto di far dichiarare ai governi lo stato di emergenza climatico e ambientale, di far loro, dunque, ammettere pubblicamente la gravità della situazione in cui versa il nostro pianeta. Questo primo passo è indispensabile per tutte le altre azioni successive e non consentirebbe poi a questi governi di fare passi indietro, o di proseguire in politiche anti ecologiche, o peggio inquinanti. Questo obiettivo deve essere raggiunto  attraverso la disobbedienza civile rigorosamente non violenta. Il modello insomma è quello di Gandhi o di Martin Luther King: la pressione sui governi non è fatta di atti violenti o vandalici, ma nasce dall’informazione capillare e dall’esempio, in modo che conquisti l’attenzione e il convincimento dei cittadini, che allarghi  la consapevolezza con progressione costante ed esponenziale e diventi protesta e impegno civile e politico. E’ così che il 2 maggio di quest’anno la Camera dei Comuni del UK ha approvato una mozione presentata dal Partito Laburista, che ha dichiarato lo stato di emergenza climatico e ambientale. I governi gallese e scozzese avevano già dichiarato l’esistenza di un’emergenza climatica, insieme a decine di città del Regno Unito, tra cui Manchester e Londra.

La mozione, approvata senza una votazione, non obbliga legalmente il governo ad agire. Tuttavia, ha dichiarato il leader laburista Jeremy Corbyn, si tratta di “un enorme passo in avanti. Può spingere i parlamenti e i governi di tutto il mondo a fare la stessa cosa”.

 Del resto gli attivisti di XR  sostengono che “Quando il Governo e la Legge non forniscono garanzia alcuna di una protezione adeguata e non sono in grado di assicurare il benessere del popolo ed il futuro della nazione, diventa un diritto dei cittadini pretendere e prendere parte alla riparazione affinché siano adottate le soluzioni necessarie per evitare la catastrofe.”

E hanno ragione, se si pensa che il ministro dell’Ambiente, Michael Gove, pur ammettendo l’esistenza di una emergenza climatica, non ha appoggiato la mozione laburista. Le solite logiche demenziali e suicide della cattiva politica. Nonostante tutto, se si considera che questo movimento è stato fondato nell’ottobre del 2018, possiamo ben dire che ha raggiunto alcuni importanti obiettivi considerevolmente in fretta.

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Le azioni di XR made in UK ricordano molto le fantasiose performance del periodo dei Girotondi nel nostro Paese. Infatti, per fare qualche esempio, il 15 aprile scorso XR ha cominciato a bloccare, con azioni di disobbedienza civile, i centri economici e politici di Londra con alcuni happening: il ponte di Waterloo è stato bloccato al traffico e trasformato in un ponte giardino con alberi e fiori. A Oxford Circus migliaia di manifestanti hanno portato un modello di barca a grandezza naturale con la scritta sul lato “Dite la verità”. A Piccadilly Circus la sezione giovanile del movimento ha tenuto un sit-in di protesta. In Parliament Square circa 2mila persone si sono riunite sotto un mare di bandiere, cartelli e striscioni: «Questo non è un movimento politico, questo è un movimento di umanità. Siamo di tutti i contesti sociali, di tutte le età e le razze, uniti da un unico desiderio, un sogno: dare un futuro buono, dignitoso e amorevole per le generazioni a venire», ha dichiarato nel suo intervento in piazza Jamie Kelsey Fry, redattore del New Internationalist.

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  “ In questi giorni, con i loro striscioni, graffiti, artisti di strada e il sostegno anche di attori famosi, come Emma Thompson, i manifestanti hanno marciato, ballato con la polizia, tenuto discorsi e spettacoli di strada, versato sangue finto di fronte a Downing Street, inscenato film catastrofici ambientali, bloccato il traffico, coniugando la serietà dei temi per cui si protesta con un'atmosfera da festival musicale, ha commentato Therese Raphael su Bloomberg.”

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 “In parte grazie alle pressioni di XR, decine di consigli e autorità locali nel Regno Unito hanno dichiarato l'esistenza di un'emergenza climatica negli ultimi mesi. Un numero crescente di politici - soprattutto dei banchi dell'opposizione - ha riconosciuto che questa è la più grande sfida che l'umanità è chiamata ad affrontare.”

