COME PORRE FINE ALLA TRAGEDIA DEI MORTI SUL LAVORO ?

di Umberto Franchi - 10/07/2025
E’ POSSIBILE SOLO SE MODIFICHIAMO L’ORGANIZZAZIONE CAPITALISTA DEL LAVORO
Secondo l’organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) nell’anno 2024, a livello mondiale vi sono stati ben 2,78 milioni di morti sul lavoro, rispetto ai 2,3 milioni di morti dell’anno precedente con circa il 20% di incremento.
 
Insomma,  la guerra del capitale, fa pagare un  tributo di sangue altissimo alla classe lavoratrice . Una guerra con milioni di morti  a causa di uno   sviluppo mondiale barbaro con al centro il profitto  del capitalismo. Esso riguarda soprattutto le nuove aree di sviluppo  del Sud del Mondo.  Ma anche in Italia la classe dei subordinati ha  la sua tragica contabilità di morti , infortuni sul lavoro, malattie professionali.
 
In Italia , la certificazione dei dati INAIL per l’anno 2024 presentata al Capo dello Stato, vede 1202 morti sul lavoro sostanzialmente come nel 2023 che erano stai 1201 . Ma come ogni anno , ad essi vanno aggiunti  i lavoratori agricoli (non sono coperti dall’Inail) , quelli a nero, quelli finti autonomi che a partita iva, che complessivamente  raggiungano  circa 1500 morti l’anno , di cui  13 di essi morti in incidenti in qualità  di   studenti scuola/lavoro .  Se poi ci aggiungiamo anche i lavoratori  morti per malattie professionali ,  che nel 2024 ha registrato 88.500 denunce con un incremento sul 2023  21,8%  arriviamo  sicuramente ad oltre 2.000 morti l’anno.
   
I dati dell’osservatorio indipendente di Bologna che analizza veramente tutti i morti sul lavoro diretto da  Carlo Sorcinelli ( a cui va il mio plauso e ringraziamento), vede al 19 giugno 2025  già 725 morti complessivi per “incidenti” sul lavoro .
 
C’è anche da considerare che le maggiori quantità di morti avvengano nel settore  edilizio ed in maggioranza sono stranieri .
 
 In Italia gli stranieri certificati al primo gennaio 2024 sono 5.308.598 (il 9,3% della popolazione totale) di cui il 70% extracomunitari, ma a questi vanno aggiunti circa un altro milione   di cittadini stranieri non regolari , che in base alla legge Bossi/Fini sono stati espulsi con il foglio di via, ma restano  in Italia come fantasmi senza diritti,  in quanto non esistono accordi con i Paesi di provenienza sui rimpatri. Essi, venuti in Italia in cerca di lavoro, sono considerati clandestini e non hanno nessun diritto. Sono anche   quelli che lavorano a nero super-sfruttati ed a rischio maggiore di incidenti e morte sul lavoro.  
 
Infatti , in Italia la forza lavoro straniera è del   10,3%, sul totale della popolazione lavoratrice dipendente,  ma nel 2024 le morti sul lavoro degli stranieri sono state del 24,2%. (dati Istat)  Questo denota un aumento in percentuale significativo rispetto agli italiani .  
  
Quali sono le cause ? E’ evidente che i migranti  ancor più degli Italiani , vengono messi a fare lavori più pericolosi, lavorano in aziende piccole senza dispositivi di sicurezza, fanno più straordinari, ecc… Questo avviene molto spesso perché non hanno altra scelta e se vogliono continuare a lavorare per sopravvivere,  devono accettare condizioni capestro.
 
Ma ancora più grave è la situazione dei “non regolari”, quelli  espulsi ma rimasti in Italia. Essi , non avendo diritti lavorano a nero pagati meno di 5 euro l’or a, senza contratto, senza copertura assicurativa, spesso vivono in capanne ed in condizioni igieniche disperate.. Essi non denunciano gli infortuni sul lavoro, vengono accompagnati all’ospedale ed al pronto soccorso dicono di essere caduti in privato,  non denunciano l’incidente sul lavoro per non perdere il posto che comunque li   fa sopravvivere .
  
