Landini: «Renzi chieda scusa»

di Massimo Franchi - Il Manifesto - 30/10/2014
In piazza con Landini. Il segretario in prima fila tra rabbia e incredulità. «Basta! Il governo si vergogni di prendere a botte noi». La telefonata con Delrio

Prima, a man­ga­nel­late ancora calde, lo sfogo: «Basta! Renzi invece che fare slo­gan del cazzo, dica una parola di quello che sta suc­ce­dendo. E si ver­go­gni! C’hanno da chie­dere scusa ai lavo­ra­tori. Altro che balle, Leo­polde e caz­zate varie. Basta! Hanno rotto le sca­tole, que­sto è il pro­blema. E dob­biamo pren­dere anche le botte noi che paghiamo le tasse, dob­biamo essere anche pic­chiati. Ma che diano l’ordine di col­pire chi c’è da col­pire! In un paese di ladri, di gente che evade, di cor­ru­zione, se la ven­gono a pren­dere con gli unici onesti».

Poi sotto il mini­stero, assieme a Marco Ben­ti­vo­gli della Fim Cisl, l’intervento a pla­care gli animi dei lavo­ra­tori man­ga­nel­lati di Terni che se la pren­dono con la Poli­zia sba­gliata, quella che è abi­tuata a trat­tare con i «dispe­rati di via Molise». «Fer­ma­tevi, que­ste cose non si fanno, così pas­siamo dalla parte del torto».

Infine, l’incredulità nel rac­conto ai lavo­ra­tori della Trw di Livorno, terza ver­tenza gior­na­liera nel paese «in ripresa». «Roba da matti, roba da matti. La piazza era cir­con­data appena siamo avan­zati hanno ini­ziato a pic­chiarci e ora vogliamo sapere chi ha dato l’ordine».

A metà pome­rig­gio Mau­ri­zio Lan­dini ha ancora male al brac­cio sini­stro col­pito dalla poli­zia e il volto scosso. Giu­botto nero, zaino e maglietta della salute d’ordinanza, cami­cia e maglione color vinac­cia, la sua divisa da sin­da­ca­li­sta è la solita. «Io una cosa così non l’ho mai vista. In tanti anni da ope­raio e da sin­da­ca­li­sta par­tire così per menare quando noi ci sta­vamo solo avvi­ci­nando? Non ci si crede», dice stra­buz­zando gli occhi.

«Ho chia­mato subito Del­rio», cono­sciuto come sin­daco di Reg­gio Emi­lia e unico del governo con cui rimane in con­tatto. «Gli ho chie­sto di chia­rire imme­dia­ta­mente cos’è suc­cesso. Mi ha richia­mato e mi ha detto che ci con­vo­cherà il sot­to­se­gre­ta­rio all’Interno Bub­bico appena ha finito di capire come sono andate le cose nella catena di comando. Di certo vogliamo andare fino in fondo e non ci accon­ten­te­remo delle solite pro­messe, qua le respon­sa­bi­lità ci sono e i respon­sa­bili vanno puniti».

La cer­tezza di essere di fronte a una deci­sione pre­me­di­tata c’è. «Io ero lì in prima fila e ho sen­tito molto bene che a un certo punto è arri­vato l’ordine». «Sì, sì», con­fer­mano i ragazzi del ser­vi­zio d’ordine: «È arri­vato un “Carica” e due ragaz­zotti sono par­titi a testa bassa». L’incredulità viene rap­por­tando l’incredibile mat­ti­nata con i tanti altri viaggi ope­rai della spe­ranza arri­vati a Roma. «Come tutte le volte che c’è una ver­tenza di que­sto tipo vole­vamo arri­vare al mini­stero, altro che occu­pare la sta­zione Ter­mini come dice adesso la poli­zia. Di andare sotto il mini­stero ci è sem­pre stato con­sen­tito e difatti dopo ci hanno fatto pas­sare. Per que­sto non mi sarei mai aspe­tato che la poli­zia manganellasse».

La Fiom intanto conta i feriti. In quat­tro all’ospedale: il più grave è Gianni Ven­turi, inof­fen­sivo coor­di­na­tore nazio­nale side­rur­gia finito a terra e cal­pe­stato. È stato trat­te­nuto in ospe­dale per accer­ta­menti con il col­la­rino cer­vi­cale e un ema­toma vastis­simo in testa. Poi due ope­rai di Terni dimessi nel pome­rig­gio dopo i tagli in testa sutu­rati. L’ultimo ad arri­vare in ospe­dale è Rosa­rio Rappa, brac­cio destro di Lan­dini e segre­ta­rio con­fe­de­rale con delega alla side­rur­gia. Lui la man­ga­nel­lata l’ha presa, il san­gue scen­deva copioso. Ma ha voluto a tutti costi andare al mini­stero e salire a par­lare con il mini­stro Fede­rica Guidi con il san­gue sulla cami­cia. Ma alla fine la botta si fa sen­tire e anche Rappa decide per il pronto soc­corso dove è stato sot­to­po­sto a una Tac.

Lan­dini si informa sulle con­di­zioni dei suoi. È pre­oc­cu­pato. L’uomo che ormai è una pic­cola icona media­tica, è tal­mente scosso da rifiu­tare inter­vi­ste e inter­venti tele­vi­sivi. «Oggi è stata pro­prio una gior­na­tac­cia, ora è meglio stare zitti».

Video (dal cor​riere​.it): Lan­dini dopo la carica della poli­zia agli ope­rai Ast: “Il governo chia­ri­sca, il diritto di mani­fe­stare è sacro”

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