Normale ingiustizia

di Carmine Cocorocchio - 23/09/2013
Le oligarchie vogliono il potere assoluto. Lavoratori, disoccupati, intellettuali, devono esercitare una mobilitazione di massa nella difesa dello Stato costituzionale di diritto. Dobbiamo pretendere l’applicazione concreta della carta costituzionale, non la sua negazione!

Comune di Sant’Elia Fiumerapido, provincia di Frosinone, regione Lazio, Italia. L’azienda “Sogepi srl” è una delle varie cliniche private convenzionata nella sanità Laziale. La società opera come Residenze Sanitarie Assistenziali. I costi e i ricavi di queste residenze sono facilmente calcolabili. I servizi che svolgono non patiscono concorrenza.

La sofferenza sanitaria regionale Laziale, segnata dalle clientele delle convenzioni. Il rapporto politica e affari della sanità, segnata profondamente dalla corruzione, ha di molto contribuito alla salita del debito pubblico. Quel sistema ha reticolato il territorio asservendo il popolo al sistema di potere dominante. Le tariffe pagate alla sanità convenzionata, sono determinate da scambio strutturale che ha attori i rappresentanti della politica e degli affari. Nella convenzioni, l’imprenditore, ha lautamente previsto il costo della corruzione e il ritardo strutturale dei pagamenti della pubblica amministrazione.

Oggi quegli imprenditori, si lamentano dei ritardi. Gli ipocriti, abituati a piangere e fottere, si lamentano del sistema che hanno creato. Le vittime di quel sistema sono i contribuenti, lavoratori dipendenti e pensionati, il cui reddito utilizzato come bancomat a copertura dei buchi della gestione irresponsabile della pubblica amministrazione. I tagli operati alla sanità Laziale, non hanno prodotto rientro dal debito, unicamente perché il sistema resta tuttora operante. La politica resta ancorata al sistema che ha campioni del calibro degli Angelucci e Ciarrapico.

Un anno fa i dirigenti della società “Sogepi srl” per aumentare i profitti, uscivano dall’associazione sindacale di categoria. La giungla determinata dalle leggi sul lavoro, ideate dal craxiano Sacconi, gli ha consentito di disdettare il contratto nazionale di lavoro. Quelle leggi hanno consentito di applicare il contratto nazionale firmato da sindacati fantasma, adottato dagli aderenti alla Associazione Italiana Ospedalità Privata. Il contratto nazionale “Aiop”, ha per legge il valore legale contrattuale, imposto a tutti i lavoratori che non hanno con le loro rappresentanze trattato e firmato quegli accordi. I dirigenti della “Sogepi srl”, in virtù delle leggi del governo del pregiudicato evasore e corruttore di giudici, con i nuovi contratti di lavoro, riducono in modo sostanziale gli stipendi dei lavoratori. L’operazione, atto di palese prepotenza, nega il diritto di rappresentanza.

L’operazione illiberale, vede la sola opposizione dei lavoratori. La protesta marginale dei sindacati ex confederali Cgil-Cisl-Uil, trova convergenti l’intero sistema di potere. Il sindacato ex confederali Cgil-Cisl-Uil, non sono la Fiom. L’operazione lasciata colpevolmente marcire da ipocriti atteggiamenti di connivenza. La corte dei miracoli del sistema di potere, ipocritamente vede palese convergenze su chi deve pagare la crisi. La rappresentanza politica-sindacale-affaristica, scarica sulle famiglie dei lavoratori la corruzione della sanità laziale. Può esserci un crimine peggiore?

Il dibattito dovrebbe vedere focalizzare domande che meritano risposte. L’operazione non è sopportata dallo Stato costituzionale di diritto. I sindacati confederali Cgil-Cisl-Uil, che per costituzione, dovrebbero rappresentare gli interessi dei lavoratori, cingischiano ipocritamente in deroga ad obblighi costituzionali. Le risposte che i lavoratori attendono sono di due ordini: a) Il sindacato ex confederale non ha le palle per impugnare nelle sedi opportune la violazione sistemica di legge e costituzione; b) l’operazione ha la condivisione del sindacato ex confederale. La disdetta dei CCNL, prima di ogni cosa disdetta la rappresentanza, ex confederale, Cgil-Cisl-Uil.

