Prese, cavi e cacciaviti

di Corrado Fois - Liberacittadinanza.it - 08/06/2021
Il gioco di prestigio è una cosa onesta perché è chiaro in anticipo che la realtà è diversa da quella che appare —  Gianrico Carofiglio

Esistono le prese di coscienza nella vita, ma spesso non funzionano. Ricordo il movimento femminista degli anni 70 che cercava con poca fortuna di trasformare  degli scarruffati para rivoluzionari in maschi adulti e consapevoli .A guardare oggi in noi stessi, generazione di chi è nato negli anni 50 ed ha confusamente attraversato il più ampio e radicale cambiamento di costume della storia recente, c’è di che avvilirsi. In quanto alle generazioni dei nostri figli, a cominciare dal quello di Grillo,... beh possiamo dire quanto i risultati siano sconfortanti. Non chiederemo mai abbastanza scusa alle donne per quello che siamo stati e siamo ancora.

Esistono le prese di corrente disseminate per casa in gran numero. In quei buchi tutte le ridenti famigliole italiane ( non tutte perche il 15% non ha i soldi neanche per curarsi..ma di loro chi se ne fotte? ) attaccano i telefonini, su cui scrivono e postano foto di vacanze e pietanze, arricchendo Enel Eni Zuckemberg Apple Google e pure Amazon..insomma i soliti della cricca, dai.. Lillo lallo pupo kikko...li chiamo ormai cosi questi allegri bricconi ..con quei nomi che puoi sentire  d ombrellone in ombrellone ..se passeggi tra gli attempati e panciuti progressisti di Capalbio.

Esistono poi  le prese per il culo.. nel capitalismo e nella politica ed arrivano a tutti noi. In questi giorni girano le bubbole che i caporioni di turno a Bruxelles raccontano ai Cittadini Europei ..peraltro  distratti e inconsapevoli . Abbiamo imposto il 15% di tassazione ..gridano tronfi. A chi? domando speranzoso .. a me Cittadino Qualunque che ne pago  il 50%?? Azz.. che rivoluzione!! Spiegano... macché il  15% lo pagheranno i tecnocrati !! Cioè  chi ? Ma dai scemo, la solita cricca.. lillo pupo kikko .. google facebook amazon. Penso con un minimo di sconforto   ..non sarebbe stato meglio tassare loro al 50 e lavoratori e pensionati al 15%?? .. Ma è una delle mie tipiche domande inutili.

 Thomas Picketty ha spiegato l’imbroglio ovviamente meglio e più seriamente in una recente intervista , non ne riporto la logica di fondo perché già sintetizzata in un articolo apparso sul sito, merita di essere letto.

Oltre le prese esistono i cavi..

Cavi della corrente..sempre più cara per le famiglie Italiane che ormai faticano a chiudere il mese. Dopo la pandemia sono ben oltre il 30% ..una su tre!!. Cavi delle funivie dove corre la malafede del più becero microcapitalismo, mescolato all'incuria od alla complicità  di chi doveva controllare .Come sul ponte Morandi..o nelle valli  ..sempre le stesse.. sempre alluvionate. Cavi scoperti che corrono sui muri delle fabbriche dove i lavoratori finiscono triturati .. cavi interrati che strisciano nei campi avvelenati dai camorristi o sotto i mari incatramati dai petrolieri.

Poi ci sono altri cavi più lunghi, quelli che vanno dritti dalle nostre vite fino in mano ai burattinai che li reggono . Cavi di sfruttamento guerra razzismo che uniscono  Detroit a Damasco passando per i campi di Palestina fino quelli di pallone..nella periferia italiana dove un giovane ragazzo di colore chiude i suoi giorni.

Ed è in questa lieta cornice di prese e cavi che vorrei inserire il discorso sul cacciavite.

Il tema del pezzullo me lo fornisce direttamente Enrico Letta il Sereno. Ha scritto un libro ..autorevole come tutta la sua persona dal titolo ..l’anima e il cacciavite.( ed. Solferino ) . Ardita accoppiata. La spiega lui ..l’anima senza cacciavite diventa esoterica, il cacciavite senz’anima diventa manutenzione. Uau.

Ora : basta guardarlo, il Nostro, per capire immediatamente  che ha passato la vita a lavorare in fabbrica e di cacciavite se ne intende.

