Federalismo o secessione?

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 12/01/2011
Il 28 gennaio si votano i decreti attuativi del Federalismo, di cui la Lega non fa che parlare. Ma cosa si nasconde in queste norme?Si tratta in realtà solo di un cavallo di Troia che porta alla secessione?E il popolo della inventata Padania cosa ne pensa di questo tema e della Lega? Perché nessuno glielo chiede?

Quando si parla di Federalismo, forse anche per confondere le acque, si citano gli Stati Uniti e la Svizzera. Forse la lega lo fa per darsi una vernice di rispettabilità e di affidabilità a livello politico. Peccato che sia gli americani che gli svizzeri abbiano il massimo rispetto, deferenza e amore per la propria bandiera, per il proprio inno e per tutte le cose che – nella diversità e specificità – li fanno un solo popolo, con gli stessi ideali e la stessa fraterna solidarietà. Nessun americano e nessuno svizzero sputerebbero sulla bandiera nazionale. Non lo farebbero, ma – e questo è altrettanto importante – nessuno mai permetterebbe loro di farlo.

Cosa che invece succede qui e infatti quando nel 2002 Bossi fu denunciato per vilipendio alla bandiera, per aver detto che l’ avrebbe usata come carta igienica (art.292 Codice Penale)* la Camera votò contro la sua incriminazione e vogliamo qui ricordare che, per salvarlo, insieme alla maggioranza berlusconiana votò anche Rifondazione Comunista.

Così è anche per via di quel precedente che adesso la Lega si permette di parlare con disprezzo dei festeggiamenti dell’unità d’Italia e nessuno ricorda ai suoi dirigenti che sono i cittadini italiani che pagano i loro lauti stipendi di rappresentanti di uno stato che non riconoscono e che disprezzano. E questo è davvero grottesco e non dovrebbe essere consentito!

Eppure tutti tendono a ridimensionare anche le esternazioni violente, le minacce di fucili e di sollevazioni armate fatte da Bossi e dai suoi, come fossero solo battute, puerilità. Tutto questo è folle! Ed è inconcepibile che l’opposizione abbia permesso che si abbassasse la soglia di tolleranza fino al punto che ciascuno possa dire qualunque sconcezza contro le istituzioni del paese, senza rischiare nemmeno una denuncia.

Alla Lega non gliene frega niente del resto d’Italia, ma solo degli abitanti del Veneto e della Lombardia e che soprattutto siano leghisti. Sono capaci di far pagare a tutto il paese la multa europea per aver protetto 67 morosi delle quote latte e tutti glielo lasciano fare. Naturalmente non stupisce che il cavaliere e la sua maggioranza non facciano una piega, visto che la Lega è rimasto l’unico puntello per questo governo dissestato e il cavaliere non può che inchinarsi a ogni richiesta avanzata dal suo padrone in camicia verde. Ma che ci passino sopra gli altri, questo è davvero incomprensibile.

Vi pare dunque che lo stato federale che vuole la Lega, sia dello stesso tipo di quello della Svizzera o degli USA? Evidentemente no. E’ chiaro che il federalismo è un alibi, è solo un primo passo verso la secessione della cosiddetta Padania, una sorta di “isola che non c’è”, inventata di sana pianta e alimentata da concorsi di bellezza, o gli esami di dialetto e altre amenità di questo tipo. Ma la gente della Padania è d’accordo? Vediamo di capirci qualcosa.

Lega idiomi villaggio

Il fatto è che l’opinione pubblica è continuamente fuorviata! Sembra non essere del tutto chiaro ai cittadini infatti che la Lega sia un partito di minoranza, anche nelle regioni in cui prende più voti. Si è lasciato che lievitasse l’immagine di un partito vittorioso e invincibile, in continua ascesa, ma a guardare i dati e i numeri le cose non stanno esattamente così.

A livello nazionale, nelle ultime elezioni politiche la Lega ha preso l’8,3 %, questo vuol dire che il 91,7 % dei cittadini NON vota per la Lega.

