GOVERNO DRAGHI ED IL FISCO : CONTINUA LA VENDETTA DI CLASSE !

di Umberto Franchi - 16/04/2022
Oggi il sindacato è in letargo... e tutta la realtà sociale, civile, politica e culturale , ci fa pensare che viviamo in un Mondo d’Inferno ...
IN ITALIA ALLA DATA DEL DICEMBRE  2021 , VEDEVA LA RICCHEZZA  COSI REDISTRIBUITA:
  • 1% più ricco della popolazione detiene il 24% della ricchezza globale;
  • Il 10% della popolazione detiene il 55% della ricchezza globale;
  • Mentre lo strato più povero detiene solo lo 0,5% della ricchezza globale esistente in Italia .
 IN ITALIA  ci sono circa 1,5 milioni di Italiani che detengono un patrimonio Immobiliare e finanziario che varia da un minimo di un milione ad una massimo di 5 milioni di euro ; 50.000 persone che guadagnano più di 300.000 euro all’anno; 500.000 persone che guadagnano tra i 100.000 ed i 300.000 euro l’anno.
IN ITALIA il 57% degli italiani dichiara un reddito inferiore a 20.000 euro l’anno, ma contemporaneamente ci sono 1.000 miliardi di evasione fiscale e 7.000 miliardi di euro esportati nei paradisi fiscali esteri.   
Ora, in questa realtà,  dal governo dei “migliori”,  molti si aspettavano una inversione di tendenza rispetto alle inique politiche di tassazione liberiste,  con le conseguenti disuguaglianze del sistema fiscale,  che negli anni , a partire dalla metà degli anni 80, hanno  messo in discussione progressività Costituzionale a danno delle fasce più deboli , le quali  sono state sempre più penalizzate  dai vari governi di centrodestra e centrosinistra....
Nella riforma fiscale del lontano 1974 , in ottemperanza alla Costituzione , il sistema fiscale prevedeva la progressività delle ritenute  con ben   32 scaglioni... con  il 10% a partire da 2 milioni di lire fino ad un massimo del 72% per chi guadagnava più di 500 milioni di lire annui ...
Gli scaglioni delle diverse aliquote sono stati progressivamente ridotti da tutti i governi di centrodestra e di centrosinistra, fino ai soli 4 scaglioni della finanziaria del novembre  2021  fatta  dal governo Draghi.
Essi sono  così composti :
  • L’aliquota con il 23% di ritenute fiscali per la fascia fino a 15.000 euro l’anno, la quale resta invariata rispetto al sistema precedente , con i circa 30 milioni di ceti poveri (operai, precari, pensionati) che non hanno avuto un euro in più ;
  • L’aliquota di chi ha redditi tra i 15.000 ed i 28.000 euro l’anno, è passata dal 27% al 25% con un incremento medio sulle buste paga di circa 15 euro netti;
  • L’aliquota dello scaglione tra i 28.000 euro ed i 50.000 euro l’anno è stata ridotta dal 38% al 35% con riduzioni notevoli soprattutto per coloro che percepiscono tra i 40.000 ed i 50.000 euro l’anno con un risparmio di circa 700 euro ;
  • L’aliquota per le fasce superiori ai 50.000 euro l’anno che sarà del 43% anche per coloro che percepiscono più di 300.000 euro l’anno e che una volta pagavano il 72% allo Stato, con un forte risparmio di tasse.
Il sistema della tassazione governativa ha una impostazione ideologica classista fondata sul paradigma di pensare che il benessere della società è conseguente al benessere delle imprese e soprattutto dei ceti ricchi, vedendo un legame, (di fatto inesistente)  tra le imprese che fanno più profitti ed i ricchi che hanno molti soldi , con  l’effettuazione di investimenti per dare lavoro e benessere ai ceti medi/poveri... ma non esistendo nessun obbligo e collegamento reale tra le due cose, si finisce per spostare sempre più ricchezza dal basso verso l’alto .. dai poveri verso i ricchi e non viceversa.  
 CHE DIRE ?   gli 8 miliardi utilizzati nella riforma fiscale del novembre 2021,  sono andati  tutti ai ceti medio/alti e niente a quelli bassi. Non c’è  stata  una reale riduzione fiscale per i ceti bassi (lavoratori e pensionati) ma anzi è continuata  “la vendetta di classe” contro i ceti più poveri e subalterni. 
