Il diritto ad avere diritto

di Carmine Cocorocchio - 06/12/2012
L’informazione, con poche eccezioni, commenta positivamente la sentenza della Corte Costituzionale. Il ricorso del Capo dello Stato, per il conflitto di attribuzione, contro la Procura di Palermo

Le intercettazioni telefoniche, sia pure indirettamente acquisite dalla Procura di Palermo, debbono essere immediatamente distrutte dal Gip su richiesta della stessa Procura che ne è venuta in possesso.

La Corte Costituzionale sentenzia sull’intangibilità delle prerogative del capo dello Stato. L’informazione inneggia positivamente alla decisione della Corte Costituzionale. Le intercettazioni del Capo dello Stato avvengono in fase d’investigazione della procura di Palermo sulla trattativa Stato mafia. L’investigazione vede coinvolti, autorevoli ex ministri e ex presidente del Csm. L’informazione soddisfatta della sentenza, banalizza quanto avviene nel parlamento della Repubblica italiana. In quel luogo, per Costituzione, dovrebbe esercitarsi sovranità del popolo.

In quel luogo si profila l’ennesimo fallimento sulla riforma elettorale. Il liberista riccone di Arcore, ritiene per se stesso conveniente stendere la lista della pattuglia di parlamentari che riuscirà a far eleggere con la legge “porcata”. Dalla sua residenza decide il fallimento di ogni trattativa parlamentare. La legge elettorale “porcata”, gli consentirà di nominare una pattuglia di fedelissimi con cui trattare l’interesse delle sue aziende.

Il parlamento italiano è in ostaggio del partito personale del manutengolo di Arcore. Glielo consente la legge “porcata”. La stampa, cortigiana tace. Nessun commento su istituzioni caricaturali che permettono fatti drammatici che farebbero scandalo in qualsiasi repubblica delle banane. La caricaturale sovranità, imposta, in barba alla Costituzione della Repubblica Italiana, è tradimento dello Stato.

Il crimine, impunito, chiama alla responsabilità, la Corte Costituzionale e il Capo dello Stato. L’anomalia italiana appare in tutta la sua gravità. Le nominate “persone per bene”, che siedono nel parlamento per legiferare in nome del popolo, decidono le riforme sulla base delle loro stretta convenienza con il potere. Il parlamento inquinato da partiti di proprietà. Quel luogo non è in grado di legiferare nell’interesse del popolo. Senza la democrazia, il parlamento è destinato a rappresentare gli interessi personali del potente di turno. In quel luogo si legifera per garantire impunità ai servi del potere.

Il Capo dello Stato si appresta a decretare il perdono per Sallustri. Il capo dello Stato, tace sul lavoratore extracomunitario, ambulante di Ladispoli, condannato per vendita di cd falsi. Il povero lavoratore extracomunitario, condannato per un crimine molto meno grave della  diffamazione giornalistica del direttore del “giornale”. Fall Alioune, senegalese,  36 anni, non ha possibilità di avere la detenzione domiciliare. Il venditore ambulante extracomunitario, privo di risorse, non ha esercitato il diritto di difesa. Il venditore ambulante ha cumulato condanne per anni di galera senza che nessun commentatore giornalistico si sia mai occupato di lui.

Il caso Sallusti e Alioune, emblematico, spiega la giustizia dello Stato italiano. Il Capo dello Stato grazierà Sallusti. Il capo dello Stato lascerà  marcire nelle luride carceri gli extracomunitari come Alioune. Il doppio binario della giustizia dello Stato italiano. Altro che inneggiare alla legalità dopo la sentenza sul conflitto di attribuzione.

Il nostro è regime di classe. Il regime, dopo aver prodotto la crisi, la  utilizza per disegnare una nuova mappa del potere. Il popolo che lavora, secondo, i manutengoli che gestiscono il potere, non hanno il diritto di avere diritto.

Questo paese è conosciuto al consesso internazionale per esportazione delle braccia a basso costo. Le rimesse di quelle braccia, hanno consentito lo sviluppo. Quelle braccia private della loro rappresentanza, scioperano oggi per ottenere la democrazia di fabbrica. Senza la democrazia dei luoghi di lavoro, non c’è democrazia.    

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