La crisi del capitalismo, che è irreversibile, sta scaricando tutte le sue
drammatiche conseguenze sulle spalle dei lavoratori di tutti i settori. Il
capitale nazionale ed internazionale vorrebbe uscire da questa crisi
aumentando lo sfruttamento, il precariato, le delocalizzazioni e la miseria.
Ma il capitale è stretto in una morsa mortale fra necessità di ampliare il
consumismo e una crisi derivata dalla sovrapproduzione dei beni.
Il governo di Berlusconi e dei suoi complici è al servizio di questa logica
e persegue una politica economica che produce disperazione e passivizzazione
sociale, disoccupazione, cassa integrazione e precarietà.
Il governo Berlusconi-Bossi-Fini che ha l'avallo del Vaticano è un governo
autoritario,razzista e anti-operaio. Le sue scelte sono basate su una
politica economica che attacca in continuazione le condizioni materiali e
normative dei lavoratori( i salari sono sempre più bassi ed inadeguati per
una vita dignitosa, lo squallido Brunetta tenta in continuazione di
opprimere e "controllare" in modo totalitario i lavoratori del Pubblico
Impiego, cercando di demonizzarli, manipolando e rovesciando la realtà),
sulle privatizzazioni selvagge(vedi il decreto di privatizzazione della
gestione dell'acqua, i finanziamenti pubblici alla scuola privata ecc.
ecc.), sui finanziamenti alle banche e ai centri finanziari, usando denaro
pubblico, sulla persecuzione metodica e violenta dei lavoratori immigrati e
dei loro fratelli che cercano di venire nel nostro paese e sul
restringimento sistematico dei diritti sociali e civili conquistati con dure
lotte negli ultimi 40 anni.
Il governo Berlusconi e dei suoi complici tentano in ogni momento di violare
la stessa Costituzione repubblicana e antifascista nata dalla Resistenza,
approvata 60 anni or sono e frutto del compromesso fra le forze della
borghesia e quelle del proletariato.
Il governo Berlusconi afferma di fatto il principio che "la legge NON è
uguale per tutti", proponendo pervicacemente leggi "ad personam" per
garantire allo stesso Berlusconi l'opportunità di non essere processato( ma
se si ritiene " così innocente , non mafioso e vittima del sistema
giudiziario, perché non si fa processare?) e la sua impunità. Si vuole
istituzionalizzare il principio per cui esistono due livelli di giudizio:
uno per i potenti e uno per le classi oppresse. Chi non si oppone
esplicitamente a queste pratiche e cerca di dialettizzarsi con l'attuale
blocco di potere E' COMPLICE di questa stessa politica. Non è concepibile
che si dichiari di essere contro l'attuale governo e poi ci si mostri
disponibili a mettere mano alla Costituzione per stravolgerla in peggio,
come fa il PD. E' grave che non si colga la pericolosità di questo governo
con le sue involuzioni autoritarie e para-fasciste.
Il governo Berlusconi è il governo dello stravolgimento e della
manipolazione politica, teorica, storica, culturale e del linguaggio.
Nessuno, o molto pochi, in questi anni hanno colto e combattuto nei fatti il
tentativo di Berlusconi e dei suoi complici di stravolgere e manipolare la
realtà storica e politica gettandola in pasto alla parte meno còlta e
attenta della popolazione: si è cercato di mettere sullo stesso piano i
Partigiani e i repubblichini, si sono stravolti i fatti reali inerenti la
questione delle foibe, si usano costantemente termini come "Riforme" per
indicare in realtà controriforme involutive e reazionarie e anti-popolari(
vedi pensioni e leggi sul precariato), gli indiziati per reati gravi ( vedi
Dell'Utri, Berlusconi, Cosentino ecc.ecc. accusati di concorso esterno alla
mafia ) vengono fatti passare per vittime incolpevoli, mentre i compagni e
gli antifascisti vengono sbattuti in carcere per mesi ed anni a prescindere
dalle prove di reato e senza che si concludano i processi, un ministro come
Brunetta incompetente, complessato e rapace insulta impunemente milioni di
lavoratori, ribaltando la vera realtà, senza che nessuno si opponga
significativamente ecc. ecc. Le missioni di guerra in Afghanistan, Iraq,
Somalia, Kossovo ecc. sono spudoratamente propagandate da tutti e sei i
canali televisivi controllati da Berlusconi e dall'ineffabile ministro delle
guerre La Russa( ex-fascista) come missioni di pace, i militari uccisi in
teatri di guerra, vengono spacciati come eroi-missionari ecc.ecc.
