MUSSOLINI ULTIMO ATTO

di Francesco Pinerolo - 09/03/2010
Col caos liste crolla il mito dell’efficientismo berlusconiano. Il “decreto interpretativo” salva-liste illegittimo e anticostituzionale completa la lunga serie di leggi ad personam del piccolo dittatore di Arcore.

Dopo aver avallato gli incostituzionali Lodo Alfano, legge intercettazioni, scudo fiscale, leggi razziali sull’immigrazione, Napolitano si è piegato a firmare un decreto che da cinquant’anni nessuno dei precedenti Presidenti della Repubblica aveva mai avallato pur essendosi presentati centinaia di casi analoghi.  Dietro Napolitano l’inciucio D’Alema-Berlusconi. 

SABATO 13 MARZO CHIAMATA ALLE ARMI DEMOCRATICA CONTRO IL RIGURGITO FASCISTA DEL GOVERNO

                          Beati gli affamati e assetati di giustizia perché saranno saziati

                                             

I FATTI  Il decreto salva-liste adottato dal governo per sanare inadempienze, errori e illeciti del centrodestra nella presentazione delle liste elettorali in Lombardia e Lazio è un atto eversivo e dittatoriale, una violazione della Carta costituzionale e della democrazia apportato dal Partito dei Ladri che governa l’Italia. Questo decreto è il più tipico atto del berlusconismo perchè contiene l’idea prepotente tipica del potere piduista e fascista che le regole non sono più regole se non vanno bene al nuovo Mussolini al governo. I pasticci in sede di presentazione delle liste hanno compromesso uno dei miti fondanti del berlusconismo: quello dell’efficienza: il ridicolo di cui si è coperta la macchina organizzativa del Pdl è forse peggiore degli scandali delle ultime settimane.

 

UN DECRETO INCOSTITUZIONALE: prima che la magistratura si esprimesse sul caso delle liste PdL escluse, il Governo ha lavorato ad un decretino “interpretativo” salva-liste che è un obbrobrio giuridico, l'ultimo sputo sulla Costituzione.

1) come ha stabilito il Tar del Lazio, il decreto salva-liste non può trovare applicazione perché le Regioni hanno proprie disposizioni in tema elettorale, esercitando le competenze nell’ambito della Costituzione e dunque la potestà statale non può trovare applicazione.

2) il decretino stabilisce che la presentazione delle liste può avvenire anche nel giorno non festivo successivo all’entrata in vigore del decreto. Questa NON è un’interpretazione ma una disposizione nuova e retroattiva in materia elettorale che introduce una proroga dei termini, e la legge nr. 400/1988 vieta espressamente i decreti in materia elettorale.

3) nel decretino si dice che "il rispetto dei termini orari di presentazione delle liste si considera assolto quando, entro gli stessi, i delegati, muniti della prescritta documentazione, abbiano fatto ingresso nei locali del Tribunale". Ma l’ingresso nei locali del tribunale è un fatto giuridicamente privo di significato. Entrare non vuol dire avere la documentazione.

4) il decreto dice: "La regolarità dell’autenticazione delle firme non è inficiata dalla presenza di una irregolarità meramente formale quale la mancanza o la non leggibilità del timbro dell’autorità autenticante, dell’indicazione del luogo di autenticazione, dell’indicazione della qualificazione dell’autorità autenticante, purché autorizzata". Ma non si tratta di formalità se può addirittura mancare il timbro o la certezza dell’autorità autenticante!Avere o no la certezza che la firma sulle schede sia di una determinata persona, un cittadino elettore in possesso dei diritti per farlo, non è una minuzia burocratica. 