Il movimento XR si è diffuso anche in altri paesi, compreso il nostro: Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Nuova Zelanda, Norvegia, Spagna, Paesi Bassi, Sud Africa, Svizzera e Stati Uniti.

Qui da noi in Italia, da lunedì scorso 7 ottobre fino a ieri, domenica 13, si è svolta la settimana di manifestazioni coordinate da XR Italia

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Anche in Italia, infatti, sta nascendo un gruppo di Extinction Rebellion, come scrive Chiara D'Andrea su Motherboard Vice. A Febbraio sono stati organizzati eventi di presentazione e assemblee del movimento italiano a Milano, Torino e Bologna in stretto contatto con il gruppo londinese. La strada da seguire è quella tracciata dagli attivisti inglesi, ha spiegato a Motherboard, Marco Bertaglia, ricercatore italiano che da diversi anni si occupa di sostenibilità, agroecologia, suolo e coordinatore di Extinction Rebellion Italy: «Credo che la protesta vada affrontata con la non-violenza e che non serva individuare dei nemici, ma problemi da risolvere e soluzioni da proporre. Con ciò non intendo dire che non ci siano potentati economici da contrastare, ma il principale target di XR sono i governi a cui si chiede di dichiarare l’emergenza ecologica e climatica, di cancellare le politiche contrarie, di portare a zero entro il 2025 le emissioni di CO2 e, infine, di stabilire delle assemblee cittadine».

Ma perché tutta questa agitazione, a che si riferiscono tutti questi movimenti: XR come il Green New Deal americano, o la crociata iniziata dalla giovane svedese Greta Thunberg? Cosa si teme davvero? Che succederà alla terra?

Scrive Beatrice Raso su “Global Strike for Future” che l’atmosfera terrestre è avvolta intorno alla terra come un sottile strato ed “È prevalentemente costituita da azoto e ossigeno, ma contiene anche altri gas serra, come l’anidride carbonica (CO₂), che intrappolano il calore del sole e mantengono un calore sufficiente a far prosperare la vita sul pianeta. Il tutto in un equilibrio perfetto.

Il problema è che anche l’anidride carbonica generata dalle attività umane rimane intrappolata nell’atmosfera, aumentando le temperature globali e alterando quell’equilibrio necessario a mantenere il clima migliore per la vita sulla Terra. Ecco perché oggi milioni di giovani sono scesi in piazza in tutto il mondo per chiedere ai leader mondiali un futuro e un pianeta migliore in cui poter vivere e un impegno serio e concreto per salvare la Terra dai cambiamenti climatici.

Il fisico irlandese John Tyndall nel 1864 dimostrò che la CO₂ e il metano nell’atmosfera bloccano la radiazione infrarossa e quindi contribuiscono al riscaldamento, noto come effetto serra. Satelliti e stazioni di monitoraggio indicano che le emissioni di carbonio stanno aumentando e così anche il riscaldamento globale. E tutto questo altera quella stabilità che esiste da secoli. Stiamo esaurendo il tempo a disposizione per poter agire in maniera efficace sulla questione. Alcuni scienziati hanno avvisato che abbiamo meno di 30 anni per controllare il nostro destino.

Il riscaldamento ha subito un’accelerazione negli ultimi decenni, così tanto che le temperature sono aumentate di oltre 1°C rispetto all’epoca pre-industriale. Tutto è cambiato dalla metà del XVIII secolo in poi, con la scoperta di nuovi fonti di combustibili (carbone, petrolio e gas) e del motore a combustione, che ha trasformato le economie e le società. Questo aumento potrebbe sembrare piccolo, ma se continuiamo nel modo in cui stiamo vivendo ora, affronteremo un aumento di almeno 3°C in questo secolo, il che renderebbe il mondo quasi inabitabile, per non parlare dello scioglimento delle calotte polari e dell’aumento dei mari che ne deriverebbe.”

