Legge elettorale, consegnate le firme della petizione "Restituire la sovranità agli elettori"

di Coordinamento democrazia costituzionale - 30/04/2017
Una delegazione del Comitato per il no e del Comitato contro l'Italicum ricevuta dal presidente del Senato Pietro Grasso e dalla presidente della Camera Laura Boldrini: «Urgente una nuova legge. No ai capilista bloccati, no al premio di maggioranza, correzione proporzionale».

La petizione “Restituire la sovranità agli elettori” è giunta in parlamento. Le firme - circa 30.000 - sono state consegnate oggi al presidente del Senato Pietro Grasso e alla presidente della Camera Laura Boldrini. La voce dei cittadini, che in massa hanno votato no il 4 dicembre, entra così nelle Aule parlamentari per chiedere con forza che venga approvata una nuova legge elettorale. Ai presidenti delle Camere il Comitato per il no e il Comitato contro l’Italicum - promotori della petizione - hanno ribadito che è urgente approvare una nuova legge elettorale, mettendo fine al balletto inconcludente che sta screditando ulteriormente il parlamento, per armonizzare i sistemi elettorali di Camera e Senato, usciti radicalmente diversi dopo le sentenze della Corte costituzionale. 
L’Italia ha bisogno di un sistema elettorale coerente con i principi della Costituzione, che i cittadini hanno finora sempre difeso da ogni tentativo di manomissione.
L'Italia ha bisogno di un parlamento rappresentativo e credibile e  per questo obiettivo è indispensabile un nuovo e democratico sistema elettorale. La delegazione dei due Comitati - composta da Alfiero Grandi, Pietro Adami, Mauro Beschi, Massimo Villone, Alfonso Gianni, Anna Falcone, Felice Besostri, Antonio Esposito - non ha proposto un particolare sistema elettorale ma ha illustrato i punti irrinunciabili della petizione: via i capilista bloccati e le candidature multiple, ogni parlamentare deve essere eletto dai cittadini; via ogni forma di premio di maggioranza (alla lista o alla coalizione che sia); evitare forme di elezione dei parlamentari che prestino il fianco a corruzione e voto di scambio, ad esempio con collegi uninominali da inserire in un sistema proporzionale.

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