La domanda è: perché gli italiani riuscirono a liberarsi di
Mussolini, un tiranno armato, e non sono capaci di licenziare
Berlusconi, che non ha milizie e ha instaurato un regime
autoritario ma non feroce? Forse perché Berlusconi non ha una
politica, ma governa nell'assenza della politica. il suo
qualunquismo totale agli italiani evidentemente piace.
Mussolini aveva una politica estera e cercava di cogliere gli
ultimi vantaggi dell'imperialismo. Commise l'errore fatale di
allearsi con il nazismo hitleriano per la conquista del mondo e fu
travolto nel suo fallimento. Berlusconi non ha una politica estera,
è pronto a passare dall'alleanza con gli Stati Uniti a quella con
la Russia, ma agli italiani la cosa sembra indifferente, come ai
tempi di "Francia o Spagna purché se magna". Mussolini aveva
creato un regime autoritario nazionalista che per certi versi
piaceva agli italiani vanesi superficiali, un regime di cui era
palese la debolezza: il gallo fascista che cantava su un mucchio di
letame ma che coltivava l'amor proprio dei suoi sudditi fino
all'ora della delusione totale. Berlusconi non ha creato nessun
regime politico, ma qualcosa di peggio: l'assenza della politica,
ha autorizzato gli italiani a fare i loro comodi.
Che cosa è la corruzione berlusconiana? Un permesso generale di
furto, un invito a rubare allo Stato a vantaggio dei privati furbi.
Il fascismo era un regime a tre piani: il mussoliniano, il
clericale o partito dei vescovi, e il capitalista, i padroni del
vapore "il grigio Pirelli" e "l'infido Agnelli", la rete delle
parrocchie e la monarchia. A questi poteri antichi e sovrapposti
Mussolini si consegnò senza sospettare la congiura in corso,
accettò l'invito del sovrano all'ultima udienza e fu congedato con
una frase perfida di falsa cortesia piemontese: "C'am fasa el
piasì", mi faccia il piacere di togliersi di mezzo, e fuori lo
aspettava il colonnello dei carabinieri e l'autoambulanza che fu la
sua prima prigione. Una rivoluzione autoritaria che si credeva
padrona del paese e che finiva in un arresto clandestino, in una
congiura di palazzo organizzata da Dino Grandi, ministro degli
Esteri firmatario e promotore della condanna del Gran Consiglio,
l'organo creato per difendere il duce e che invece lo liquidava.
Berlusconi e la sua fine politica sono altra cosa: l'uomo è
tuttora in piedi, per merito dei suoi difetti più che delle sue
virtù. Lui ha fatto il gallo del pollaio cantando sul mucchio di
letame, ma ha permesso a milioni di italiani di fare i comodi loro,
di non pagare le tasse, di saccheggiare lo Stato. La sua formazione
di imprenditore abile e fortunato si è rivelata una iattura,
prevedibile, perché quando alla guida di un paese arriva a furor
di popolo uno che è nato per far soldi, per essere il capo degli
avidi, è chiaro che guiderà il saccheggio.
Tutti si chiedono perché resti al potere anche se dice cose
intollerabili, come il "forza gnocca" come nome del partito della
rinascita. Resta al potere perché il suo regime di autoritarismo
morbido senza torturati e fucilati ha ucciso l'orgoglio, la
protesta, l'indignazione degli italiani, la loro ribellione al
satrapo e alle sue laide barzellette. Un'immensa platea di decine
di milioni di persone apre le televisioni e legge i giornali per
sapere che il cavaliere di Arcore ha di nuovo dato fuori di matto,
ma non si sa più come fermarlo, come interdirlo. Nel 1945 avemmo
l'illusione, la speranza che fosse tornata, e tornata per sempre,
la democrazia, il tempo della ragione e della solidarietà. Ci
siamo sbagliati: è arrivata una stagione di privilegio e
soperchierie. Chi di noi, diciamocelo, ha ancora il coraggio di
dire ai nostri figli che gli abbiamo preparato una vita nella
libertà e nella giustizia?
Mussolini era un tiranno armato, il Cavaliere invece ha realizzato un autoritarismo morbido che, con le barzellette e la corruzione, ha ucciso l'orgoglio degli italiani, ne ha eroso l'anima. Per questo il capo del fascismo è finito a piazzale Loreto, mentre questo non siamo stati ancora capaci di mandarlo via