Il fascismo e la casta

di Carmine Cocorocchio - 27/08/2012
Il cittadino sente parlare genericamente di casta senza individuare con fatti specifici i responsabili di situazioni aberranti che sono da catalogarsi senza alcun dubbio criminali

La situazione debitoria italiana ha responsabilità precise nella nostra classe dirigente che ha gestito il potere. Le conseguenze sono addossate alla povera gente. La nostra classe dirigente è bravissima a solleva il polverone per impedire chiarezza e trasparenza.  Abbiamo mandato al potere la mistificazione. Tentiamo di dare un contributo alla chiarezza portando all’attenzione nello spazio che ci offre “liberacittadinanza” fatti, a cui è aperta la discussione.

Dal “fatto quotidiano”, apprendiamo che un dirigente della Rai, per una caduta dalla bici senza conseguenze, ha ricevuto 500 mila euro di rimborso. L’assicurazione che ha elargito la somma è pagata con il canone tv. Ricordo che la tassa del canone è pagato dal popolo italiano.

Solo pochi mesi sono trascorsi dalla morte sul lavoro di un operaio. Il poveretto montava  l’impalcatura per uno spettacolo di un cantante di grido. La morte di quell’operai è stata liquidata dall’Inail con 2 mila euro. L’Ente pubblico assicurativo ha rimborsato parte del funerale, ha sostenuto che la somma è dovuto come liquidazione alla famiglia in base alle leggi vigenti.

Il trattamento scandalosamente disuguale è violenza brutale, offesa per chi lavora e produce, è violenza al patto Costituzionale.

Il morto sul lavoro di un operaio pagata 2 mila euro. La caduta accidentale dalla bici di un dirigente pagata 500 mila euro.

Come non rilevare il trattamento violentemente di classe.

Una fatto simile dovrebbe innescare un dibattito feroce nel luogo della rappresentanza del popolo.

Non registro interrogazioni al governo non eletto. Non registro interrogazioni nel parlamento dei nominati rappresentanti del popolo. L’assenza di dibattito su fatti di questa rilevanza documenta che questi rappresentanti, rappresentano tutto, fuorché il popolo.

Questi nostri nominati rappresentanti del popolo, tornati dalle ferie si rimetteranno con grande lena a tramare per approvare una nuova legge elettorale per sostituire la sputtanata legge porcata.

Il loro impegno non è diretto a garantire la sovranità del popolo. No! L’impegno è diretto a garantire loro il companatico nel luogo del potere.

La rappresentanza è democratica se risponde delle aberranti leggi che hanno approvato nel luogo della democrazia.

Una rappresentanza che si sottrae dal rispondere è dittatura.

Il fascismo non era solo dittatura, ma carcere, confino, manganello, olio di ricino.

La dittatura italiana non è ancora fascismo unicamente perché sanno che troveranno quello che meritano.

La polemica in corso fra il segretario del Pd e il guru del movimento cinque stelle è solo un anticipo su quello che sarà la campagna elettorale.

In questo anticipo pirotecnico vediamo che il Pd ha scelto. Il suo concorrente al potere, il Pdl, ma l’avversario reale del Pd sarà il movimento cinque stelle.

“I fascisti del Web”: l’affermazione del segretario del Pd diretta al guru del movimento cinque stelle.

Un’affermazione priva di fondamento. Il web è mezzo democratico. Nel web non hai platee manipolate. Sul web devi rispondere.  Discutere democraticamente.

Dal segretario del partito che si candida al governo del Paese, mi piacerebbe conoscere l’opinione sul trattamento che il sistema riserva al dirigente della Rai caduto dalla bici e all’operaio morto sul lavoro. Piacerebbe conoscere in base a quali leggi un operaio vale meno di una vacca venduta al macello. In base a quale legge il dirigente può derubare il popolo. Se non ritiene che quel trattamento diverso, non sia un crimine verso chi lavora e paga le tasse.

Caro segretario del Pd, Il governo dello spread, composto da professori non eletti, ha ricevuto il consenso dai nominati rappresentanti del popolo. Quel governo ha controriformato le pensioni per la  povera gente, ha lasciato senza reddito miglia di lavoratori condannandoli alla fame, ha cancellato diritti e dignità per chi fatica con la controriforma del lavoro.

In una vera democrazia chi ha dato il consenso al governo del paese deve rispondere di quello che ha fatto in nome del popolo.

Sottrarsi dal rispondere di quello che è stato fatto è dittatura.

Le elezioni saranno una incognita più di quanto potete aspettarvi.

Il popolo è stanco della vostra ipocrisia.  
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