Mediare democristianamente sulla mediazione è mistificazione da azzeccagarbugli. I fatti plasticamente dicono che mentre i dirigenti la “Sogepi srl” girano in Bmw, i lavoratori patiscono la fame. Denunziare l’ipocrita vile indifferenza, è dovere di ogni cittadino. L’indifferenza vile, non è altro che connivenza alla violazione sistemica del patto costituzionale. Anche i sorci sanno che la crisi italiana è determinata dalla iniqua distribuzione del reddito. Chi contribuisce alla disuguaglianza sociale contribuisce ad aggravare la crisi. L’operazione prepotente viola gli articoli 3, 36, 39 della costituzione. Il ricorso giurisdizionale dovrebbe portarsi alle massime rappresentanze istituzionali del paese. La cultura della consociativismo è dura a morire.

Passato un anno senza risposte i  baldanzosi dirigenti della “Sogepi srl”, hanno acquisito sicumera. Questi imprenditori del nulla, senza alcun avviso preventivo, non pagano gli stipendi. Come motivazione al mancato pagamento, portano crediti insoluti della pubblica amministrazione comunale. I dirigenti della “Sogepi srl” lasciano centoventi lavoratori senza reddito. Le argomentazioni portate sui giornali dagli attori, vedono esprimersi, rappresentanza sindacale, direzione della “Sogepi srl”, sindaco. Nessuno porta all’attenzione della pubblica opinione la tremenda ingiustizia, di come intende, la classe politica-imprenditoriale, dare soluzione alla crisi. Tentiamo di ragionare con fatti concreti, raccontando la crisi dalla parte delle vittime.

Il racconto dice che il soggetto che fatica, vittima del sistema, offeso, emarginato, privato di reddito e di rappresentanza sociale e politica.  La cronaca racconta che un lavoratore della “Sogepi srl” privato dello stipendio, non avendo rendite su cui contare per provvedere alle necessita quotidiane della famiglia, composta da moglie e bimba di tre anni, al balletto delle notizie, sale le scale del comune. Al sindaco chiede chiarimenti sui debiti insoluti della pubblica amministrazione rivendicati dalla società, portati a giustificazione della mancata retribuzione, che scarica sulla sua famiglia violenze e patimenti. Alle perplessità manifestate dal giovane, il sindaco risponde di rivolgersi alla caritas. Sic! Lo squadrismo fascista bastonava a sangue gli oppositori, costringeva a bere olio di ricino per aggiungere alla violenza l’umiliazione. Il violento sistema di classe ha raffinato i comportamenti che restano prepotentemente fascisti.

La “Sogepi srl”, con prepotenza scarica sui lavoratori, debiti insoluti frutto del rapporto incestuoso che ha visto attori, impresa e rappresentanti delle istituzioni. Gli affari, vevano come oggetto, lo spolpamento della sanità italiana. Scaricare sui lavoratori responsabilità che hanno nome  e cognome, è  atto penalmente rilevante. La violazione contrattuale riguarda l’autorità giudiziaria e l’ispettore del lavoro. Il mancato pagamento degli stipendi, se non giustificato da vere difficoltà di bilancio, sono appropriazione indebita. Con la crisi il sistema di potere porta strategicamente in avanti una operazione di ridistribuzione di potere e reddito, a svantaggio di chi fatica. In discussione vi è il diritto di cittadinanza.

Nei prossimi mesi vedremo che il sistema tenterà di legittimare l’anomalia italica concentrando istituzionalmente il potere nelle mani di pochi uomini. Tenteranno di modificare la carta costituzionale per imporci il regime di classe che ha sempre gestito il potere italico contro lo Stato costituzionale di diritto. Il sistema dei due terzi, in crisi, vede quaranta “saggi”, proporre modifiche costituzionali al parlamento dei nominati. La modifica vuole la concentrazione del potere in poche mani. Quella concentrazione punta alla esclusione istituzionale di ogni rivendicazione di trasparenza da parte del popolo.

Le oligarchie vogliono il potere assoluto. Lavoratori, disoccupati, intellettuali, devono esercitare una mobilitazione di massa nella difesa dello Stato costituzionale di diritto. Dobbiamo pretendere l’applicazione concreta della carta costituzionale, non la sua negazione!  Dobbiamo uscire dalla subalternità pretendere, rappresentanza sindacale, come quella politica, concretamente verificabile, con regole che diano certezza del diritto.

Io Carmine Cocorocchio, nel rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, in onore dei martiri che l’hanno conquistata sacrificando la vita: Ora e sempre resistenza!

13 aprile 2019

La reazione a catena del caso Assange

Barbara Spinelli - Il fatto Quotidiano
19 marzo 2019

Lettera aperta al segretario generale del PD Nicola Zingaretti

Massimo Villone, Alfiero Grandi, Silvia Manderino, Domenico Gallo