Imbavagliamo il barzellettiere

di Massimiliano Perna - ilmegafono.org - 10/10/2011
Tra barzellette e volgarità, in questa crisi che non è solo economica, si metta fine a questo scempio imbavagliando, con la mobilitazione, il barzellettiere di Arcore ed i suoi volgari lacchè

Crisi e disoccupazione sferrano morsi violenti sulla vita dei cittadini, il governo risponde con la cosiddetta legge bavaglio, con il carcere per i giornalisti che pubblicano il testo di intercettazioni irrilevanti ai fini processuali. La fame del popolo si sazia con gli interventi a favore della casta, la crisi economica si risolve con la giustizia: questo, in sintesi, il programma pensato da Berlusconi e dai suoi per tirar fuori l’Italia dalla palude in cui annaspa. Siamo ormai oltre la realtà, siamo finiti nel copione di un film drammatico, affidato ad un regista folle di cui non riusciamo a liberarci. Non è più questione di autoritarismo populista, di tentativi di regime, di libertà minacciate, l’Italia viaggia, come una pallina su un piano inclinato, verso il buio più profondo, non solo in ambito economico, ma anche culturale, morale, civile.

Il bavaglio è l’ennesima arma di distrazione di massa, l’ennesima trovata liberticida buttata lì per provocare una reazione, per ingabbiare il dibattito in un terreno lontano dai veri problemi del Paese. Non riusciranno mai ad imbavagliare la stampa, i blog, le testate on-line, non riusciranno mai a rendere concreta questa follia anacronistica, inattuabile, insensata. Il web, i giornalisti liberi, quelli che non rinunciano ad informare nemmeno davanti ai proiettili, alle auto incendiate, alle lettere minatorie, non si fermeranno mai, continueranno ad informare, a scrivere, a svelare. Se pensano che il carcere possa essere una minaccia per chi ama e sceglie un’idea di verità e di giustizia, sono davvero illusi. Ma l’obiettivo non è quello, non è fermare la stampa, ma indirizzare l’opinione pubblica verso temi precisi, scelti strategicamente.

Così, mentre a Barletta si muore di lavoro, di sfruttamento e di speculazioni, mentre precari, disoccupati, giovani, padri e madri di famiglia lottano ogni giorno per sopravvivere nel grigio di un nulla che partorisce ansia, angoscia, dolore, terrore, il nugolo di vermi che si agita strisciando sui banchi di governo punta a non rispondere e a distrarre per evitare che qualcuno glielo ricordi. E non si scaldino lor signori, che non ci sarà modo di farmi rettificare l’accostamento. La follia è al potere, incarnata da un Caligola rozzo e depravato, che solletica la pancia sudicia del maschilismo di cui sono dotati i suoi estimatori e centinaia di migliaia di italiani.

Berlusconi ha portato nelle istituzioni la turpe atmosfera e la volgare meschinità dei discorsi da bar, quei commenti appiccicosi sul genere femminile che ogni volta, personalmente, stimolano la mia voglia di dar cazzotti sul muso di questi animali da branco. Il problema è che adesso il Caimano ha rotto ogni argine, nemmeno si impegna a smentire, ma anzi insiste, sottolinea, ribadisce. Scherza come quegli anziani signori dalla moralità discutibile, che, non avendo altri argomenti, si concentrano sul loro chiodo fisso, sciorinando battute volgari che stimolano le risate grasse e truci dei compagni di merenda, i quali avvertono dal capobranco una sorta di legittimazione ad imitarlo, a non trattenersi più, a mandare al macero qualsiasi principio di buon senso.

Così, in occasioni pubbliche sentiamo Berlusconi stritolare il nostro stomaco con battute sul desiderio di dare un nome nuovo al proprio partito, che fa il paio con il contenuto di telefonate, in cui a capi di Stato come la Merkel vengono dedicati “graziosi complimenti”… Complimenti dello stesso tenore di quelli che un leghista ha riservato ad una parlamentare del Pd che chiedeva, legittimamente, di rispettare il Parlamento e dedicare il tempo alla gravità dei temi all’ordine del giorno. Insulti, epiteti indicibili, aggressioni: se sei donna i rappresentati del centrodestra ti assalgono, ti trattano come un oggetto privo di vita propria, come un corpo privo di cervello.

 Per gli eleganti signori seduti al governo e tra i banchi della maggioranza la donna non ha funzioni diverse da quelle di una escort. È l’unica funzione che le viene riconosciuta. E questa logica la stanno diffondendo in maniera impudica, tra la gente, tra il popolo e, cosa gravissima, tra i giovani. Questo è il modello che stanno offrendo. E allora è il caso che, tra barzellette e volgarità, in questa crisi che non è solo economica, si metta fine a questo scempio imbavagliando, con la mobilitazione, il barzellettiere di Arcore ed i suoi volgari lacchè.

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