Nasce oggi DISARMA LA FINANZIARIA, la nuova campagna nazionale promossa da Disarma per denunciare con forza la deriva di riarmo e austerità impressa dalla Legge di Bilancio.
E' una manovra che – al di là delle bufale che ci racconta la Presidente Meloni – sceglie di investire sempre più in armi e sempre meno in diritti, welfare, cura, scuola e cultura, sanità, lavoro, mentre precarietà e disuguaglianze aumentano nel Paese.
Il Governo va nella direzione opposta a ciò di cui la società ha bisogno: più pace, meno diseguaglianze, più futuro.
Non possiamo restare immobili. Per questo lanciamo una campagna di conoscenza e denuncia politica, che a partire dai prossimi giorni vivrà sui territori, grazie all'impegno delle realtà sociali, delle associazioni, delle cittadine e dei cittadini che sceglieranno di attivarsi con noi.
La campagna può già contare sul sostegno di numerose personalità del mondo della cultura, della ricerca, dell'attivismo, dell'informazione. Sono i nostri compagni e compagne di strada che da anni si battono contro le guerre. Voci diverse ma unite da un obiettivo comune: contrastare la militarizzazione dell'economia, respingere l'austerità, restituire la centralità alla pace e ai diritti sociali.
Serve l'impegno di tutte e tutti.
Vogliamo far vivere la campagna in ogni città. Già 30 territori si sono attivati e nei prossimi giorni vi aggiorneremo.
Se siete interessati a organizzare un'iniziativa nella vostra città, costruire momenti di confronto e dibattito, contattateci. Saremo felici di organizzarci insieme!
Per proporre iniziative territoriali scrivete a: ilcoraggiodellapacedisarma@gmail.com
Di seguito potete leggere il testo che accompagna la campagna nazionale, che vi inviamo anche in allegato (clicca qui)con il volantino (clicca qui), invitandovi a diffonderli.
Con determinazione e speranza.
Non abbiamo paura
Claudio Grassi
Linda Santilli
DISARMA LA FINANZIARIA

La Legge di Bilancio del governo Meloni è un manifesto di ingiustizia sociale.
Dietro la retorica della responsabilità e della crescita si nasconde una realtà evidente: più soldi per le armi, meno per le persone.
Mentre sanità, scuola e lavoro continuano a essere impoveriti, la spesa militare cresce senza sosta.
PIÙ SOLDI PER LE ARMI
La spesa per il riarmo supera i 32 miliardi di euro e aumenta di oltre il 20% rispetto alle ultime due leggi di bilancio.
Nel 2026 arriverà a 32,4 miliardi, con una crescita di oltre 1,1 miliardi rispetto al 2025.
In dieci anni la spesa militare è cresciuta di 12,5 miliardi (+63,8%).
Il Governo prevede inoltre di ricorrere al fondo europeo SAFE per 14,9 miliardi nel triennio 2026-2028, destinati al riarmo. La spesa, non inserita nel DdL Bilancio, rischia di tradursi in tagli al welfare per mantenere il deficit sotto il 3% del PIL.
Mai come oggi l’Italia investe così tanto in armamenti e così poco in diritti.
AUSTERITÀ E TAGLI
La manovra vale 18,5 miliardi ma genera un deficit inferiore agli 800 milioni: è una delle Manovre più “restrittive” della storia repubblicana, dove il contenimento dei conti pubblici viene prima delle esigenze sociali. Dietro le bugie della Presidente Meloni si nasconde un piano di austerità: 9 miliardi vengono da tagli diretti alla spesa pubblica.
NESSUNA TASSA PER LE BANCHE
Nessun contributo straordinario da banche e assicurazioni. Anzi: un’agevolazione che consente agli istituti di credito di pagare solo il 27,5% sugli extraprofitti, invece del 40%. Eppure solo nel 2024 i profitti bancari hanno superato i 50 miliardi di euro.
