Il 12 e 13 giugno 2011 il corpo elettorale, in netta maggioranza, ha dato un segnale di forte autonomia e di voler riprendere nelle proprie mani i valori della Costituzione. E’ una presa di coscienza dell’opinione pubblica, è un segno di vitalità dei comitati e dei gruppi sorti spontaneamente e subito coordinati, pur senza togliere meriti a quei partiti che si sono attivati.
E la Costituzione è stato un binario limpido e indiscutibile. E’ stato così sconfessato un Parlamento, nato da una legge balorda, creatrice di maggioranze prone. Dopo aver aspettato, forse troppo tempo, l’opinione pubblica costituzionale si è risvegliata.
E’ indubbio infatti che:
- si è riaffermato il valore dell’art. 43 sulla possibilità del passaggio alla gestione pubblica dei “servizi pubblici essenziali” con “ preminente interesse generale”. La legge, testè abrogata, prevedeva il contrario (passaggio, del 40% almeno, al socio privato), per cui la sconfessione del legislatore è solenne;
- la tutela della salute (art.32) e dell’ambiente (art. 9) emerge chiaramente dalla definitiva rinuncia all’energia nucleare, e si indica anzi la strada opposta, quella della sicurezza energetica e della moderazione; l’asse antinucleare italo-tedesco potrebbe anche costituire una prospettiva virtuosa per l’Europa;
- infine la riaffermazione della pari dignità sociale e dell’uguaglianza del cittadino davanti alla legge (art. 3) è clamorosa. L’abrogazione di una legge che, sia pure a termine, consentiva un vasto privilegio a pochi uomini, sottraendoli al giudizio per reati comuni, segna il risveglio della coscienza popolare in tema di giustizia, che deve essere proprio uguale per tutti.
Non possiamo però cantare vittoria!
I guai non sono finiti e tutti i cittadini devono proseguire il loro impegno nei gruppi, nelle associazioni, nei comitati, nei partiti, per concorrere, come afferma la Costituzione, a determinare la politica nazionale.
Ci saranno colpi di coda, magari più subdoli, per tentare un ritorno degli interessi di pochi, e per ridurre lo spazio di libertà dei cittadini.
Si rinnovano già le voci sulle leggi bavaglio e sull’oscuramento delle indagini.
Ma ormai è chiaro che “la difesa della democrazia e della Costituzione è un compito che devono assumersi i cittadini” (Zagreberlsky) e in questa occasione lo hanno assunto.