Care compagne e cari compagni,
ritengo sia doveroso, in queste ultime settimane di dicembre 2010, compiere con voi una valutazione in ordine alle novità che sono intervenute sulla scena della politica italiana, sulle prospettive e sulle alternative che in ordine ad essa stanno maturando. Sul ruolo che la Nostra Associazione, l' ANPI, è chiamata a svolgere in nome dei valori, dei principi e degli impegni che caratterizzano la nostra stessa ragion d'essere.
Il presente messaggio non è peraltro indirizzato soltanto ai militanti della Nostra Associazione e delle altre associazioni che intendono mantenere viva la memoria della Resistenza e di tutto ciò che essa ha rappresentato e tuttora rappresenta nella storia d'Italia. È diretto anche e soprattutto alle forze politiche cui spetta il compito di garantire quanto più possibile, in una fase di profonda crisi globale, il progresso e il benessere della nostra comunità nazionale. Inoltre questo messaggio deve essere valutato da parte di ogni componente della nostra comunità, a cominciare dalle generazioni più giovani; e ciò al fine di contribuire a quel risveglio delle coscienze oggi più che mai indispensabile.
Non credo sia necessario enumerare in dettaglio tutti i
comportamenti personali e quelli relativi alla gestione politica
instaurati dal premier e dai suoi sodali.
Tutte le insufficienze,
le deviazioni da un trasparente rispetto dei principi e delle regole
sanciti dalla nostra Costituzione, le arbitrarietà anche interpretative
che si collocano del tutto al di fuori della nostra Carta fondamentale
e le illusioni sull'oggettiva realtà dei problemi che travagliano il
nostro Paese. L'uso di aggressioni mediatiche nei confronti di chi non
si attiene o si ribella a quelle illusioni. Il tentativo di stravolgere
la Costituzione realizzato a livello parlamentare da una maggioranza
ottenuta dal premier con gli strumenti di un populismo mediatico e
fortunatamente bocciato da una larga maggioranza del popolo con il
referendum del giugno 2006. L'attacco martellante nei confronti delle
istituzioni di garanzia previste dalla Costituzione, a cominciare dalla
Magistratura, un attacco alcuna volta esteso al Presidente della
Repubblica che oggi può definirsi il più solido baluardo contro una
minacciata deriva autoritaria. La tolleranza da parte del premier di
attività contrarie alle leggi vigenti. L'ossessiva volontà di ricorrere
a leggi “ad personam” per fronteggiare i propri guai giudiziari, senza
curarsi (vedi la legge sul cosiddetto processo breve) degli effetti di
cancellazione di migliaia di processi in corso.
Ossessione
affiancata da una pretesa riforma della giustizia indirizzata ad
aggredire il requisito di autonomia e indipendenza della Magistratura e
a sottrarre ad essa strumenti indispensabili per l'accertamento di
reati, anche molto gravi, come quelli concernenti la criminalità
organizzata.
Il complesso delle attività sopra citate è stato tale da suscitare
il dissenso e la reazione di una parte stessa della destra, quella che
fa capo al Presidente della Camera Gianfranco
Fini il quale, nel
suo intervento programmatico di Perugia, ha chiaramente enunciato la
necessità di una destra che nel suo agire politico si muova in
conformità ai principi e alle regole disegnati dalla Costituzione.
Non
è un caso che la Legge Fondamentale sia stata elaborata tra la metà del
1946 e fine 1947 in modo da elaborare un testo condiviso e approvato a
larghissima maggioranza, fra tutte le forze politiche democratiche in
campo, dai comunisti ai democristiani, agli azionisti ai liberali.
Oggi ci troviamo di fronte ad un'emergenza che non vede tanto una contrapposizione tra destra e sinistra quanto un conflitto tra chi intende muoversi nel solco della Costituzione e chi invece da essa vuole divorziare, onde conseguire un potere assoluto che pur non presentandosi con gli stessi attributi esplicitamente dittatoriali del fascismo intende instaurare un nuovo potere autoritario. Questo è il vero e concreto obiettivo del berlusconismo. In sostanza, il populismo è lo strumento di chi oggi governa l'Italia, l'autoritarismo è il risultato cui vuole pervenire.
Martedì 14 dicembre il premier Berlusconi ha evitato la sfiducia per
soli tre voti, dopo un'indecente attività di mercato. Ed ora si
ripropone espressamente di operare, al fine di rafforzare la sua
maggioranza, in modo da continuare questa sua deprecabile attività. La
prospettiva è preoccupante, considerando la spregiudicatezza dei suoi
comportamenti.
Per sconfiggere questa deriva che consegnerebbe il
nostro Paese ad un ulteriore degrado dal quale sarebbe enormemente
difficile risollevarsi, l'unica risposta non può che essere un'alleanza
di tutte le forze d'opposizione che a questo disegno si oppongono in
modo concreto e operante, senza alcuna esclusione. È necessaria la
realizzazione di una sorta di CLN dettato dall'emergenza, capace di
ricreare le condizioni fondamentali affinché la normale dialettica
politica possa ricostituirsi su basi nuove nell'ambito delle forme e
dei limiti della nostra Carta Fondamentale. È un progetto verso il
quale occorre muoversi, con una piena disponibilità di quelle forze che
furono un tempo capaci dell'approvazione della nostra Legge
fondamentale.
Nel concludere questo mio messaggio ritengo necessario soffermarmi sul disagio profondo che pervade studenti e giovani privati di una prospettiva futura, disagio latente da tempo,che negli ultimi giorni ha portato ad una reazione fondamentalmente giusta. Noi tutti però dobbiamo evitare che la violenza venga ritenuta l'ultima risorsa di chi è disperato. Per questo ai giovani in particolare,desidero dire che la degenerazione della protesta in atti violenti porta come conseguenza il dare involontariamente ragione ai responsabili dell'attuale degrado. D’altro canto, le proposte di arresto preventivo – che riecheggiano leggi fasciste – e le altre iniziative volte a rafforzare la repressione dimostrano chiaramente l’intenzione dell’attuale governo di ridurre a questione di ordine pubblico il profondo anelito di giustizia e progresso che costituisce l’essenza delle proteste di studenti e precari. Per modificare le cose bisogna isolare le frange violente, di qualunque tipo esse siano e impegnare le migliori energie, a cominciare dalle nuove generazioni, nello sforzo comune per il cambiamento, forti del fatto che la coscienza del Paese è dalla parte delle legittime aspirazioni dei suoi giovani.
Con un fraterno augurio a tutti voi, per il prossimo Natale e per il nuovo anno, rendiamo sempre più operante il nostro impegno per il Bene della nostra Italia
Raimondo Ricci, presidente nazionale ANPI