Il "berlusconismo" con i suoi potenti mezzi di comunicazione sta cercando di
criminalizzare termini come "comunismo", "lotta di classe", "conflitto", in
modo da bandirli dal linguaggio comune e dalla comunicazione ufficiale e
dall'insegnamento scolastico, senza che ci sia una reazione adeguata a
questo scempio. Anzi "le forze di opposizione" non contrastano questa
deriva, ma in alcuni casi sostengono attivamente questo processo
revisionista e manipolatorio.
Per tutte queste sintetiche considerazioni diventa improrogabile e
fondamentale organizzarsi autonomamente per scacciare questo governo che non
solo sostiene una politica anti-proletaria e che non rappresenta la
maggioranza del paese, ma che di fatto costituisce un'anomalia
costituzionale anche dal punto di vista borghese ( vedi conflitto di
interessi e legge elettorale anti-democratica ). Partecipare alla
manifestazione del 5 dicembre 2009 a Roma con questi contenuti politici e
con le parole d'ordine prevalenti nell'area comunista acquista quindi un
significato politico specifico: CACCIARE BERLUSCONI SULL'ONDA DI UN
MOVIMENTO DI LOTTA CHE CREI LE CONDIZIONI PER UNA NUOVA FASE POLITICA CON AL
CENTRO LE ESIGENZE E I BISOGNI DEL NUOVO PROLETARIATO. A Roma non ci dovrà
essere solo la solita sfilata che si esaurirà in sé stessa, ma questo
appuntamento dovrà costituire l'inizio di un percorso articolato di lotte
sociali che portino alla caduta di questo governo anti-operoia e razzista.
Berlusconi e i suoi complici condizionano e ricattano il paese da 15 anni.
Non si può rimanere indifferenti e ignavi di fronte alla sua arroganza e
spregiudicatezza . La caduta di Berlusconi non la si può delegare ai "giochi
Parlamentari". Dobbiamo prendere in mano il nostro futuro e non delegare a
nessuno l'organizzazione della lotta contro questo governo e tutti i governi
della borghesia che dovessero succedere a questo.
Se questa è un'analisi oggettiva dei fatti occorre anche, per comprendere
meglio la situazione, denunciare l'oggettiva complicità, favorita anche dall'impotenza,
delle forze di opposizione istituzionale con il PD in testa. Ma non si
possono neppure tacere le gravi responsabilità politiche di Rifondazione e
del "bertinottismo" nell'aver creato e diffuso negli ultimi anni
demoralizzazione, sfiducia, revisionismo storico, squallide e manipolatorie
tesi sulla non-violenza e sconcerto nel nuovo proletariato.
La risposta a questa grave crisi della sinistra e dei comunisti non può
essere certo quella costituita dall' esperimento in corso che si propone di
realizzare la Federazione di quel che e' rimasto di PdCI e Rifondazione più
alcuni gruppuscoli inesistenti e sopravvissuti al passato
Questa soluzione è politicamente, temporalmente e sostanzialmente inutile,
inadeguata ed inefficace. Costituisce un tentativo mistificatorio e
"ripropositivo" di quanto avvenuto nel passato con la "sinistra arcobaleno".
Si cerca di sommare due o tre realtà che non hanno più alcun insediamento
sociale per riproporre di fatto le stesse pratiche del passato devastanti e
controproducenti. Invece di lavorare con metodo per realizzare e ricostruire
un insediamento sociale sostanziale, si ribalta il meccanismo, per cui si fa
una federazione priva di contenuti politici significativi , che risponde
solo ad esigenze elettoralistiche contingenti (elezioni regionali del 2010).