Queste cose non accadono adesso, non sono maturate nel tempo a nostra insaputa: sono decenni che il mondo scientifico ha lanciato l’allarme, che in pochi hanno raccolto e fra questi ci sono certamente alcuni scrittori di fantascienza, come James G. Ballard, persone che avevano  la capacità di vedere nel futuro con tanta chiarezza e precisione da lasciarci – ora che si avverano le loro predizioni - assolutamente sbalorditi. Ballard ha scritto ( fra le tante sue opere, fra cui Crash e Il condominio, da cui sono stati tratti dei film) una tetralogia basata sugli elementi di aria, acqua, terra, fuoco: mi riferisco a Vento dal nulla, Deserto d’acqua, Terra bruciata e Foresta di cristallo, e li ha scritti nei primi anni ’60, quando non si parlava proprio del futuro della Terra, del suo degrado e della fine del genere umano. Quelli che personalmente mi colpirono di più per la loro forza evocativa, per il “cupio dissolvi” che le pervadeva e per la capacità divinatoria sono Deserto d’acqua e Terra bruciata.

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Nel primo siamo a Londra, ma una Londra irriconoscibile, che per l’innalzarsi del livello degli oceani e dei mari è divenuta una sorta di Venezia da incubo: la zona è una immensa palude zeppa di coccodrilli famelici e infestata da insetti enormi. Le strade sono diventati canali e i palazzi e i monumenti sono coperti d’acqua. Il protagonista abita negli ultimi piani dell’ Hotel Ritz, i cui primi piani sono immersi nella palude, circondata da una giungla impenetrabile, ma a parte lui il posto è praticamente disabitato. I pochi uomini rimasti sulla Terra vivono al Polo Nord, dove cercano di resistere e di salvare quella civiltà che ormai è destinata alla scomparsa. Ma non c’è rimedio, né redenzione: nessun happy ending nei libri di Ballard: l’Umanità paga il prezzo della sua stupidità, della sua avidità, del suo ottuso e miope egoismo. E’ destinata a scomparire, come in Terra bruciata, dove la situazione descritta è opposta a quella di Deserto d’acqua: sulla terra non c’è più acqua, perché non piove più da tempo: gli oceani non evaporano più e dunque non si formano nubi e non evaporano perché la plastica ha formato una pellicola sul pelo dell’acqua, che non si può rimuovere: è diventata un tutt’uno con l’acqua. L’orribile morte di sete distrugge tutto, finchè la Terra diventa come Marte: un pianeta morto.

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Insomma, in  tutti i casi, nei racconti dello scrittore inglese, l’Umanità deve scomparire: non ha saputo aver cura della straordinaria eredità che le è toccata in sorte e ora ne paga il fio.

Purtroppo non siamo al cinema a guardare un catastrofico: quello che vediamo succedere intorno a noi è reale: il 98% degli scienziati è d’accordo sul fatto che stiamo per raggiungere il limite, oltre il quale non è più possibile tornare indietro e rimediare ai danni già fatti. Ma c’è un 2% che nega l’evidenza, come nei film catastrofici c’è sempre un cattivo imbecille che rema contro e per tornaconto (?) personale sta per provocare  la distruzione del pianeta.

E’ del mese scorso la notizia di una lettera firmata da 500 scienziati che negano l’esistenza di una crisi climatica. Il primo firmatario è l’olandese Guus Berkhout, ex professore di geofisica dal 1976 al 2007, che ha iniziato la sua carriera nell’industria petrolifera, lavorando per la Shell negli anni ’60 ed è il co-fondatore di un’organizzazione che punta a smentire i presupposti dell’emergenza climatica, Climate Intelligence Foundation.

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Gli argomenti sono quelli classici di chi nega apertamente la relazione tra attività umane e surriscaldamento globale: ad esempio, si sostiene che il clima della Terra è cambiato più volte da quando esiste il nostro pianeta, con periodi più caldi e più freddi causati da fattori naturali.

Ma questa tesi è stata smontata da un recente studio dove si spiega che per la prima volta nella storia un periodo eccezionalmente caldo sta interessando tutta la superficie terrestre nello stesso momento, con temperature medie globali mai così alte da 2.000 anni, al contrario di quanto avveniva in passato, quando i picchi di caldo o freddo si verificavano in tempi differenti e in diverse zone geografiche. In altre parole: nelle altre epoche non c’è mai stato un surriscaldamento o raffreddamento “globale”.