IMPRESE PREMIATE, LAVORATORI DIMENTICATI
Alle imprese vanno 8 miliardi in tre anni, mentre non è previsto alcun adeguamento dei salari all’inflazione. In compenso aumenteranno le imposte indirette – quelle che colpiscono tutti – per quasi 5 miliardi.
LA PRESSIONE FISCALE SALE
Nel 2025 la pressione fiscale è passata dal 41,4% al 42,6% del PIL, pari a 50 miliardi di euro in più. A pagare sono soprattutto lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati, penalizzati dall’effetto dell’inflazione.
IRPEF: UNO SCONTO PER I REDDITI PIÙ ALTI
La riduzione dell’aliquota Irpef dal 35 al 33% avvantaggia soprattutto chi guadagna tra 50.000 e 200.000 euro.
Per i redditi più bassi invece il beneficio è irrilevante, e i bonus “familiari” restano minimi e non progressivi.
L’ENNESIMA ROTTAMAZIONE
Arriva la quinta rottamazione delle cartelle: anche chi non ha pagato in passato potrà beneficiare di nuovi sconti. Il costo per lo Stato è stimato in 1 miliardo di euro, coperto da tagli sociali o da nuove tasse per i contribuenti regolari.
INVESTIMENTI PUBBLICI FERMI
La spesa per investimenti pubblici si ferma al 3,4% del PIL, proprio mentre si avvicina la fine dei fondi del PNRR. Una scelta miope che indebolisce la capacità del Paese di costruire futuro.
SANITÀ PUBBLICA AL MINIMO STORICO
La spesa sanitaria pubblica scende al 6,3% del PIL, contro il 7,5% del 2021. L’Italia è ormai sotto la soglia minima raccomandata dall’OMS. L’aumento previsto è inferiore al 3%, appena sopra l’inflazione: in pratica, un taglio reale.
PENSIONI SEMPRE PIÙ PRIVATE
La legge spinge i nuovi assunti verso fondi pensione privati, incentivandoli fiscalmente. Un passo ulteriore verso la privatizzazione del sistema previdenziale, a vantaggio dei grandi fondi finanziari.
IL CONFRONTO CON ALTRE SPESE PUBBLICHE
Settore Spesa su PIL Media OCSE Totale annuo
Sanità pubblica 6,3% 7,1% 185 miliardi €
Istruzione pubblica 4,1% 4,7% 79 miliardi €
Ricerca di base 0,5% 0,7% 7,6 miliardi €
Mentre sanità, scuola e ricerca arretrano, le spese militari avanzano.
DISARMA LA FINANZIARIA è una campagna informativa e di denuncia. La guerra è disastrosa non solo nei territori in cui si manifesta attraverso il fuoco delle bombe ma anche per le popolazioni europee che ne pagano le conseguenze economiche. L’ombra delle bombe ricade su di noi!
Intendiamo ribadire il nostro NO A GUERRE A RIARMO.
Chiediamo un cambio di rotta:
- meno armi, più sanità, scuola, cultura
- meno austerità, più diritti e lavoro
- meno profitti per pochi, più futuro per tutti e tutte
Restituiamo valore alla Pace e al futuro delle persone!
Campagna nazionale promossa da Disarma e sostenuta da:
Pino Arlacchi, Elena Basile, Piero Bevilacqua, Maria Luisa Boccia, Ginevra Bompiani, Alberto Bradanini, Alberto Burgio, Luigi de Magistris, Angelo d’Orsi, Monica di Sisto, Stefano Fassina, Francesca Fornario, Carlo Galli, Domenico Gallo, Alfonso Maurizio Iacono, Francesco Sylos Labini, Marina Lalatta Costerbosa, Raniero La Valle, Lea Melandri, Piergiorgio Odifreddi, Moni Ovadia, Giovanni Ricchiuti, Paolo Rossi, Vauro, Alessandro Volpi, Alex Zanotelli


