Il mondo del lavoro del tutto insignificante ed estraneo per la destra che ci governa....

di Lino D’Antonio Napoli - 24/03/2009
Giunge notizia dalla stampa che, nei prossimi giorni, in Consiglio dei Ministri, si discuterà per ridimensionare quanto sancito dal precedente governo di centro-sinistra, sul tema della sicurezza sul lavoro. Saranno mitigate le norme per i datori di lavoro e saranno abolite le pene detentive nei casi più gravi.

Che Berlusconi si preoccupi di riassicurare Confindustria e le Banche sulla crisi, sovvenzionando generosamente soprattutto gli imprenditori, non suscita alcuna meraviglia. Avendo dimostrato la destra, nelle sue multipli mutazioni attraverso più di un secolo, di poter cambiare pelle, corteccia esteriore, ma non l’essenza sua stessa, rimanendo totali in essa l’estraneità ed il disinteresse per il mondo del lavoro. Eppure, i componenti di questo mondo, i lavoratori, hanno votato in massa per le formazioni di destra, in attesa di rassicurante protezione, che non poteva ad essi in alcun modo pervenire quasi per una differenza genetica.

Giunge notizia dalla stampa che, nei prossimi giorni, in Consiglio dei Ministri, si discuterà per ridimensionare quanto sancito dal precedente governo di centro-sinistra, sul tema della sicurezza sul lavoro. Saranno mitigate le norme per i datori di lavoro e saranno abolite le pene detentive nei casi più gravi.

Quindi, le maglie esistenti, pur non strettissime, verranno dilatate oltremodo e, dato il quotidiano bollettino di guerra di morti sul lavoro, si piomberà in una situazione di assoluta illegalità. Senza regole, con leggi liberticide e con l’ammiccamento ai più furbi e disonesti, non curandosi dei lavoratori e degli ultimi, in una specie di mattanza in una terra di nessuno.

Pare che l’alibi più usato da esponenti governativi sia quello della crisi profonda, che investe le economie mondiali. Per tale motivo bisogna essere tolleranti in fatto di sicurezza: per non perdere il passo e rischiare in tal modo di risultare non competitivi e produttivi. Con il risultato che, in tempo di crisi, paghino sempre gli stessi ceti sociali, gli umili, penalizzati due volte, ovvero per la ristrettezza economica e sul versante dei diritti sempre più ridimensionati.

In simile, avvilente contesto credo modestamente che ci siano appigli non insignificanti di rilancio per raggruppamenti politici, che si dicano progressisti e di sinistra.

Penso anche che, se Berlusconi riuscirà a scavalcare indenne la crisi economica, appoggiandosi in primis a norme liberticide e penalizzando a più non posso il mondo del lavoro, rimarrà a lungo in sella ed il suo movimento politico sarà indissolubilmente funzionale al nostro vivere quotidiano. Molto peggio di un regime, in quanto non ci sarà la minima occasione di rendersene conto e ribellarsi di conseguenza.

Danni irreversibili sono già stati inflitti da questo blocco conservatore, reazionario, non di derivazione liberale, ma di stampo fascista, in una deriva di esclusiva logica padronale (dell’unico padrone), che ci governa.

Forse si è ancora in tempo, per tentare di scuotere la platea nazionale immersa nel torpore profondo, in cui l’ha relegata il “berlusconismo”. E che alla fine scoppi un minimo di indignazione civile intorno all’ennesima lordura, che vuole i lavoratori completamente indifesi, senza alcun schermo protettivo.

Potrebbe essere questo il buon inizio di un’era nuova, verso una concezione di società più solidale e giusta, essenziale come l’aria che si respira in questo momento, in cui il suddetto blocco reazionario si fonde nel “partito unico”,  che auspica di portarci del tutto verso il pensiero unico.

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