In merito alla proposta della Giunta Pizzarotti per garantire una ordinata e disciplinata convivenza dei cittadini di Parma

di Cristina Quintavalla - 21/12/2014
COMUNICATO STAMPA

La bozza di Regolamento di Polizia Municipale, cui ha messo mano la giunta dalla Giunta Pizzarotti, con la motivazione di garantire una ordinata e disciplinata convivenza dei cittadini di Parma, delinea in realtà un modello di società fortemente escludente, improntato a forme di deteriore perbenismo.

Si regge sull'imposizione di un modello antropologico e sociale unico, fondato sulla presunzione errata che tutti i cittadini abbiano un lavoro a tempo indeterminato, che garantisca loro un reddito certo e sufficiente, una casa in cui vivere, relazioni sociali soddisfacenti.

Queste condizioni purtroppo esistono solo nella mente dei nostri amministratori: la realtà odierna è caratterizzata da precarietà, miseria, sradicamento, solitudine.

Una famiglia su quattro è in stato di povertà relativa, è in aumento esponenziale la chiusura di attività produttive e commerciali, le fasce più deboli della popolazione, donne e migranti in particolare, sono espulse dalla produzione e tanti, soprattutto i giovani, subiscono, nel migliore dei casi, ricattatorie e umilianti condizioni e retribuzioni di lavoro precario, molti anziani, con pensioni da fame, frugano nei cassonetti dei rifiuti o tra gli scarti dei supermercati.

Rendere sanzionabile con pesanti multe il disperato tentativo di chi, lavando vetri, chiedendo l'elemosina, commerciando povere merci, tenta disperatamente di sopravvivere all'inedia ed alla miseria, risulta essere un'operazione socialmente violenta e disumana: criminalizza la povertà, inasprisce lo scontro sociale, alimenta l'odio per i “diversi” e porta acqua al mulino di chi oggi sta istigando la ricerca di un nemico interno su cui scaricare i costi e la responsabilità della crisi, istituzionalizzando peraltro una umiliante uniformità di comportamenti, delineati a partire dalla fascia privilegiata della società.

Questo in realtà dovrebbe essere il tempo dell'inclusione e dell'accoglienza, contro un mostro -una sorta di blocco fascio-leghista- che si profila all'orizzonte, che si nutre di razzismo, di intolleranza, di esclusione per raccogliere consensi e preparare possibili svolte autoritarie.

Mai come ora, dentro una crisi senza sbocchi, le Amministrazioni comunali dovrebbero svolgere la loro funzione istituzionale di difesa e di sostegno di chi meno ha, difendendo proprio coloro cui è negato il diritto ad un'esistenza dignitosa.

A Parma, l'Amministrazione Comunale taglia la spesa sociale, inasprisce le aliquote fiscali, colpisce i più poveri e li multa, se tentano in qualche modo di sopravvivere.

Tutto questo in nome di una ributtante concezione di “decoro”, vergognoso termine con cui vengono messi fuori dalla comunità urbana e bollati come “indecorosi”, coloro che non ce la fanno, che fuggono dalla guerra e dalla fame, che non hanno vie d'uscita.

La bozza di Regolamento colpisce peraltro pesantemente il diritto alla critica politica. Vieta forme di propaganda- come il volantinaggio sui veicoli in sosta- che sono gli strumenti poveri attraverso cui i movimenti e le organizzazioni senza finanziatori occulti operano.

Che fare dunque per farsi sentire, se non si dispone di finanziamenti, di reti mediatiche, di clientele elettorali, di “cupole” che comprano voti, di politici che si fanno corrompere?

Come fare attività politica onestamente?

 

L'Altra Emilia Romagna

 

Cristina Quintavalla

portavoce dell'Altra Emilia-Romagna

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