Oggi, 17 aprile 2022,  nuovamente il governo Draghi parla della necessità di una legge delega per la riforma del catasto, ma senza che essa comporti oneri e quindi solo la fotografia dell’esistente , perché il governo ha detto che non metterà “le mani nelle tasche degli italiani”.  Ma in  realtà l’80% delle tasse sono pagate dai lavoratori dipendenti e pensionati , mentre gli imprenditori, i liberi professionisti, gli autonomi evadono o eludano il fisco...  Personalmente mi è capitato di dover fare una visita specialistica a pagamento  e di sentirmi dire dal professore che mi ha visitato: “sono 200 euro con la ricevuta oppure 150 euro senza ricevuta ” ....
In merito al catasto, in  Italia non esistono solo i cittadini che hanno la loro casa o appartamento, come unico bene rifugio che è giusto salvaguardare... no, esistono anche grandi proprietà immobiliari , grandi patrimoni con un catasto bloccato a 90 anni fa : Sarebbe più che giusto mettere un contributo una patrimoniale sulle grandi ricchezze e destinare le risorse ai ceti subordinati magari con risorse da destinare alla sanità, ai  pronto soccorsi  e stabilendo un salario minimo di almeno 10 euro orari o all’incremento delle pensioni medio/basse.
Ora mentre in Italia  il valore reale dei salari e delle pensioni  sono diminuiti  di molto ,circa il 30% anche rispetto a quelli percepiti 30 anni fa, agli strati più ricchi della popolazione , non solo non viene imposta nessuna tassa sui grandi patrimoni (patrimoniale) ma  lor signori, vengono ulteriormente arricchiti a danno dei più poveri , spostando ulteriore ricchezza dai ceti poveri ai ceti ricchi,  con il continuo “infame “ aumento delle disuguaglianze.
Una domanda sorge spontanea: coloro che sono al governo , che  anziché vergognarsi , nel dicembre 2021 , si sono vantati  di avere fatto una riforma strutturale che durerà  nel tempo...  forse pensano che gli operai con i salari più bassi d’Europa, i precari che percepiscono paghe sotto i 5 euro l’ora, i pensionati che al 60% prendono meno di 1000 euro al mese , siano spariti ?
La contrapposizione di classe che  segna gli interventi del governo Draghi sul sociale a partire   dalla  riforma fiscale , non può che incrementare la rabbia e la volontà di rivolta esistente nei ceti subalterni...
Una rabbia che il sindacato Confederale e soprattutto la CGIL,  ancora non recepisce e non  indirizza  verso una lotta vera.
 Anche dopo  lo sciopero generale, del 16 dicembre 2021 , tutto si è fermato senza ottenere nessun risultato (sanità, fisco, pensioni, salari, orari, scuola, precariato, ecc... ) è rimasto invariato.
Serve sviluppare una lotta su  una piattaforma rivendicativa più generale , con al centro gli incrementi dei salari e delle pensioni medio basse, le vere riforme sociali riguardanti la Scuola, la sanità pubblica, i trasporti, la casa, i servizi sociali... la riduzione degli orari di lavoro a parità di salario, la prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, l’eliminazione di tutte le leggi esistenti che permettono il lavoro precario  ed il ripristino dell’art: 18 dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori ed una reale politica con al centro il risanamento dei territori e gli investimenti “alti”  di processo e di prodotto compatibili con l’ambiente.
Ma oggi il sindacato è in letargo...  e tutta la realtà sociale, civile, politica e culturale , ci fa pensare che viviamo in un Mondo d’Inferno ...
Ci sono due modi per reagire: viverci “galleggiando” o integrandosi nel sistema... oppure individuare quelli che non fanno parte del sistema , a partire dalle masse più diseredate , e assieme a loro lottare ! ...  manifestando la loro presenza politica con “inattese” forme di lotta dirompenti ! senza una partecipazione reale ed il risveglio di una coscienza popolare da troppo tempo assopita, non sarà possibile alcun reale cambiamento .
Umberto Franchi già Dirigente sindacale CGIL
17 aprile 2022

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