ITALIA: RIGURGITI DI RAZZISMO

di Gianni Lannes - sulatestagiannilannes.blogspot.com - 19/06/2018
Benvenuti nel belpaese che non riconosce il razzismo e non ha anticorpi culturali nei confronti di chi alimenta l'odio sociale vantando una poltrona ministeriale. Il guaio è che l’Italia ha una scarsa memoria collettiva dei fatti e, spesso, sragiona sulla base di mere opinioni intrise di pregiudizi. Ricordate i cori pubblici a squarciagola inneggianti al Vesuvio? Prima e per anni contro i meridionali italiani (a cui però il 4 marzo scorso è stato carpito il voto), adesso contro i poveri della terra. Ma quale emergenza? Non è in atto alcuna invasione dell’Italia. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha pubblicato i dati sul numero dei rifugiati nel mondo: nel 2016 (ultimo picco di "esodi") erano 16 milioni e mezzo e quelli presenti in Europa poco più di due milioni: in Italia appena 131 mila, mentre in Germania mezzo milione e nella minuscola Svezia 186 mila. 
 
La chiusura dei porti italiani pretesa dal ministro dell’interno Salvini è un obbrobrio umano e giuridico. Il governo italiano, in un amen, ha violato l'articolo 33 della Convenzione di Ginevra del 1951 sulla protezione dei rifugiati che vieta il "refoulement" (respingimento) "in qualsiasi modo" verso paesi insicuri. Inoltre, ha calpestato il diritto internazionale del mare. E non ha rispettato la CEDU che vieta torture e trattamenti disumani e degradanti. Una prova di forza sulla pelle dei più deboli, che è diventata una frattura costituzionale (articolo 2 dovere di solidarietà e articolo 10 diritto di asilo). Salvini e Toninelli devono dimettersi e rispondere in tribunale di violazione dei diritti umani con l’aggravante della discriminazione razziale, ovvero dell’arbitraria differenziazione fra persone operata da chi ha una carica istituzionale. 

 

 
Il razzismo si alimenta di qualsiasi discriminazione psicologica, sociale o politica - suscettibile di essere legittimata dalla legge - esacerbata a danno dei migranti, gli esseri umani socialmente più deboli.
 
Quindi, l'invenzione dell'emergenza. La raffigurazione che viene offerta dai propagandisti governativi, è quella di un problema gigantesco da affrontare. Come se migliaia e migliaia di esseri umani sul totale della popolazione itaiana (60 milioni), possano sortire un effetto devastante sulla tenuta di un Paese. In questo spazio, dunque, si inserisce il razzismo, legittimandolo. Si alimentano gli stereotipi, peggio i luoghi comuni sui migranti, anche a causa di un tessuto sociale sfibrato dalla crisi, che facilita la "guerra tra poveri". In tal modo il racconto del ras leghista si impossessa della realtà dei fatti, piegandola a proprio piacimento, alimentando oggi, la cassaforte del consenso dei pentaleghisti.  
Secondo i dati Eurostat aggiornati a gennaio 2017, in Italia vi sono 6 milioni di stranieri, sono 14 milioni in Germania, 12 nel Regno Unito, 9 milioni in Francia e poco più di 8 milioni in Spagna. Sempre secondo i dati Eurostat, i Paesi europei con la più alta percentuale di stranieri sono il Lussemburgo con il 46 per cento, poi Cipro e l’Austria con circa il 20 per cento e poi subito dopo la Svezia con il 17 per cento. L’Italia? La percentuale di stranieri sul totale della popolazione non supera il 10 per cento. Gli italiani sono invece quelli più presenti all’estero, dopo i rumeni e i polacchi, tra i cittadini UE che risiedono in altri paesi comunitari, al terzo posto vi sono proprio gli italiani.
 
I Paesi del nuovo asse cosiddetto di Visegrad si oppongono e non vogliono accogliere richiedenti asilo ed i Paesi in Europa con la più bassa percentuale di stranieri sono Bulgaria e Romania. Mentre Lussemburgo, Germania, Austria e Svezia sono quelli con la più alta percentuale di stranieri.  Quali sono i Paesi che hanno accolto più richiedenti asilo? Germania, Francia e Svezia. 
 
Le migrazioni, fughe da guerre o ricerca di condizioni economiche dignitose poco importa, non saranno arrestate né da governi penta leghisti, né da rigurgiti di fascismo e razzismo.  
 
I più recenti studi di genetica dimostrano che le differenze tra le razze sono minime, inferiori a quelle tra gli individui di una stessa razza, e soprattutto che l'intelligenza è uguale in tutte le razze. L'umanità deriva da un unico ceppo che dall'Africa si diffuse nei vari continenti, rafforzando in ogni ambiente i caratteri più adatti e dividendosi pertanto in tipi differenti. L'ONU condannò il razzismo con la Dichiarazione sulla razza dell'UNESCO (1950) e con una Convenzione del 1965 che definì discriminazione razziale ogni differenza, esclusione e restrizione dalla parità dei diritti in base a razza, colore della pelle e origini nazionali ed etniche.

Chi odia non pensa e non ragiona, ma soprattutto non ama il prossimo. Le razze non esistono: c’è una sola famiglia umana composta da miliardi di persone tutte diverse ma tutte uguali. La diversità tra gli umani è di natura culturale. All’origine del razzismo ci sono l’ignoranza e la paura. Le ideologie totalitarie hanno sempre usato la xenofobia per diffondersi nel mondo e stabilire differenze artificiose tra gli individui umani. E’ un meccanismo per imporre la supremazia di un gruppo su altri. In parole semplici: è un modo di perpetrare la schiavitù sotto altre forme.
 
 
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