Il patto tradito

di Carmine Cocorocchio - 15/11/2012
I ragazzi a cui hanno negato ogni futuro, negato il loro legittimo diritto alla rappresentanza, pestati, perché reclamano più democrazia, più sapere, più soldi per la scuola pubblica. Gli studenti non sono i responsabili del degrado economico morale del Paese. Picchiare quei ragazzi è un crimine.

La telefonata del segretario della federazione a tarda notte mi avvertiva che la vertenza Fiat si era chiusa negativamente. Occorreva presidiare i cancelli e evitare colpi di testa. Alle cinque, davanti al cancello ingresso verniciatori e lastratori, dello stabilimento Fiat Cassino. Il presidio era calmo. La folla dei lavoratori si stringeva intorno a noi, attendeva informazioni. Dall’impianto di amplificazione spiego che il presidio non è tolto. La valutazione dei termini della vertenza sarà sottoposta alla valutazione del Cdf. Una balla.

Sapevamo tutti della sconfitta. Nessuna obiezione dai lavoratori che si allontanano, chi per raggiungere altri presidi, chi per raggiungere le abitazioni. Nessun colpo di testa. La vertenza cambierà profondamente il movimento. La crisi del settore imprevista, ci impose la dura realtà della competizione delle merci. La conseguenza non produrrà licenziamenti, parcheggia migliaia di lavoratori in Cig. Nessun impegno concreto al loro rientro. La nostra sterile solidarietà verso la loro difesa. La separazione divenne un peso cui liberarsi. Il sindacato, organizza gli occupati. I disoccupati lasciati senza strumento di lotta. La separazione fra occupati e disoccupati, preannuncia la sconfitta dell’intero movimento. Chi gestisce il potere, punta alla divisione. Sceglie le proprie controparti. Conosce perfettamente come addomesticarle.

Il disoccupato non ha strumento di rappresentanza democratica. La crisi porta la emersione delle contraddizioni storica dei limiti del movimento democratico. I disoccupati hanno il diritto di avere loro rappresentanti. Negare a questi soggetti, gli strumenti di rappresentanza e delitto. I disoccupati sono soggetti che pagano pesantemente l’incapacità di dare risposte alla crisi economica. I disoccupati sono le vittime della desertificazione industriale che ha impoverito economicamente e determinato l’arretramento culturale dell’intero Paese. Il suo declino inarrestabile è conseguenza dello scimmiottare politiche economiche, mai frutto di una autonoma  elaborazione, fatta sulla pelle dei disoccupati. La giornata di mobilitazione contro la precarietà e la disoccupazione vede aderire la sola Cgil.

La mobilitazione europea è contro le decisioni di austerity. Quella politica determina disoccupazione, cui la classe di potere si dimostra incapace di dare sbocco. Gli strumenti tradizionali non metteranno la sordina al disagio sociale. La politica dei mercanti ha dimenticato l’esistenza dei popoli. Le immagini delle contestazioni in Tv mostrate sotto le manganellate della polizia, sotto i lacrimogeni, vi sono i giovani delle scuole medie. Quei ragazzi protestano contro la disoccupazione strutturale imposta dalle politiche del potere.

La mobilitazione italiana è contro le politiche imposte da un governo detto “tecnico” che ha portato il debito pubblico a livello record. Il governo imposto dallo spread è allergico alle contestazioni, di piazza e al conflitto sociale, replica con la polizia. Nessun spazio per dialogo e confronto democratico. Il dissenso soppresso.

I ragazzi a cui hanno negato ogni futuro, negato il loro legittimo diritto alla rappresentanza, pestati, perché reclamano più democrazia,  più sapere, più soldi per la scuola pubblica. Gli studenti non sono i responsabili del degrado economico morale del Paese. Picchiare quei ragazzi è un crimine.

Gli studenti, con ragione sacrosante, si ribellano alla disoccupazione e alla precarietà. Reclamano giustamente il diritto al sapere. Lottano, con ragione, contro le politiche di impoverimento generale di un governo di oligarchi parassiti che risponde con le cariche della polizia. I manganellatori, unitamente al governo dei tecnici e al presidente della Repubblica di questo scalcinato Paese, tradiscono il patto Costituzionale. 

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