«Una grande riscossa contro la censura». Così prometteva Michele
Santoro alla vigilia dello speciale Annozero organizzato contro la
censura al Paladozza di Bologna. E gli accessi registrati ai tanti siti
che hanno dato la diretta streaming dell'evento - 120.000 utenti unici
contemporaneamente, boom di contatti soprattutto al nostro sito
Unita.it - gli hanno dato ragione. Lo show è partito con un video
storico con Benito Mussolini che incita la folla e, a seguire, un pezzo
di un video con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi che urla
ai simpatizzanti del Pdl: «Volete che torni al Governo questa
sinistra?». I seimila presenti al palazzetto dello sport cominciano a
inveire contro il premier. Prende poi la parola Santoro che, dal mezzo
del campo di palasport emiliano, si rivolge al presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano con una lunga lettera aperta: «Noi non
siamo al fascismo - dice il giornalista - ma certe assonanze sono
comunque preoccupanti... Noi siamo qui per il nostro lavoro di
giornalisti. Quarant'anni fa, proprio il 25 marzo, Danilo Dolci decise
di infrangere le regole e di fondare la prima radio libera».
«Non voglio tirarla per la giacca», ha detto Santoro rivolto al Capo
dello Stato. «Sono qui soltanto per ribadire che se i partiti non
abbandonano la Rai e le istituzioni di garanzia, il nostro paese
rimarrà sempre prigioniero del conflitto di interessi». «Noi - dice
concludendo la sua introduzione - non solo abbiamo il diritto di
parlare, ma anche il dovere di parlare e di farci sentire. Stasera
accendiamo le nostre luci perché ricominci "Anno Zero"». Santoro ha
ricordato l'Sos lanciato 40 anni fa con la sua radio libera siciliana
da Danilo Dolci, facendolo proprio: «lui decise di infrangere la legge
per fare la sua prima radio libera che trasmetteva dalla Sicilia e
lanciava un Sos per terremotati e disoccupati del Belice. La radio
libera di Dolci fu chiusa dalla polizia perchè aveva violato il
monopolio, quando lo fecero altri nessuno intervenne, ma Dolci non
aveva alle spalle nè un partito politico nè la P2». Santoro ha
ricordato poi il caso delle intercettazioni di Trani: «Vorrei
ricordarle signor presidente - ha aggiunto - che per una telefonata
Nixon dovette dimettersi: aveva ordinato di spiare i suoi avversari del
partito democratico e una commissione del Senato, quando scoprì che le
telefonate erano state registrate, disse di pubblicarle per sapere cosa
è successo. Qui si è compiuto un delitto di grande gravità:
interferenza politica sulla libertà di espressione».
L'Autorità garante delle comunicazioni è «un arbitro tutto lottizzato»,
creato «nel nostro paese». E «anche questa è una violenza operata nei
confronti della nostra Costituzione», ha aggiunto Santoro. Ed ha
ricordato che «questo arbitro lottizzato emise una sanzione nei
confronti della Rai quando ospitammo Beppe Grillo che le rivolgeva
delle critiche. Grillo in questo momento è un soggetto politico e quale
è il dovere di noi giornalisti? Pubblicare le critiche. Invece la
calunnia, il vilipendio non spettano all'Agcom, spettano ai tribunali».
Per Santoro «in quell'occasione si commise un'abnormità: una sanzione
da 90 milioni di euro alla Rai qualunque cosa noi facessimo». Il
conduttore ha detto anche «in questo paese non si deve parlare dei
processi che riguardano il nostro presidente del Consiglio. Che di
questi processi non si possa parlare è una ferita profonda del pensiero
e della Costituzione».
Tra gli ospiti, oltre alla squadra di
Annozero (da Travaglio a a Vauro), Giovanni Floris, Gad Lerner, Nicola
Piovani, il comico Antonio Cornacchione, che si lancia in una parodia
delle domande alla folla di Berlusconi alla folla di Piazza San
Giovanni: «Volete voi che Silvio sconfigga il cancro in 3 anni?».
«Quello che mi colpisce è la tristezza del quadro complessivo. Tutto
sta scendendo di livello perchè abbiamo un politico, al di là di chi è
e del ruolo, che passa il tempo in maniera così rabbiosa e viscerale,
che vede una cosa che non gli piace e e che va chiuso. L'idea che
quello che non ti convince debba essere chiuso è un'idea asfittica»,
dice Giovanni Floris, intervenendo al Paladozza, precisando tuttavia di
«non essere d'accordo sul parallelo tra Mussolini e Berlusconi»,
riferendosi alle immagini d'avvio della trasmissione.
Michele Santoro rievoca quindi l'editto bulgaro pronunciato a Sofia dal
premier otto anni fa, che lo colpi' insieme a Enzo Biagi e Daniele
Luttazzi. ''Noi siamo gli unici per i quali non scatta mai la
prescrizione'', dice. Sul maxischermo compare il volto di Biagi e il
pubblico del Paladozza si accende. Poi e' la volta di Luttazzi che -
accolto da una standing ovation - si lancia in uno spericolato
parallelo tra una donna sodomizzata e l'Italia ai tempi di Berlusconi.
A seguire, tutti gli interventi dei protagonisti, dal cantante Morgan
(fischiato, a dire il vero, dalla platea) ad Antonello Venditti, da
Milena Gabanelli a Norma Rangeri, fino a Marco Travaglio.
La
kermesse si conclude con un giuramento collettivo richiesto dal tribuno
Santoro a sfottò verso gli incitamenti berlusconiani: "Ora e sempre,
fuori dal vaso"! Girotondo sul palco, sipario. E la "madre di tutti gli
streaming", come è stata ribattezzata dalla redazione di Santoro, si
chiude con una certezza: è stato un grande successo mediatico.
VIDEO Da Bologna lo speciale "Raiperunanotte". Boom di contatti sul digitale e sul web, tanta gente nelle piazze.
Vignetta di Vauro