Lo so è una facile ironia settaria. Chiedo scusa. Se ha avuto la fortuna di avere uno zio caro a Berlusconi .. perché  non doveva goderne? E poi il suo libro sui mali e sulle cose d' Italia ben s'appaia a quello sul caso Moro scritto da un altro pensatore del PD , il sig. Veltroni. Figlio di un eccellente giornalista, dunque non a caso da sempre addentro ad editorie varie. Articolo 1 ..l 'Italia è  una Repubblica fondata sui parenti.

Ma torniamo al cacciavite.

Non ho capito come Letta intenda usarlo, e fin qui poco male non è la prima volta che leggo e non capisco. Purtroppo ho la netta sensazione che non l’abbia chiaro manco lui. Per il mestiere che si è scelto una lacuna un po’ pericolosa.

Il suo libro è l’esplosione in 180 pagine della relazione tenuta mesi orsono alla segreteria del PD .. oppure questa è la sintesi di quello , fa niente, sono parti connesse in un unico disegno che ci da il senso chiaro di cosa troveremo a sinistra, diciamo così per comodità.. in opposizione o bilanciamento al fronte della destra, questa si definizione calzante.

Cito alcuni punti della relazione e del libro per capire il Letta pensiero. : Se diventiamo il partito del potere moriamo. Dobbiamo andare al governo vincendo le elezioni e dobbiamo farlo senza aver paura di andare all’opposizione. .. Quindi? Cos’è il nuovo sarchiapone PD, una forza di lotta e di governo? La guida lui ? Lasciamo stare che è meglio. Andiamo ad un altro giro di cacciavite simbolicamente rilevante per capire il Letta pensiero. : Il governo Draghi è il nostro governo. Ascoltando il suo discorso, è la Lega che deve spiegare perché lo appoggia, non noi. Ah, ecco! Ora è chiaro cosa intenda per governo ed opposizione. Quale sia il suo riferimento e quale la sostanza che lo appassiona.

Di certo è per colpa mia, ma stento a capire tanto entusiasmo ascoltando il suo discorso ( quello di Draghi .. ). Un qualsiasi moderato di sinistra.. chessò, Bernie Sanders certo non sospettabile di marxismo, avrebbe così tanto apprezzato? Dico la mia .. una cosa è accettare Draghi nel suo sforzo tecnico di agganciare l’Italia al recovery fund e salvare la baracca, altra è immaginare che ci sia – con lui - un collante politico accettabile e duraturo. Come si dicesse , apprezzo il salvagente a tal punto che deve diventare il nostro traghetto verso il futuro. A me da un pochino i brividi.

Andiamo avanti. Ecco una bella affermazione tratta dal libro.. I partiti progressisti hanno disprezzato il disagio e vissuto le disuguaglianze come il prezzo da pagare per la globalizzazione. E come dice Filippo Andreatta i nemici da sconfiggere fin dal Risorgimento sono le 4 P: povertà, privilegi, pregiudizi e paura. Annoto a margine che ovviamente occorre una strategia per combattere efficacemente le 4 P. E quale sarebbe?

Come sappiamo per generare una efficace strategia da applicare coerentemente è necessaria una visione guida, un indirizzo complessivo che potremmo definire ideologico. Quello che comunemente si definisce orientamento politico, che perimetra un’area di riferimento, che genera valori coibenti.. Vediamo dunque chi è Filippo Andreatta qui citato e quale scuola di pensiero incarna..

Filippo è un giovane brillante docente di politica internazionale nel dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Bologna. Conosco un suo libro, molto interessante, condiviso con altri autori ed intitolato Relazioni Internazionali ( ed il Mulino ). Un libro tecnico molto ben scritto e chiaro. Filippo è figlio del politico democristiano ed economista di grande spessore Beniamino Andreatta, sua la teoria del sistema misto, che incrocia modularmente approcci keynesiani con modelli più liberisti. Andreatta fu a suo tempo nume tutelare di Romano Prodi, che ne era un po’ la variante ridotta.. Lo volle all’Iri dove Prodi delineò le politiche industriali del Paese, quelle che ben conosciamo.

Per farla breve, il Letta pensiero ha come matrice culturale la visione di Andreatta e come riferimento politico la strategia di Prodi. E’ da questo combinato che partirebbe la strategia del Partito Democratico per battere le 4P.

Se la memoria non mi inganna Prodi ha governato due volte il Paese. Lo vediamo in carica dal 18 maggio 1996 al 21 ottobre 1998 con una coalizione evaporata da un’ardita manovra di D’Alema che ne prese il posto ( D’alema versus Prodi .. Renzi versus Letta .. le belle storie del PD) . Ritorna in carica dal 17 maggio 2006 al 7 maggio 2008.con un’altra coalizione ampia, che andava da Mastella a Bertinotti, evaporata anch’essa.