Sembra che questi scienziati ignorino del tutto gli ultimi rapporti dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, l’organismo dell’Onu che studia l’evoluzione del clima), del programma ambientale delle Nazioni Unite, di università, istituzioni, centri meteorologici, tutti concordi nel sostenere che l’emergenza climatica esiste ed è in pieno svolgimento. Inoltre la lettera firmata da Berkhout e dai suoi colleghi non argomenta in nessun modo sotto il profilo scientifico l’affermazione secondo cui non c’è alcuna emergenza climatica. Insomma “è così perché te lo dico io”. Un atteggiamento poco scientifico davvero, quanto il terrapiattismo! Infatti la lettera non è corredata da rapporti statistici, da grafici, da studi che dovrebbero convincerci della bontà delle loro affermazioni, contro le migliaia di pagine finora scritte dalla comunità scientifica internazionale in tema di surriscaldamento globale. C’è da chiedersi perché questa lettera e quali interessi tuteli e copra, anche se è ovvio che il nuovo corso che utilizzerebbe le energie verdi rinnovabili, manderebbe in soffitta il petrolio, il gas e tutte le sostanze inquinanti che hanno reso così forti e potenti le lobbies del petrolio e delle armi. In un mondo nuovo, pulito, pacifico e sereno, capace di sfruttare le risorse del pianeta in modo rispettoso e attento, non ci sarebbe posto per questi poteri forti, che hanno inquinato e degradato la nostra vita e il nostro pianeta. Che si difendano è logico e anzi: dobbiamo aspettarci certamente anche di peggio.

Paolo Attivissimo, che da sempre sul web si occupa di sventare le bufale e le fake news,  pubblica una vignetta e un commento che voglio condividere, perché coglie perfettamente il nocciolo della questione:

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“ La vignetta di Pett mostra una conferenza sul clima. Sul podio c’è un relatore che illustra i punti della politica di gestione dei cambiamenti climatici che propone: indipendenza energetica, conservazione delle foreste pluviali, sostenibilità, posti di lavoro nelle attività “verdi”, città vivibili, fonti rinnovabili, acqua e aria pulite, bambini sani, eccetera.
Dal pubblico si alza uno scettico e domanda: “Che facciamo se è tutta una grande truffa e creiamo un mondo migliore per niente?”

Il dilemma è tutto qui: se i negazionisti dei cambiamenti climatici hanno torto ma si impongono, siamo fregati e ci siamo giocati l’unico pianeta che abbiamo. Se invece hanno torto i sostenitori dell’esistenza dei cambiamenti climatici, il peggio che ci può capitare è che abbiamo ripulito il mondo. Che scelta difficile.” Già. Proprio così: un dilemma spaventoso!

 

Facciamo che non diventi realtà la canzone di Guccini “Il vecchio e il bambino”

Un vecchio e un bambino si preser per mano 
e andarono insieme incontro alla sera; 
la polvere rossa si alzava lontano 
e il sole brillava di luce non vera...

L' immensa pianura sembrava arrivare 
fin dove l'occhio di un uomo poteva guardare 
e tutto d' intorno non c'era nessuno: 
solo il tetro contorno di torri di fumo...

I due camminavano, il giorno cadeva, 
il vecchio parlava e piano piangeva: 
con l' anima assente, con gli occhi bagnati, 
seguiva il ricordo di miti passati...

E il vecchio diceva, guardando lontano: 
"Immagina questo coperto di grano, 
immagina i frutti e immagina i fiori 
e pensa alle voci e pensa ai colori

e in questa pianura, fin dove si perde, 
crescevano gli alberi e tutto era verde, 
cadeva la pioggia, segnavano i soli 
il ritmo dell' uomo e delle stagioni..."

Il bimbo ristette, lo sguardo era triste,
e gli occhi guardavano cose mai viste 
e poi disse al vecchio con voce sognante: 
"Mi piaccion le fiabe, raccontane altre!"

 

Diamo fiducia ai giovani che si battono per salvare il mondo:

RIFIUTIAMOCI DI LASCIARE IN EREDITA’ ALLE GENERAZIONI FUTURE UN PIANETA MORENTE

 

Barbara Fois

 

Approfondimenti

https://extinctionrebellion.it/chi-siamo/

https://translate.google.com/translate?hl=it&sl=en&u=https://link.springer.com/article/10.1007/s00704-015-1597-5&prev=search

https://www.qualenergia.it/articoli/i-500-scienziati-e-la-bufala-dellemergenza-climatica-che-non-esiste/

https://attivissimo.blogspot.com/2018/08/il-dilemma-dei-cambiamenti-climatici.html

http://www.meteoweb.eu/2019/03/cambiamenti-climatici-futuro-terra/1237742/

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