Ecce Grillo

di Pancho Pardi - 31/10/2010
La prima impressione che mi ha fatto la lettera di Grillo sulla manifestazione Fiom del 16 ottobre è che non vi abbia partecipato

La sua attitudine, solo contro tutti, produce un blando, sopportabile fastidio ma soprattutto colpisce la mancanza di conoscenza diretta: se ci fosse stato avrebbe visto non solo la sua vastità e intensità ma avrebbe dovuto ammettere la successione molteplice dei tanti interventi dal palco. Non solo dirigenti sindacali “dalle mani morbide” (Landini avrebbe tutto il diritto di arrabbiarsi) ma molti e diversi protagonisti di lotte sempre più difficili. E che un filosofo abbia parlato dallo stesso microfono è davvero sensato considerarlo negativo? I parlamentari poi erano pochi e nessuno di loro ha parlato. Avrebbero anche dovuto restare a casa? Si può teorizzare una forma coatta di pudore per cui i non-operai non possono solidarizzare con gli operai?

Grillo dichiara con veemenza di stare con gli operai, solo con gli operai, e non nasconde di considerare parassiti tutti i non-operai che hanno partecipato alla giornata. Impossibile non ricordare che anche lui è un non-operaio. Dunque il suo merito, in quanto non-operaio, sarebbe non aver partecipato alla giornata?

C’è poi, nella sua lettera, la ripetizione di un luogo comune di facile smercio ma di sempre più ambiguo significato: destra e sinistra sono uguali. Attenzione: i movimenti degli ultimi dieci anni, che non sono il prodotto di Grillo, hanno sempre criticato a fondo l’insipienza della classe dirigente di centrosinistra, che non ha saputo o, peggio, non ha voluto, le numerose volte in cui avrebbe potuto, impedire la resistibile ascesa di Berlusconi. Ma dire che i due schieramenti sono uguali significa non voler capire quanto siano diversi i due rispettivi elettorati. C’è una differenza fondamentale: quello di centrodestra ha fortemente creduto, oppure ha ritenuto utile credere, all’inverosimile carisma del protagonista della peggiore farsaccia italiana; quello di centrosinistra ha sempre criticato la propria inadeguata classe dirigente.

Quando Grillo si adagia nel suo schema preferito fa torto al protagonismo civile che non è affatto distribuito in modo eguale nelle due parti. Come si può confondere chi crede alla panzana del family day celebrato dal testimone meno credibile al mondo (eufemismo) e chi difende i beni comuni come l’acqua contro l’intera batteria dei mezzi di comunicazione al servizio del padrone?

In realtà Grillo vuole vedere il protagonismo civile come una moltitudine indifferenziata di cui si propone come rappresentante non ideologico. Esattamente come la folla dei suoi spettacoli di cui in una serata può rappresentare gli umori più irriverenti.

Ma le forze sociali sono qualcosa di ben più largo e profondo del pubblico divertito e consenziente di una serata di spettacolo. Anche il cittadino che gli concede il credito incondizionato dello spettatore temporaneo ha, quando serve, il pieno possesso della ragione critica.

E tutti i cittadini sensibili alla sua verve saranno in grado di misurare come il programma del movimento Cinque Stelle non abbia alcuna consonanza col liberismo finto (monopolismo reale) del centrodestra e abbia invece molti punti di contatto con le compatibilità ecologiche sostenute dal popolo di centrosinistra.

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