Un “centro di eccellenza per la ricerca, l’innovazione e la cooperazione strategica del dominio underwater”; un “volano per il recepimento di capitali privati nazionali”; “un punto di riferimento per l’innovazione e la valorizzazione delle risorse subacquee”, in grado di promuovere “sinergie pubblico-private e la leadership nazionale e internazionale in un settore in continua evoluzione”.
Viene presentata così la Fondazione Polo Nazionale Dimensione Subacquea (Pns), il nuovo ente di diritto privato fondato dal Ministero della Difesa, di cui fanno parte anche i ministeri delle Imprese e dell’Università, vari atenei italiani, e i produttori di armi attraverso l’Aiad (la federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza). Lunedì scorso la fondazione, che ha sede a La Spezia, presso il centro di supporto e sperimentazione della Marina Militare, ha riunito per la prima volta il Consiglio d’amministrazione. Alla sua guida, in pieno spirito bellico-bipartisan, è stata nominata l’ex ministra della Difesa del Pd Roberta Pinotti, una carica fiduciaria del dicastero guidato oggi da Guido Crosetto.
La luna di miele fra i due non è cosa nuova, al punto che nel 2014 Crosetto, esponente di spicco di Fratelli D’Italia, arrivò a dire nel corso di un’ospitata televisiva su La7 che avrebbe votato Roberta Pinotti in caso di candidatura a presidente della Repubblica. Era l’anno in cui Roberta Pinotti era ministro della Difesa, carica che ha tenuto fino al 2018, mentre Crosetto, corsi e ricorsi della storia, proprio nel 2014 lasciava (temporaneamente) l’impegno politico per andare a fare il presidente di Aiad, e cioè il rappresentante dell’industria privata delle armi italiana.
E il rapporto fra pubblico e privato – con la dichiarata intenzione di attirare capitali privati in progetti pubblici sulla sicurezza – è un po’ la chiave di questa nuova fondazione, che si propone di trasformare il porto di La Spezia in un hub internazionale della subacquea. Un settore che, racconta Pinotti a Repubblica, “ci chiama a un doppio fronte, quello civile e quello militare”. Anche se, a guardare bene gli attori che guidano il progetto, sembra di capire che si tratti soprattutto di un’iniziativa che di civile ha ben poco. Il presidente onorario di Pns è Enrico Credendino, capo di stato maggiore della Marina Militare, il vicepresidente Luca Andreoli, amministratore delegato di Difesa Servizi Spa, società in house del Ministero, che ha il compito di amministrare gli asset della Difesa. Sul sito della Fondazione sono pubblicati bandi sulla digitalizzazione della Marina. Ma i campi di ricerca e applicazione spaziano dalla cybersecurity agli apparati militari sottomarini. All’orizzonte ci sono i fondi del riarmo europeo e la ricostruzione in Ucraina, che vede già in prima fila realtà come Leonardo e Fincantieri.
L’iniziativa è monitorata con attenzione dalla Rete No Disarmo, che già da qualche anno protesta contro un’altra iniziativa organizzata a La Spezia: Sea Future, fiera nata come iniziativa legata alla Blue Economy, l’economia del mare, e diventata secondo le associazioni pacifiste “un’operazione di greenwashing”, che in realtà cela una fiera internazionale degli armamenti navali.