NE' DRAGHI NE' BISCIONI

di Citto Letotta - Liberacittadinanza.it - 24/01/2022

Schivato il meteorite Berlusconi (ma chi ci credeva?) il Paese sembra tirare un sospiro di sollievo.Ma ne siamo sicuri? A parte qualche manifestazione di piazza e qualche petizione online, gli italiani, ormai sfiduciati, impauriti e rassegnati,erano (almeno in maggioranza) ormai pronti all'impatto ("dopo due anni di Covid, che sarà mai?") ma è proprio nel fatto che se ne parlasse, che tutto sommato ci si acconciasse (classe politica e cittadini) a una iattura del genere sta l'essenza dello scandalo, un vero sfregio alla nostra democrazia.Se il pericolo B. è scampato (ma con il tricolore ancora ros.so di vergogna) se ne profila un altro, per certi versi ancora più infido:in nome dell'unità,della pacificazione,dell'emergenza (tutte le scuse sono buone) possiamo tranquillamente beccarci Super Mario: basterà un cambio di poltrona e (anche qui: che sarà mai?) e il gioco è fatto.Esprimo la più netta contrarietà a quest'ipotesi, essenzialmente per due motivi. Il primo. L'ltalia è (ancora,vivaddio) una repubblica parlamentare,basata sull'equilibrio dei poteri. Prefigurare con sufficienza (ed incoscienza) uno scenario in cui il Presidente del Consiglio in un battito d'ali smette i panni del Premier per vestire quelli del Capo dello Stato,come hanno fatto, in maniera aumentata, politici come Giorgetti (" può guidare il convoglio anche da li") o supposti maitre à penser come l'ineffabile Paolo Mieli("è un semipresidenzialismo che di fatto c'è sempre stato") è, a mio avviso, semplicemente folle.

Augurarsi una svolta presidenzialista (e brigare perché essa si realizzi)in assenza di riforme adatte e contrappesi indispensabili (tanto per fare un esempio: negli USA il potere delle due Camere bilancia perfettamente gli enormi poteri del Presidente) è un atto di pura incoscienza politica. In un Paese,il nostro, dove il potere del Parlamento si è via via indebolito, e la recente riforma del taglio dei parlamentari già pericolosamente sbilancerà il rapporto tra Esecutivo e Legislativo. manca solo un Super Capo dello Stato/Premier,che,tra l'altro,nomina il suo sostituto, per creare una distorsione costituzionale (in senso oligarchico) in piena regola. Secondo motivo. Mario Draghi fu nominato da Sergio Mattarella per portare a termine essenzialmente due compiti:salvare il Paese dalla pandemia e organizzare la distribuzione delle risorse in arrivo dall'Europa. Ancora, checché lui proclami, è lungi dal portare a compimento sia l'uno che l'altro compito.Siamo in piena quarta ondata pandemica, con 3/400 morti al giorno;inoltre,del famigerato Pnrr il Governo ha a malapena presentato la prima relazione sullo stato di attuazione. Siamo in mezzo a una strada, in sostanza.P mai Draghi lasciare "il lavoro" a metà (siamo generosi) confidando nel carisma e nel polso di ferro di un suo indefinito sottoposto,come in una banca o in un'azienda qualsiasi? Senza contare che,con ogni probabilità, il nuovo governo imploderebbe in poche settimane, aprendole porte alle elezioni anticipate E' questo che Mattarella immaginava alla fine di quell'inutile psicodramma collettivo di un anno fa?. Non ho alcun pregiudizio contro Mario Draghi. Penso che in campo economico egli rappresenti un valore e un'eccellenza.

Al tempo stesso penso che politicamente sia piuttosto maldestro e sostanzialmente anaffettivo, mancando di quella comunanza e solidarietà con i cittadini che soprattutto un Capo dello Stato (ancor più del Premier) deve incarnare e dimostrare giornalmente.Ma queste sono considerazioni personali. I motivi che renderebbero per me inaccettabile la sua ascesa al Colle (almeno in questa tornata) sono la situazione economica, sociale e sanitaria tutt'altro che risolta e il pericolo,con la sostanziale svolta presidenzialista che si profilerebbe,di una nefasta distorsione costituzionale. Le continue riforme costituzionali,soprattutto se striscianti" e interessate, non ci sono mai piaciute. Che vengano eventualmente proposte e votate dal Parlamento,e poi sottoposte al giudizio confermativo (e inappellabile) dei cittadini.

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