Ma, a proposito di grancasse propagandistiche, se – già che ci siamo – ci fermiamo a guardare bene percentuali e numero dei voti, scopriamo che il PdL nelle scorse politiche ha preso 13.628.865 voti, contro i 12.092.998 milioni di voti presi dal PD, ciò significa che la sbandierata stragrande maggioranza di cui parla il cavaliere è solo un’altra balla e che se non ci fosse la legge truffa sul premio di maggioranza col cavolo che potrebbe governare! Ma ci rendiamo conto della stupidità della sinistra, che di queste cose non parla mai e lascia che la gente creda a chissà quali e quanti voti e quale invincibile potere abbia il cavaliere??

Ma torniamo ai voti della Lega, perché i numeri a volte sono davvero molto illuminanti. Così si scopre che nella piccola circoscrizione di Veneto1, in cui la percentuale di voti leghisti è la più alta in assoluto, la Lega raggiunge il 28,2 % di voti, cioè in pratica significa che - anche in quella parte della regione in cui ha più voti - il 71,8 % dei veneti NON è leghista.

Per non parlare delle percentuali molto molto più basse raccolte dalla Lega in Lombardia e Piemonte. Nelle altre regioni italiane poi non esiste proprio. Allora, di cosa stiamo parlando? Non stiamo lasciando che si dicano un po’ troppe esagerazioni sulla presenza e forza leghista anche nel Veneto e in Lombardia? E chiediamoci: se la Lega non ricattasse Berlusconi avrebbe ottenuto tutto questo potere? Evidentemente no.

Ma intanto consentiamo che si facciano propaganda sui telegiornali, enfatizzando dati che in realtà non corrispondono a verità. Per esempio: si è permesso che si raccontassero cose fuorvianti, come il sondaggio fatto dal Corriere padano, dal quale risulterebbe che oltre il 90% dei suoi lettori è d’accordo con la Lega sul federalismo. Ma dico: siamo tutti scemi o cosa? Che razza di significato può avere un sondaggio simile su un giornale di parte??E’ come se si facesse un sondaggio sull’Unità su quanto piace il PD ai suoi lettori! Ma a che gioco stiamo giocando? Perché si dà tutto questo spazio a questo partitello di xenofobi razzisti? Perché lo si gonfia tanto, si parla delle loro percentuali come se fossero eccezionali, si decanta la loro organizzazione nel territorio e si dà per scontato che tutti i veneti siano leghisti? Poi però quando vai a verificare ti accorgi che le cose non stanno affatto così, vedi per esempio quello che è successo ad Adro: i genitori dei bambini che frequentavano la scuola con oltre 700 simboli leghisti glieli hanno fatti togliere. Dunque perché non dare la parola ai cittadini e magari fare un referendum su quello che vogliono davvero: sul federalismo, la secessione, lo stato italiano, la bandiera, l’inno... Vogliono davvero essere guidati dalla Lega? O vogliono restare italiani?

E’ importante capire che cosa voglia davvero la gente. Perché qui non si fa altro che dire che si opera in nome e per conto dei cittadini, ma nessuno li consulta mai e verifica se sono d’accordo davvero. Si millantano crediti che non si hanno e si spera che i polli abbocchino.

Si può capire che alla Lega dia credito Berlusconi, che – come dicevamo – senza quel supporto e quei voti tornerebbe a casa e sotto processo, ma tutti gli altri? Ma la sinistra???

Già, la sinistra... eppure è stato proprio da sinistra che è arrivato il primo accreditamento. Non ci credete? E allora leggete questa dichiarazione del super intelligentissimo Massimo D’Alema, intervistato da “Il manifesto” il 31 ottrobre 1995: «la Lega c'entra moltissimo con la sinistra, non è una bestemmia. Tra la Lega e la sinistra c'è forte contiguità sociale. Il maggior partito operaio del Nord è la Lega, piaccia o non piaccia. È una nostra costola, è stato il sintomo più evidente e robusto della crisi del nostro sistema politico e si esprime attraverso un anti-statalismo democratico e anche antifascista che non ha nulla a vedere con un blocco organico di destra».

Lo disse con la solita sicumera da padreterno ( e lo ha perfino ribadito più recentemente), nonostante le dichiarazioni fatte da Bossi nel 1992 quando portò la sua prima delegazione in Parlamento e scelse di sedere al centro dell'Aula dove stanno i seggi che «appartengono di diritto alla Lega». Così disse allora. Per lungo tempo il senatùr ha sostenuto di essere una forza centrista, tanto antifascista, quanto anticomunista e antilaburista: «noi siamo contro il fascismo come contro il comunismo» e «la Lega sta al centro della politica e può fare tutto quello che vuole. La base sa che occorre il cambiamento e che la Lega sta solo con i liberisti e mai coi laburisti».

