SALARI ITALIANI TROPPO BASSI. Cosa comportano ? Occorre procedere a un veloce riequilibrio…

di Maurizio Sbrana - Liberacittadinanza.it - 03/07/2022
L’OCSE ci ha fornito una statistica sul livello dei SALARI dei diversi Paesi, applicato a due annate, distanti tra loro ben 30 anni.
I risultati sono interessantissimi, e purtroppo del tutto negativi per il nostro Paese!
Tra il 1990 e il 2020 i diversi seguenti Paesi, ad esempio, hanno ottenuto incrementi dei salari sempre positivi, tranne l’ITALIA!

La Polonia in 30 anni ha visto crescere i salari del 96%;
L’ Irlanda dell’85%;   La Svezia del 63%;   la Germania del 34%;   la Francia del 31%;
la Grecia del 30%; l’Olanda del 15%;   Il Portogallo del 14%;   la Spagna del. 6%.
L’UNICA NAZIONE in retromarcia è stata l’ITALIA, con una perdita nei trent’anni di circa il 3%.  !!!

Questo nostro dato negativo (purtroppo, uno dei tanti della nostra struttura economica, statuale, sociale e finanziaria) risulta di una GRAVITÀ ECCEZIONALE.  Ed è incredibile che in questi trenta anni i nostri Governi, di tutti i colori, di destra, di centro, di sinistra e tecnici, non si siano posti nemmeno una volta la domanda di dove ci avrebbe portato una simile sconcezza… (Ciò, d’altronde, contemporaneamente a decine e decine di altre cose che si sono lasciate deteriorare nello stesso lasso di tempo nel nostro disgraziato Paese, , senza aver voluto mettere mano ai possibili rimedi, da questi Governi tutti uguali, costituiti da una Classe Politica arrogante, autoreferente, molto spesso incompetente ai limiti dell’indecenza, e assolutamente menefreghista verso il Proprio Popolo! ).

Bassi salari comportano forti ferite, sia socialmente, che dal punto di vista economico.
Intanto chi percepisce un salario non adeguato al vero costo della vita (che per contro cresce sempre e talvolta a dismisura, come nella fase attuale, con l’inflazione ufficiale che ha già superato l’8%…) ovviamente è costretto a CALARE I SUOI CONSUMI per far quadrare i suoi conti, risulta vivere la propria vita con maggiore apprensione, talvolta anche con più ‘rabbia verso il sistema’, contribuendo a diminuire la sua carica lavorativa….      Consumi che calano significano minore PIL, minori risorse tributarie per lo Stato e  gradualmente, ma inesorabilmente, chiusure industriali e disoccupazioni  e precarietà maggiori .

Credo fermamente che ciò non ‘convenga’ a nessuno!
Piuttosto, poi, sarebbe interessante ragionare sui VERI MOTIVI che hanno portato l’ITALIA a sottovalutare negli ultimi trenta anni lo stagnante livello dei SALARI …

Probabilmente tutto questo potrebbe essere dipeso dal fatto che dopo il passaggio dalla Lira all’Euro il nostro Sistema non poteva piú contare sulle ricorrenti SVALUTAZIONI VALUTARIE per recuperare almeno parzialmente la PERDITA DI COMPETITIVITÀ che di anno in anno si accumulava nei riguardi delle altre Economie forti, specie soprattutto Germania, Olanda e Francia.

E allora, in maniera molto ‘miope’, disgraziatamente  l’Italia optò per un forte contenimento dei salari, determinando la situazione attuale, invece di procedere a nuovi costanti  INVESTIMENTI, che avrebbero potuto far cambiare verso al Paese …
Siamo sempre alle ‘solite’: la nostra Classe Dirigente non è, nella stragrande maggioranza dei casi,  all’altezza dei tempi !
Ora è giunto il momento di ALZARE I SALARI, magari gradualmente per non rincorrere l’inflazione, ma occorre farlo, e al più presto.

Maurizio Sbrana


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Massimo Marnetto
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