LO STRAPPO PRESIDENZIALISTA E LA RIPARTENZA DEI MOVIMENTI DI DIFESA DELLA COSTITUZIONE

di Cinzia Niccolai - 21/04/2013
Dobbiamo ricostruire al più presto una rete di forze e cittadini che, come nel 2006, blocchi la riforma costituzionale
Quello che è successo non è un golpe in senso tecnico ma lo è in senso politico. Si sta cambiando la forma dello stato di fatto passando a una Repubblica presidenziale senza i necessari contrappesi. Lo stesso Napolitano, rifiutando la proposta di rielezione che gli veniva fatta il 1° marzo scorso aveva dichiarato: “…sono convinto che i padri costituenti concepirono il ruolo del presidente della Repubblica sulla misura dei sette anni, infatti non è un caso che nessun presidente della Repubblica abbia fatto un secondo mandato”.
 
Rieleggere Napolitano dandogli mandato di fare da levatrice al governo del presidente, formato dai maggiori partiti dei due schieramenti opposti che si erano presentati alle elezioni (così come era successo col governo Monti), significa tradire la volontà popolare espressa con le elezioni.
Significa inoltre che il massacro della Costituzione, cui assisteremo nei prossimi mesi, potrebbe avvenire senza che i cittadini si possano esprimere nel referendum costituzionale (confermativo della riforma) se in parlamento trovano i 2/3 dei voti per approvarla.
 
L'elezione di qualsiasi altro presidente, il peggiore che ci fosse, non avrebbe avuto lo stesso significato, anche se magari avrebbe prodotto le stesse storture, proprio per il valore simbolico di questa elezione e per il mandato che è stato dato a Napolitano che, di fatto, modifica la forma dello Stato. Se PD e PdL + Monti intendevano governare insieme avremmo dovuto saperlo in campagna elettorale (anche se era chiaro che sarebbe andata a finire così...) perchè certamente i consensi elettorali non sarebbero stati gli stessi e di conseguenza i numeri in parlamento.
 
A questo punto, con un presidente della Repubblica interventista e non garante della Carta costituzionale (al suo esordio annunciò, molto poco opportunamente ed elegantemente,  che la Costituzione, come ogni bella signora sessantenne, aveva bisogno di interventi di lifting) e  un governo di larghe intese, composto forze che hanno in atto un regolamento di conti con la magistratura e sete di potere assoluto, sarà un massacro.
Ciò nonostante non subiremo inermi la furia distruttiva.
 
Dieci giorni fa è uscito l’appello della Carovana per la Costituzione SEMPRE, del Comitato per la Costituzione Firenze e di ALBA per un presidente che fosse davvero garante della Costituzione e giovedì scorso si è tenuto a Firenze un presidio con lo stesso intento. Stamani il presidio di protesta contro la deriva presidenzialista.
Ma serve fare di più.

Nel 2005-2006 la Carovana per la Costituzione fece il giro dell’Italia per la campagna referendaria e insieme alle altre associazioni di difesa della Costituzione, ai movimenti e ai liberi cittadini, nell’inerzia dei partiti, riuscì a mettere in moto quella reazione popolare che rigettò la pessima riforma costituzionale del centrodestra.
 
Ora, anche se lo scenario è mille volte peggiore di allora, dobbiamo ricostruire al più presto una rete di forze e cittadini che, come nel 2006, blocchi la riforma costituzionale partendo immediatamente dal richiedere che non approvino alcuna modifica costituzionale con i 2/3 dei voti impedendo ai cittadini di pronunciarsi.
 
Ripartiamo!
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