Il servizietto RAI

di Daniela Gaudenzi - 08/08/2009
Berlusconi: non dobbiamo e non possiamo più sopportare… l’unica TV al mondo che con i soldi pubblici attacca la maggioranza

L’ultima comparsata abusiva, con sorriso da Topo Gigio che la sa lunga, tra Putin ed Erdogan che siglavano l’accordo per il gasdotto, secondo le agenzie di stampa internazionali “ E’ il tipo di cosa che può causare un problema diplomatico ma siccome si trattava di Berlusconi ha fatto solo sorridere i due leader”. E’ solo l’ultimo episodio di infiltrazione di un signor nessuno che si mette in posa in mezzo ai protagonisti dell’evento per essere immortalato come motore primo dell’iniziativa, un super-Fantozzi di rango istituzionale che all’indomani nella conferenza stampa-monologo inserisce un ruolo fasullo tra i suoi meriti internazionali, mentre l’originale si limitava a richiamare sulla foto “rubata” lo sguardo indifferente della signorina Silvani. 

Purtroppo lo statista di levatura fantozziana si può permettere nella conferenza in cui magnifica i mirabolanti risultati del suo governo, tra cui va incluso il tentativo arrogante e maldestro della golden tax che ci ha fatto precipitare ulteriormente alla periferia dell’Europa, di silenziare i giornalisti del servizio pubblico che ancora non si sono adeguati in toto ai suoi parametri. Infatti ad una domanda a proposito del suo ruolo effettivo nell’accordo tra Russia e Turchia rivoltagli da un giornalista del TG 3 il Berlusconi, sedicente protagonista della scena internazionale ha subito ritrovato i toni mai sopiti da editto bulgaro ed ha risposto accusando chi stava cercando di fare il proprio lavoro di appartenere ad una testata che ha osato mettersi di traverso e contrastare l’operato del Governo.  

“Non dobbiamo e non possiamo più sopportare… l’unica TV al mondo che con i soldi pubblici attacca la maggioranza…..Deve essere rispettato il mandato ad esercitare il servizio pubblico…”. Per quanto riguarda la carta stampata l’unico appellativo per i giornalisti non appartenenti alla famiglia, in senso stretto od allargato, è sempre quello, “delinquenti”. 

La commistione penosa di debolezza ed irrilevanza internazionale con la protervia e la prevaricazione in patria contro gli ultimi argini ad una gestione del potere autoritaria e personalistica, sono palesemente una bomba ad orologeria di cui è più o meno incerta solo la data della deflagrazione e l’attacco senza freni, ancora una volta a quel che resta dell’informazione televisiva è in qualche modo anche una brutale risposta alle affermazioni della figlia Barbara a proposito del confine alquanto sfumato tra vita privata e pubblica per  un uomo politico.

Con questo intervento, una volta di più, ma in una situazione ulteriormente compromessa e deteriorata, il presidente del Consiglio ha ribaltato il rapporto pubblico-privato e ha ufficialmente rivendicato che il dovere di informare si deve ridurre all’esercizio supino della propaganda per il semplicissimo motivo che magnificare il capo significa rendere un buon servigio al paese.

Quindi chi “infanga” lui infanga il paese; chi scredita i risultati del Governo, scredita il paese; chi denuncia la morsa soffocante della criminalità organizzata e la collusione capillare con la politica offende l’Italia; chi pretende di denunciare il degrado morale ai vertici del Governo e delle istituzioni presta il fianco ai denigratori del nostro paese.

Cadere in una logica del genere, autoritaria, prevaricatrice ed autolesionista per l’Italia che si vorrebbe tutelare dalle presunte minacce esterne delle tante, troppe “perfide Albioni” significa solo accelerare il già avanzato processo di arretramento ed isolamento internazionale del nostro povero paese;  possiamo solo augurarci che le più alte cariche dello Stato ed i più elevati presidi istituzionali garanti della nostra Costituzione l’abbiano ben presente.

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