Quali le cause della Tragedia? Le cause di questo dramma sono politiche ed organizzative.
 
Politiche perché con la legge n. 30 fatta nel 2003 da governo Berlusconi con il ministro del lavoro Maroni,  prevede ben 45 forme di lavoro precario, frantumato, flessibile… c’è   l’impossibilità di chi lavora in modo   precario a rifiutare il lavoro a rischio . stessa cosa  per quanto riguarda i lavoratori assunti dopo  il Jobs Act con dall’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (Renzi 2015), con il fatto che il padrone possa dire : “ lavora come ti comando anche senza dispositivi di sicurezza oppure ti licenzio”, ha causato un aumento dei morti sul lavoro  sostanziale , stessa cosa  con la Legge Salvini sulla , ed infine la legge n.189 chiamata “Bossi/Fini” che considera clandestini e senza diritti chi cerca lavoro ma non proviene da Pesi in guerra, che solo apparentemente vengono espulsi ma di fatto restano in Italia .
  
Ma occorre anche rilevare che la mattanza dei morti sul lavoro ha   anche delle cause profondamente legate all’organizzazione del lavoro.
 
Negli ultimi 30 anni,  abbiamo assistito alla più radicale trasformazione del mondo di produzione che il  capitalismo abbia mai subito nel corso della  sua storia. E’ cambiata la tecnologia,  con l’avvento delle reti dei computer che hanno rivoluzionato i contenuti del lavoro sempre più immateriali e terziarizzati, con una organizzazione distribuita in modo sempre più orizzontale e capace di penetrare in ogni poro della vita sociale.
 
E’  cambiata l’economia sempre più finanziarizzata ed anche globalizzata (nonostante ci  sia chi vede nei dazi imposti da Trump la fine della globalizzazione), mentre in realtà la mobilità delle merci,  dei capitali e del lavoro, aumenta ed accelera a livello globale in modo esponenziale  virtù   della mobilità delle informazioni, i cui flussi della tecnica , vogliono imporre il proprio modello ad ogni altro flusso sociale.
 
E’ cambiata la realtà sia nella comunicazione pubblica, che nelle relazioni private…  sia nello studio, nel tempo libero, nelle attività riproduttive, sui social,  nelle attività commerciali, nella produzione .  E’ stato instaurato un meccanismo sempre più alienante ma capace di carpire anche il consenso di vasti strati  di   giovani e ceti subordinati, facendoli divenire inconsapevoli rotelle del medesimo sistema di sfruttamento...  sempre al fine di fare più profitti risparmiando  sul costo del lavoro ed anche trascurando la prevenzione e sicurezza nel lavoro.
 
Un meccanismo perverso  avviato dal Berlusconismo oltre 30 anni fa, con  le classi borghesi, che oltre ad aver creato governi al loro servizio,  continuando anche con il governo  delle destre attuali, e riescono con i loro mass/media  ad omologare, piegare irregimentare  ad un pensiero unico servo del potere economico e finanziario capitalista.  Con i loro giornali, televisioni e social, fanno informazione faziosa, bugiarda e formazione continua… , per realizzare  la “loro opera” di sottomissione e sfruttamento dell’Uomo e delle risorse, hanno anche fatto    delle  apposite leggi  fatte da tutti i governi di centrosinistra e centrodestra e dal governo di estrema destra della Meloni, nonché dalla Commissione Europea, che andrebbero cancellate ma se ne guardano bene dal  farlo e non basta  promuovere referendum…. 
  
Quello che non è minimamente cambiato rispetto al passato, è la ricerca continua del risparmio al fine di fare più profitti,  da parte di quasi tutte le aziende, che una logica profondamente falsa come quella di risparmiare sul costo del lavoro compreso i costi per la prevenzione e sicurezza… mentre per essere più competitive le aziende dovrebbero fare l’esatto contrario ed investire in prevenzione e sicurezza. Sicurezza.
  
