E’ TEMPO DI RESISTENZA ATTIVA

di Vincenzo Andreucci-Presidente del Comitato Cesenate per la Costituzione - 07/03/2010
Il comportamento della maggioranza di governo non può che rafforzare i timori per la tenuta della democrazia nel nostro paese

E’ la mattina del 6 marzo, da poche ore il consiglio dei ministri ha approvato un decreto “interpretativo” della legge elettorale che dovrebbe consentire ai TAR del Lazio e della Lombardia di ammettere le liste PDL, respinte dagli uffici elettorali, la prima perché inesistente, la seconda perché corredata da firme false. Anche il più sprovveduto studente di giurisprudenza sa che una legge interpretativa è in realtà una legge modificatrice della normativa vigente, costituita dal testo di legge e dalla interpretazione consolidata. Chiamare interpretativo il decreto significa soltanto collocare una grande foglia di fico sulla vergogna di un abuso di potere in una materia delicatissima, quella elettorale, che attiene all’esercizio della sovranità popolare.

Questo comportamento della maggioranza di governo non può che rafforzare i timori per la tenuta della democrazia nel nostro paese e la necessità di una attentissima vigilanza su ciò che avverrà dopo le elezioni regionali, quando inizierà la stagione delle riforme istituzionali promessa dal centrodestra. Quelle riforme che Berlusconi, come ha dichiarato a Bonn, e conferma rudemente la scelta del decreto “interpretativo”, è disposto a fare anche da solo, se l’opposizione non si adegua alle sue logiche.

La galassia dei comitati e gruppi per la difesa della Costituzione esistenti in Italia ha colto la gravità del momento e la necessità di iniziare una mobilitazione che coinvolga tutti coloro che non sono disposti ad accettare riforme che stravolgano l’ordinamento istituzionale voluto dai Costituenti. Il 27 febbraio si è svolto a Firenze un convegno nazionale promosso dal Coordinamento dei comitati locali per la difesa della Costituzione. Il 2 marzo si è svolto a Bologna un incontro dei numerosi comitati esistenti nella regione Emilia e Romagna. Il comitato cesenate ha partecipato attivamente ad entrambi gli incontri, che hanno assunto importanti decisioni.

L’azione dei comitati, necessariamente coordinata ed armonica per potere essere efficace, sarà diretta nella prima fase a seguire con attenzione il processo di riforma, studiandolo con attenzione e competenza, denunciandone gli elementi incompatibili con la Costituzione, agendo direttamente soprattutto nei confronti del parlamentari delle opposizioni, ma anche dei parlamentari della maggioranza intelligenti e capaci di valutazioni autonome sul bene per il Paese. Ciò al fine di impedire l’approvazione di riforme inaccettabili o, quantomeno, di impedire che siano approvate dai due terzi dei parlamentari, consentendo in tal modo la successiva indizione di un referendum popolare, analogo a quello promosso e vinto nel 2006. Nella seconda fase, nell’ipotesi che sia approvata dal parlamento una riforma inaccettabile, l’impegno sarà diretto a promuovere e a gestire efficacemente il referendum popolare.

I comitati, raccogliendo l’invito del Presidente Scalfaro, hanno deciso di invitare tutti i candidati alla presidenza delle regioni a dichiarare formalmente, entro il 15 marzo, se intendono impegnarsi a promuovere la richiesta di referendum da parte dei propri consigli regionali “qualora, disattendendo la chiara volontà espressa dal popolo italiano nel referendum del 2006, il Parlamento modifichi con maggioranza inferiore ai due terzi dei suoi membri l'assetto costituzionale della nostra Repubblica sia trasformandola da parlamentare in presidenziale o alterando l'equilibrio dei poteri, sia riducendo l'indipendenza della magistratura, sia condizionando la composizione e le funzioni della Corte Costituzionale”.

Le risposte dei candidati saranno rese pubbliche dai comitati affinché i cittadini che non sono disposti ad accettare stravolgimenti della Costituzione e della democrazia sappiano di chi possono fidarsi.


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