PENSIONI ANZIANITA', UNA RIFORMA CHE RISCHIA DI ESSERE A VANTAGGIO ZERO

di Claudio Gandolfi - clgand@libero.it - 06/12/2011
Alla fine anche Monti ha deciso la strada più "semplice", ovvero di far cassa mettendo le "mani in tasca" ai soliti noti.

Non riesco a considerare in modo diverso la decisione di portare le pensioni di anzianità a 42 anni di lavoro effettivo, considerandole di fatto tra i privilegi da eliminare; una decisione paradossale, iniqua, fastidiosa. Non parliamo di persone che hanno un trattamento di privilegio, parliamo di persone che hanno scelto in gioventù la legalità, che hanno fatto un investimento sociale sul loro futuro, nell'interesse di tutti (onesti e disonesti), lavorando in regola per "40 anni", spesso lontano dagli affetti e che ora chiedono semplicemente di godersi il meritato riposo prima che arrivi anche per loro la "dolce morte".


Chi si prende la responsabilità tra questi lungimiranti "tecnici" di andare in un qualsiasi cantiere edile della penisola a spiegare ad un operaio che ha già trascorso 40 anni in cantiere di duro e rischioso lavoro (quasi sempre da nomade con la valigia di cartone sempre pronta) che dovrà lavorare altri 2 anni in più regalando il suo tempo?


Senza pensare al potenziale aumento infortuni, perché in un settore già di per se rischioso, andare sulle impalcature a 60 compiuti è cosa diversa che andarci con un carico di anni e di fatica sulle spalle inferiore o trascorso per una o più legislature nelle "tranquille" aule del Parlamento. Corriamo fortemente il rischio che si trasformi in una riforma a "vantaggio zero" per le nostre tasche perché i risparmi di INPS saranno costi aggiuntivi per INAIL (più infortuni, più malattie professionali, più rendite).

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