Il 10 giugno 1940 l’Italia fascista dichiarò guerra agli Alleati ed entrò in un conflitto bellico devastante, che ridusse il paese in ginocchio, distrusse città e uccise fra militari e civili circa 500mila italiani.
Ieri 10 giugno 2010 la destra berlusconiana ha dichiarato guerra all’Italia democratica, alla libertà e alla decenza. Ieri siamo entrati in un regime di semilibertà, al quale dobbiamo ribellarci subito con forza, prima che faccia vittime e ci riduca in ginocchio.
Non si tratta solo del decreto contro le intercettazioni telefoniche: questo fa solo parte di un disegno più vasto e devastante, per zittire ogni opposizione e perfezionare quella dittatura di cui si vedono già benissimo le strutture portanti. Infatti non dobbiamo considerare solo il testo ripugnante di questa legge liberticida, ma collocarla in un contesto ancora più spaventoso, tenendo conto anche delle dichiarazioni demenziali del cavaliere contro la Costituzione, l’ennesima aggressione alla magistratura e alla informazione, nonché le minacce ( subito negate: sai che novità!) di far fallire la stessa Rai, non firmando il contratto di servizio, in qualità di ministro ad interim. Adesso è il momento di dire BASTA!!! Ora che possiamo ancora farlo: cosa si aspetta infatti a chiedere che quest’uomo dia le dimissioni? Il fatto che abbia vinto le elezioni ( e di stretta misura, ricordiamocelo! Non contiamo il bonus del premio di maggioranza!!) non gli dà il diritto di dire e fare quello che gli pare, trattando tutti come fossero stracci. Ma come si permette? Ma come glielo permettono??
Non dobbiamo tollerare oltre le sue volgarità, le sue aggressioni, i suoi insulti, non dobbiamo permettere che abbassi ulteriormente il livello morale, culturale ed economico del paese, distruggendo ogni valore e perfino il senso di rispetto e di civile convivenza fra i cittadini di questo paese. In questi anni non ha fatto che seminare odio, aizzando i cittadini gli uni contro gli altri, secondo il vecchio sistema del dìvide et impera. Non è mai stato all’altezza di rappresentare tutti i cittadini, come dovrebbe fare un presidente del consiglio, è riuscito solo ad essere il capo fazioso del suo partito.
Un personaggio così mai avrebbe dovuto arrivare a ricoprire quella carica, date le sue origini politiche e finanziarie oscure e inquietanti, i suoi amici imbarazzanti e la tessera della P2 in tasca. Un imprenditore in continuo conflitto di interessi, che si è comprato la maggior parte delle testate dei giornali del paese, perché – insieme alle sue televisioni – raccontassero al popolo bue le sue menzogne e lo dipingessero per quello che lui in realtà, per evidenti limiti, non potrà mai essere: un grande statista. Questo se lo racconta da sé, paragonandosi a Napoleone e perfino a Gesù e dichiarando di essere il più grande politico italiano degli ultimi 150 anni. Non si capisce perché davanti a sparate del genere, a questi deliri di onnipotenza, a queste autocelebrazioni selvagge e assolutamente immotivate, invece di dargli retta, o di stare zitti e abbozzare, nessuno gli abbia mai consigliato di andare da un buon analista. L’unica ad ammettere che l’uomo non è in sé, è stata sua moglie. Ma adesso la cosa non è più solo imbarazzante, ora sta diventando pericolosa ed è necessario agire con fermezza. E visto che sui politici non è il caso di contarci troppo, sarà il caso che ci rimbocchiamo tutti le maniche e cerchiamo, prima che faccia altri danni, di mandare via lui e la sua cricca corrotta e impresentabile. Prima che finiscano di mangiarci vivi e questa volta nel più assoluto silenzio stampa.