http://www.sueddeutsche.de/politik/fall-ruby-berlusconi-anklaeger-bruti-liberati-kein-job-fuer-schwache-nerven-1.1057880
Quando la giustizia di “sinistra” lo attacca, Berlusconi pensa di solito a
Edmondo Bruti-Liberati. Il Procuratore della Repubblica accusa il premier
italiano per la losca vicenda sessuale di Ruby. Per la politica egli è già da
lungo tempo un fastidio – ed è stato perfino intercettato dai Servizi segreti.
Questo lavoro non è adatto per chiunque abbia nervi fragili. Edmondo
Bruti Liberati,
il Procuratore di Milano, ha chiesto l’apertura di un processo contro il
Presidente del Consiglio italiano. Le accuse trattano di concussione [ndt.: abuso
dei poteri di ufficio nel gergo giudiziario tedeco] e di favoreggiamento
della prostituzione di minorenni.
Intrepidamente, Bruti Liberati da mesi manda avanti le indagini sul caso
„Rubygate“, che ha reso noti incresciosi dettagli della vita privata di Silvio
Berlusconi. Ciò ha provocato gli attacchi più forsennati del Premier e dei suoi
seguaci di partito. Essi rinfacciano al Procuratore di agire per motivi
politici e di oltrepassare le sue competenze. L’incollerito Berlusconi arriva a
ritenere che si rischi una “guerra civile”.
Quando le
cose iniziarono a seccarlo, con toni freddi il 66enne Bruti Liberati rese
pubblica una dichiarazione: “La Procura della Repubblica di Milano segue il suo
lavoro giornaliero in completa serietà e in piena conformità con i principi
costituzionali dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge, del dovere di
perseguire i reati e della presunzione dell’innocenza”. Con altrettanta
determinazione è intervenuto quando uno dei fogli da combattimento di
Berlusconi, con metodi diffamatori, ha attaccato un Pubblico ministero operante
in materia [ndt.: al femminile, si tratta di Boccassini] – per una presunta
faccenda amorosa risalente all’anno 1982.
L’uomo
con le lenti dalle montature di corno agisce senza emozione. Quando parla,
spesso solleva i sopraccigli e quando legge a voce alta, in lui si nota
l’abitudine a citare atti di interminabile lunghezza. La qualifica
professionale di Bruti Liberati, che discende da una stirpe comitale di
Ripatransone nelle Marche, non può essere messa in dubbio. L’anno scorso è stato
eletto a grande maggioranza Procuratore della Repubblica della metropoli
lombarda. In precedenza il suo campo d’azione specifico erano i delitti contro
la pubblica amministrazione.
In una
diversa funzione della sua carriera nell’amministrazione della giustizia è
stato competente per la criminalità fiscale ed economica e ha trattato casi
spettacolari come il collasso della Banca Antonveneta. La sua fama in questa
materia era tanta che fu chiamato nella Commissione di Sorveglianza dell’OLAF,
l’Ufficio Europeo per la lotta antifrode. Eppure dal 2002 in poi il governo
Berlusconi non ve lo ha più voluto. Il Procuratore ha fatto parte dal 1981 al
1986 del Consiglio Superiore della Magistratura, l’Alto organo di autogoverno,
e più tardi è stato Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati.
Ha fama di liberale, i suoi avversari dicono che sarebbe di sinistra. Ciò
significa dare fastidio al governo, come egli ha appreso già prima del caso
Ruby. Bruti Liberati era uno dei PM e giudici di chiara fama che il
servizio segreto italiano Sismi ha intercettato e sorvegliato tra il 2001 e il
2006.
Poco si sa della vita privata di Bruti Liberati, oltre alla tragica circostanza
della perdita dell’unico figlio a 31 anni in un incidente motociclistico. Se
effettivamente si arriverà al processo, Bruti Liberati avrà scritto la storia
della giustizia. Se ciò non avverrà, egli servirà a Berlusconi come caso
emblematico per i suoi attacchi contro la giustizia.
traduzione di José F. Padova