In tutti e due i casi – certo per mia distrazione - mi sono perso l’efficace battaglia contro le 4 P. In compenso ricordo che si perse la battaglia per sradicare per sempre la P2.

Commento l’idea di prendere Prodi come efficace esempio strategico citando Einstein .. il Genio diceva solo i folli proseguono con lo stesso metodo sperando in risultati diversi.

Aggiungo un’ultima annotazione tratta da l’anima ed il cacciavite e lascio poi ai Lettori il gusto di inerpicarsi nel complesso costrutto. Pare una riflessione a latere , ma secondo me è del tutto emblematica. Nel libro sintetizza una critica forte al populismo ondivago della Lega. Secondo lui in un colpo solo , scegliendo Draghi si .. dissolvono i due tratti identitari del Salvini di successo di questi anni: l’antieuropeismo e il trumpismo. Bene, vero. E del populismo dei 5Stelle che con Salvini hanno governato controfirmando leggi schiettamente autoritarie che dice? Poco. Nulla. Questione di convenienze. Molto, molto democristiano. Questa si che è continuità di prassi, altro che Lenin.

Provo a raccapezzare .. Letta ha come obiettivo risanare l’Italia che nel tomo descrive con dati e cifre Istat ..invecchia, ha troppi pensionati, pochi giovani, molte fughe dei cervelli, troppo debito, troppa burocrazia, poca partecipazione, scarsa presenza femminile, democrazia in crisi ed impoverimento della classe media. Foto condivisibile quanto evidente. Per conseguire questo obiettivo identifica come modello Prodi, come prassi politica la larga alleanza tipo Ulivo ( lo dice chiaramente ) come deus ex machina Draghi che redime persino la Lega ed è orgogliosamente citato come nostro.

Signore e Signori ecco redatta , nero su bianco, la nuova sinistra italiana. Chiuso il libro, con la testa poggiata sulla spalliera della poltrona ho immaginato i giovani del Pd in marcia compatta per le strade nebbiose di Milano mentre, sventolando vessilli celestini, scandiscono .. Viva Andreatta, Viva Prodi, Viva Ma-ri-o Draghi! Iconico.

Quanto succede evidentemente nel nuovo nel PD è successo, più sfumatamente, ad un’intera area politica, in quel lento inesorabile scivolare nel vago che ha seguito la scomparsa dei valori identitari, di classe, di militanza.. roba ormai da archiviare come lo sarà presto l’intera sinistra europea, o quello che di essa è rimasto..anche solo come simulacro.

In Germania un balbettante Partito Socialdemocratico si dimezza in Sassonia.. in UK il laburismo sfiata nel nulla mentre sembra ricomparire Tony Blair .. in Spagna la destra va avanti a vele spiegate. In Francia si rischia di ritrovare la Le Pen alle presidenziali.

Davanti al crescere della destra che mollato il populismo si ingaggia pienamente nel capitalismo finanziario , opponiamo pallidi revenant che hanno persino paura di farsi vedere collegabili al passato. Si vero, nel libro Letta cita Berlinguer. Risparmio il come, ondeggiante tra un’imbarazzata commemorazione ed un pò di retorica per mettere tranquilli i pochi epigoni rimasti. Tutto il resto sono bignamini presi dal centro studi della vecchia DC. Con questa roba dovremmo cambiare le prese e dipanare i cavi? Vabbè…

Sono temi molto seri e li ho posti certamente in modo rozzo in questo che non è uno scritto politicamente corretto ed emana un certo olezzo di sfogatoio.

Ne ho contezza, ma confesso un piccolo segreto tra  amici. Sarei un filino contrariato.

Mi abita una confusa voglia di ricominciare a dare pedate....perché ..per come stanno le cose … le parole contano zero e da quel che vedo in giro non mi è più chiaro se sia giusto avere ancora pazienza.. Vedremo, proverò a ragionarci su in modo laico..

Ma.. nel frattempo che elaboro, non so perché, mi sovviene una vecchia canzone. Risuonava nelle valli Piemontesi tra i partigiani  GL di Dante Bianco e Giorgio Bocca ed i garibaldini di Moscatelli. Si chiamava la badoglieide e l’ultimo verso scorreva così ..

.. Se Benito ci ha rotto le tasche / Tu, Badoglio, ci hai rotto i coglioni ….

Sorry ..

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