Occorre allora capire   che “ gli incidenti sul lavoro , la transizione ecologica, il cambiamento sociale,   senza una forte ripresa della  lotta di classe nelle aziende  e di popolo  nei territori,  sono destinati a peggiorare !
  
Credo allora che la via maestra  non è quella dei referendum… Per invertire la rotta e procedere sia verso una riconversione ecologica dei sistemi produttivi che al fine governare i processi organizzativi aziendale… per   evitare la catastrofe ambientale,  i massacri continui   che sono veri e propri omicidi  e la realtà del massacro sociale in atto… sia  necessario mettere di nuovo al centro come facevamo negli anni 70,  con determinazione, lotta, creatività e ogni mezzo possibile , attraverso :
  
la partecipazione,  attraverso assemblee  dei lavoratori nelle aziende, assemblee popolari nei territori .
 
E’ con il protagonismo dei lavoratori nelle aziende ,  a partire dalla a individuazione dei rischi esistenti nei luoghi di lavoro attraverso la soggettività di chi lavora, dai RLS e i delegati delle RSU che, insieme al resto del corpo dei lavoratori, è possibile  recuperare un reale potere di contrattazione su tutta l’organizzazione del lavoro,  compreso gli orari e gli organici necessari ,  andando a stabilire gli investimenti da fare alla fonte,  il come si lavora, con quanti organici  si lavora, per cosa si lavora, quali investimenti fare destinati  alla  prevenzione dai rischi esistenti, con il sostegno di tecnici e medici esperti come Medicina democratica .
 
Non basta applicare burocraticamente i moduli previsti dal “Testo Unico sulla Sicurezza”  negli incontri annuali tra le RLS, RSPP, Medico Competente, Datore di Lavoro.  Non basta incrementare le ispezioni degli Ispettorati del lavoro  se contemporaneamente  non viene cancellata la legge fatta nel 2010 da Berlusconi che ha depenalizzato gli incidenti sul lavoro, facendo pagare alle imprese solo una multa…  tantomeno sono inutili i protocolli di intesa territoriali tra le Organizzazioni Sindacali, Organizzazioni Padronali, Prefetto ed Istituzioni.
 
 Ed è attraverso le assemblee popolari nei territori , che dobbiamo cercare di costruire i necessari rapporti di forza per  imporre alternative valide ai disastri ambientali che continuano a perpetuare !
 
E’ necessario quindi  cercare di diffondere in ogni   ogni azienda gruppi omogenei  organizzati che assieme alle RSU/RLS e OO.SS.   facciano precise proposte alternative a quelle di uno sviluppo distorto e disumano, cercando di contrattare il governo dell’organizzazione del lavoro in ogni fabbrica nonché  il come ed il per cosa si lavora e si  produce .
 
le RSU, gli operai e i delegati  sanno che non basta fare uno sciopero generale o di protesta per cambiare la realtà .
 
è necessario lottare e anche bloccare la produzione  scioperando  su obbiettivi precisi non generici senza delegare a nessuno.
 
La lotta per l’unità dei lavoratori e la difesa delle loro condizioni di lavoro e della loro vita , richiede lo sviluppo di una Organizzazione in grado di rappresentarli e dirigerli .
 
Non basta  auspicare una rivolta sociale senza capirne gli sbocchi… la via maestra per invertire la rotta di  quello che in Italia avviene ,  è mettere di nuovo  al centro con determinazione, creatività e ogni mezzo possibile il protagonismo dei lavoratori a partire dai RLS e i delegati delle RSU che, insieme al resto del corpo dei lavoratori, agli studenti, ed ai cittadini nei territori, devono conquistare  un reale potere di contrattazione sostenuto dalle lotte del popolo e dei lavoratori, fino a cambiare la tragica realtà che oggi viviamo!
  
Umberto Franchi 3488876357    10 luglio 2025

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