Berlusconi si associa a Gheddafi e acquista il 25% di una televisione tunisina

di MIGUEL MORA - El País (traduzione dallo spagnolo di José F. Padova) - 08/09/2009
Il capo dell’Esecutivo italiano lo scorso agosto concesse un’intervista a Nessma TV, nella quale sottolineò l’importanza di costituire “buoni castings femminili”

L’oscuro trattato bilaterale di amicizia firmato nell’agosto 2008 a Bengasi (Libia) da Silvio Berlusconi e Muammar Gheddafi finora è risultato controverso, a causa del patente baratto di gas e petrolio contro immigranti clandestini, che ora l’Italia consegna alla Libia con flagrante inadempimento del loro diritto d’asilo. Una piccola notizia collaterale, circolata lo scorso giugno, era passata quasi inavvertita. Si tratta dell’acquisto, da parte della società libica Lafitrade, del 10% di Quinta Communications. Lafitrade, con sede in Olanda e sotto controllo libico, riporta alla famiglia di Gheddafi attraverso Lafico. Quinta Communications è produttrice e distributrice, fondata nel 1990 dal finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar, socio e amico intimo di Silvio Berlusconi. La principale società finanziaria del Cavaliere, Fininvest, alla fine del 2008 possedeva il 29,67% delle azioni di Quinta attraverso la sua struttura lussemburghese, Trefinance. Dopo l’aumento di capitale Berlusconi mantiene intorno al 22%.
 
La notizia del sodalizio privato fra Berlusconi e Gheddafi è stata ripresa adesso da The Guardian, che mette in rilievo lo “sconcertante conflitto d’interessi” e un “interesse comune in affari, altamente discutibile”. Durante la sua ultima visita a Tripoli, un giorno prima dei festeggiamenti per il 40° anniversario della rivoluzione di Gheddafi, Berlusconi tastò il terreno col leader libico, fra barzellette ed effusioni, circa un possibile acquisto del Milan A.C. da parte dei fondi controllati dal colonnello.
 
Tarak Ben Ammar, che è stato consigliere [d’amministrazione] di Mediaste e oggi lo è di Mediobanca (con Marina Berlusconi, la figlia maggiore del primo ministro italiano) e di Telecom (principale azionista della televisione privata La 7), è stato uno dei grandi promotori dell’accordo fra Libia e Italia. Il 10 di giugno Ben Ammar partecipò alla cena di gala offerta da Berlusconi a Gheddafi durante la sua visita a Roma. Mesi prima, in febbraio, Ben Ammar, insieme al presidente di Mediobanca, Geronzi, assistette a un incontro ufficiale con una delegazione libica presieduto da Berlusconi.
 
Secondo The Guardian, Quinta Communications e Mediaste, l’impero televisivo di Berlusconi, hanno acquisito ognuna il 25% della nuova televisione satellitare maghrebina Nessma TV. Sabato scorso Ben Ammar ha spiegato che Nessma TV è proprietà sua e di Berlusconi, ognuno al 25%, e di due soci tunisini per il rimanente 50%. L’ingresso di Gheddafi in Quinta Communications, dichiarò, è avvenuto “solamente perché è interessato a produrre film sul mondo arabo”.
 
Il 23 agosto Berlusconi visitò Tunisi (luogo di realizzazione di Baaria, la superproduzione della sua Medusa, presentata ora a Venezia) e diede a Nessma una lunga intervista in francese [vedi l’intervista in Youtube], durante la quale segnalò che il suo governo “mantiene il cuore aperto verso gli immigranti e offre loro casa, lavoro, scuole e ospedali” [ndt.: le affermazioni di B. si trovano verso la metà della seconda parte del filmato, sottotitolato in italiano]. Definì la televisione come “il grande veicolo di democrazia per influire sulle masse” e mise in rilievo l’importanza di realizzare “buoni castings femminili”, materia nella quale, chiarì, lui ha “grande competenza”. Prima di andarsene chiese alla presentatrice il numero di telefono.
 
Testo originale


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