E questo sarebbe un discorso di sinistra? Vero è che Bossi, nelle sue varie e diverse peregrinazioni politiche, passò a volo d’uccello anche per il PCI, ma se è per questo ci ha militato anche Giuliano Ferrara e perfino Bondi! E pure Maroni, che si era addirittura infrattato in quel gruppetto un po’ settario di Democrazia Proletaria. E del resto non ci sono mai peggiori anticomunisti degli ex comunisti, ma la Lega non è mai stata di sinistra. Forse a D’Alema sarà sembrato così, visto che al riguardo non sembra avere le idee chiare. Ma adesso poi la Lega è apertamente di destra, anzi: di estrema destra.

Infatti Borghezio o Marco Rondini sarebbero costole della sinistra? Non ci pare! Seguaci piuttosto dello stragista neonazista Franco Freda, che scrisse di voler “costituire in Italia un movimento politico esplicitamente razzista”. Dichiarò anche che era “finita l’epoca delle guerre civili europee” ma che si era all’inizio “delle guerre razziali” in cui “al colore dell’ideologia” si sarebbe sostituito “quello dell’epidermide”.

Sporchi negri pulcini

Non abbiamo voglia di ricordare qui le bravate di Borghezio, che proviene da Ordine Nuovo - organizzazione che è stata riconosciuta come centrale dello stragismo nero in Italia, fondata da Pino Rauti, il suocero di Alemanno, tanto per essere precisi - e dei suoi accoliti. Non vogliamo farne un caso specifico, perché Borghezio non è l’eccezione, il caso estremo isolato, Borghezio è l’espressione più vera della Lega e lo si vede bene dal comportamento complessivo di quel partito, dalle sue proposte di legge, dalle parole razziste, dagli insulti ai musulmani, agli ebrei, agli extracomunitari, agli omosessuali, pronunciate da troppi esponenti di questa Lega intollerante e ignorante... ma che razza di paese vogliamo che diventi il nostro, nelle mani di questa gente?

E cosa si nasconde davvero dietro il federalismo che propugnano, dal momento poi che ogni cosa che hanno fatto l’hanno fatta pensando a sé?E in cosa sarebbe migliore e rivoluzionario questo federalismo fiscale? O sono piuttosto solo chiacchiere agghindate su come staremo meglio se ognuno si tenesse le tasse sue, per farci “cornuti e contenti”?

Infatti la cosa non è così semplice e facile come la fanno apparire Bossi & co., per niente. Tanto è vero che ancora si sta discutendo sui decreti attuativi, sulle varie competenze comunali, provinciali, regionali rispetto allo stato, e sarà il 28 gennaio che sapremo se passeranno. Ma nel frattempo ci siamo chiariti le idee? Abbiamo davvero tutte le informazioni che ci servono? Abbiamo capito cosa cambierà in meglio o in peggio per noi? No. Perché nessuno ce lo ha spiegato in modo semplice e chiaro. Ma soprattutto siamo sicuri che tutti i cittadini avranno poi lo stesso trattamento riguardo alla sanità, ai trasporti, alle tasse e a tutti quei diritti che la Costituzione dice che dobbiamo godere in modo uguale su tutto il territorio dello Stato? No, non sarà così. Lo sappiamo già. Tutte le riforme fatte fino ad ora infatti sono state fatte per sottolineare e ampliare ogni divario, ogni differenza, ogni distanza. Riforme fatte per spaccare, per mettere contro, per dividere, come le parole di odio, gli insulti, le minacce contro comunisti, magistrati, giornalisti, zingari, extracomunitari, musulmani ed ebrei, verso chiunque sia contro il pensiero unico, abbia un cervello e pensi in modo autonomo.

Sarà un paese pieno di diseguaglianze sociali, etniche, culturali ed economiche, quello che vuole la Lega e che vuole Berlusconi. Un paese lontano anni luce dalla civiltà, dal progresso, dalla cultura, dall’uguaglianza, dall’equilibrio, dalla solidarietà. Ma davvero glielo lasceremo fare?

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