La federazione fra PRC e PdCI e altri satelliti opportunisti e
insignificanti è destinata a fallire, nonostante il tentativo esplicito di
strumentalizzare organismi, movimenti, comitati, gruppi e associazioni
presenti sul territorio per supplire alla loro assenza di insediamento
sociale. I risultati elettorali di due anni orsono non furono altro che lo
specchio di una crisi politica che viene ben più da lontano. La sinistra che
si autodefiniva ancora comunista aveva costruito attorno a sé un ceto
politico burocratico legato affannosamente al potere istituzionale
(sottogoverno, assessorati ai vari livelli istituzionali, consiglieri
regionali, consigli d'amministrazione degli Enti Pubblici ecc. ecc.), che ha
scimmiottato malamente il ceto politico della borghesia, assumendone gli
aspetti peggiori quali l'arroganza, l'inadeguatezza culturale e politica e,
in alcuni casi, anche la corruzione. Per questi ed altri motivi altrettanto
gravi, qualsiasi processo serio ed unitario di fondazione di una nuova
formazione comunista dovrà passare necessariamente fuori e contro tutto il
ceto politico che ha coscientemente operato per la cancellazione della
presenza comunista nel nostro paese.
In questo contesto la mancanza di una valida ed unitaria formazione
comunista in grado di raccogliere esigenze e bisogni del nuovo proletariato
ritarda il precipitare della crisi e una soluzione alternativa di potere e
di governo.
La nascita di una nuova formazione comunista unitaria dovrà passare
necessariamente attraverso il ridimensionamento del ruolo dei vari gruppi
della galassia "auto proclamatasi" rivoluzionaria e comunista e l'azzeramento
dei gruppi dirigenti già " pre-costituiti".
Gli anni dal 2006 al 2008 che hanno visto i partiti della "sinistra"
partecipare al governo moderato di Prodi, e la conseguente loro
cancellazione dal Parlamento, hanno sancito definitivamente il mutamento
genetico degli eredi non meritevoli della "sinistra storica". L'avallo ai
finanziamenti delle missioni militari e quindi della politica imperialista
del nostro paese, l'accettazione delle politiche e delle compatibilità
imposte dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Mondiale e dalla
Banca Centrale europea, la non volontà e l'incapacità nel contrastare i
processi di precarizzazione della forza-lavoro, il sostegno della
contro-riforma delle pensioni ecc. stanno lì a spiegare il perché, per la
prima volta nell'ultimo secolo (a parte la parentesi fascista, ma non di
tutto il periodo del regime) la classe sfruttata non ha più alcuna
rappresentanza parlamentare. Dentro questo contesto rischiano di essere
altrettanto inadeguate e riduttive alcune risposte che vengono avanzate da
settori di diversa ispirazione comunista, di fronte all'attacco strategico
che la borghesia e i suoi apparati statali stanno portando a tutta la classe
lavoratrice, sia sul piano delle condizioni materiali, sia su quello delle
libertà individuali.
Oggi i militanti e i quadri comunisti isolati nella società, o presenti in
alcuni gruppi organizzati hanno un compito gigantesco: la ricostruzione di
una forza comunista che faccia tesoro degli strumenti scientifici di analisi
marxista-leninista e dell'esperienza storica dei comunisti nell'ultimo
secolo, tenendo conto dei limiti, ma anche degli aspetti positivi presenti
nei diversi tentativi di costruzione di una società socialista (dall'URSS
alla Cina, da Cuba al Venezuela e dal Vietnam alla Bolivia fino al Nepal).
Quindi non si tratta di costruire una sinistra plurale( che significa? Che
cosa sarebbe?) e neppure una generica sinistra anti-capitalista, ma una
nuova organizzazione comunista che lavori con metodo per l'abbattimento
della società capitalistica e per la realizzazione della società socialista,
come fase di transizione al comunismo.