5) al decreto: mancano i requisiti di necessità e urgenza, e soprattutto i caratteri di generalità e astrattezza, visto che la norma riguarda solo due regioni

NAPOLITANO SI È INGINOCCHIATO DAVANTI AL DUCE: ha ratificato la violazione dei principi costituzionali, della dottrina giuridica e del valore della separazione dei poteri. Da cinquant’anni a questa parte, nessuno dei precedenti Presidenti della Repubblica ha mai avallato una simile soluzione pur essendosi presentati centinaia di casi analoghi! Ad esempio la campagna elettorale del 1972 fu fata dal Pci con manifesti che invitavano a votare il candidato socialista, che era al governo, perché il candidato del Pci era stato escluso per una sola parola saltata nell’elenco dei collegamenti. Ma allora le leggi si rispettavano…. Se e' poi vero quanto riportato dai quotidiani, che ricostruiscono un ruolo da protagonista del Quirinale nella stesura del decreto legge, siamo di fronte ad un comportamento gravissimo da parte del Capo dello Stato che invece di fare l’arbitro avrebbe collaborato per cambiare le regole del gioco mentre la partita era aperta. Spesso, del resto, comunicati ufficiale della Presidenza della Repubblica hanno ammesso la "collaborazione tra gli uffici della Presidenza e dei ministeri competenti. Bisogna dunque valutare, come giustamente sostiene l'Italia dei Valori, se non ci siano gli estremi per promuovere l’impeachment nei suoi confronti per aver violato il suo ruolo e le sue funzioni.

Non è vero che “non firmare” non significa nulla: i gesti della prima carica dello Stato hanno una forte valenza per la democrazia e per l’immagine delle istituzioni, farebbero sapere che lui non c’entra, che ha provato a difendere la legalità e la Costituzione. Ma da tempo Napolitano avalla leggi illegittime, mostrando indecisione nella difesa della Costituzione di fronte agli attacchi eversivi del dittatorello di Arcore. Napolitano ha firmato in sole 24 ore l’INCOSTITUZIONALE ‘Lodo Alfano’, ha firmato con timide osservazioni la legge sulle intercettazioni, che molti giuristi, e 100 costituzionalisti, compresi quattro o cinque ex Presidenti della Corte Costituzionale, avevano detto INCOSTITUZIONALE in forma palese. Ha firmato in 24 ore un’amnistia fiscale che tutela con l’anonimato e l’impunibilità mafiosi ed evasori e presenta profili di INCOSTITUZIONALITÀ per violazione del principio di eguaglianza di cui all'art. 3 della Costituzione e violazione del criterio della “progressività “ e “capacità contributiva” quale fondamento di imposizione fiscale (art.53 Cost.). Ha firmato le norme RAZZIALI anti-immigrati, che introducono il reato di clandestinità, triplicano i tempi di reclusione nei lager per migranti (Cie), incitano alla delazione medici, infermieri e dirigenti scolastici contro i migranti irregolari, legalizzano le ronde fasciste, schedano i senzatetto.

A questo aggiungiamo che il Presidente della Repubblica come Capo supremo della Magistratura non è stato vicino a servitori dello Stato come l’ex magistrato De Magistris che, imbattendosi nel cancro della democrazia, nelle collusioni più terribili tra criminalità organizzata e poteri deviati è stato ostacolato nelle indagini e poi trasferito e punito solo perché ha fatto il suo dovere, come poi ha sancito l’autorità giudiziaria competente.

La  volontà, poi, più volte espressa da Napolitano, di modifica della seconda parte della Costituzione rischia di incidere drasticamente anche sulla stessa prima parte della Carta. Ad esempio eliminando l'indipendenza della magistratura (prevista nella seconda parte della Costituzione) non vi sarà più uguaglianza. Ergo si modifica l'art. 3 della Costituzione (quindi prima parte della Carta) che sancisce l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

 

PER TUTTI QUESTI MOTIVI SABATO 13 MARZO CHIAMATA ALLE ARMI DEMOCRATICA IN DIFESA DELLA LEGALITÀ, DELLA DEMOCRAZIA E DELLA COSTITUZIONE E CONTRO IL RIGURGITO FASCISTA CHE CARATTERIZZA IL GOVERNO.


 

9 marzo 2010

13 marzo 2010 mobilitiamoci

Redazione Liberacittadinanza