Il percorso per raggiungere questo obiettivo comporta delle scelte
conseguenti sia sul piano politico che organizzativo. In sostanza non più un'organizzazione
concepita sui modelli dei partiti borghesi, funzionale prevalentemente alle
scadenze elettorali, ma un partito di quadri e di militanti in grado di
radicarsi nei luoghi di produzione, di studio e nel territorio e capace di
accumulare forza e realizzare egemonia fra il nuovo proletariato e in altri
settori della società.
Noi riteniamo indispensabile che si debba compiere uno sforzo culturale per
uscire dalla difesa sterile del proprio "orticello" organizzativo o da
"furbismi" annessionistici, compiendo una profonda e radicale rivoluzione
culturale, in grado di rimescolare tutte le carte sul tavolo(leggi gruppi,
partiti, partitini, associazioni ecc. ecc.). Per spiegarsi meglio: sarebbe
suicida pretendere di risolvere il problema della presenza di una formazione
comunista, avviando semplicemente un processo che porti all'adesione a
qualche organizzazione già presente; oppure ritentare un processo di
unificazione o di federazione fra i gruppi d'ispirazione marxista-leninista
nel nostro paese, come la nostra associazione, con altri compagni, tentò di
fare un decennio fa. Dobbiamo prendere atto del fallimento politico e
organizzativo di tutti i gruppi autoreferenziali.
Non si può pensare di mettere le basi per una nuova forza comunista, se
contemporaneamente vengono attivate due o tre"costituenti comuniste" che
procedono a prescindere l'una dall'altra. Una vera "Costituente", a nostro
avviso, dovrà avere come soggettività protagoniste tutte le strutture e i
soggetti che avranno il coraggio politico, culturale ed organizzativo di
mettere in discussione il "proprio status". Oggi si tratta di compiere un'impresa
enorme e difficile, che passa attraverso la messa in discussione e lo
stravolgimento non solo dei gruppi dirigenti della sinistra storica uscente,
ormai del tutto omologata al sistema, ma anche di tutte quelle realtà
minoritarie già consolidate, ma che rischiano di perpetuare se stesse e
garantire solo la loro presenza, seppur dignitosa e rispettabile, ma non
adeguata storicamente e politicamente all'attuale contesto storico-politico.
Oggi il proletariato ha bisogno di risposte più alte e meno asfittiche, che
non stanno certo dietro l'angolo, o nella bacchetta magica di qualcuno, ma
nella disponibilità di migliaia di militanti comunisti e di avanguardie
rivoluzionarie a discutere, confrontarsi e lottare per garantire in un
futuro non biblico la possibilità di costruire una nuova formazione
comunista che sia la sintesi teorica e pratica delle esperienze storiche
rivoluzionarie dell'ultimo secolo, applicate in un paese a capitalismo
sviluppato.
Lavorare per rilanciare il processo di costruzione di una nuova formazione
comunista è l'unica via per farci uscire dalla confusione e dalla sfiducia
in cui la borghesia tende a far precipitare le masse popolari sfruttate.
Quindi occorre aprire un confronto ed una discussione seria, che sia in
grado di destrutturate le vecchie appartenenze. In sintesi è necessario
volare più alto, usando sobrietà e modestia, perché la partita in corso ha
una valenza storica. Niente risulta impossibile per i rivoluzionari
comunisti. Le ultime esperienze del Sudamerica e del Nepal sono lì a
dimostrarlo nella loro complessa semplicità e chiarezza.
VIA BERLUSCONI E I SUOI COMPLICI PER APRIRE UNA NUOVA FASE POLITICA! TRASFORMIAMO LA CRISI CAPITALISTA IN UNA OPPORTUNITA' PER COSTRUIRE GLI STRUMENTI POLITICI ADATTI A REALIZZARE UNA SOCIETÀ LIBERATA DALL'OPPRESSIONE DEL LAVORO SALARIATO