La musica è finita, gli amici se ne vanno...

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 20/06/2011
Dopo le batoste elettorali il cavaliere è diventato ingombrante e imbarazzante anche per quelli che lui aveva scelto come suoi fidi e che infatti cominciano a prenderne le distanze. Anche la Lega a Pontida lancia il suo ultimatum

Quello che sta accadendo al cavaliere in questi ultimi tempi e dopo le legnate prese nelle ultime consultazioni elettorali, ricorda una bellissima canzone di Umberto Bindi che Ornella Vanoni cantava negli anni ’60 “ Ecco, la musica è finita, gli amici se ne vanno...” (anche lei ne sa qualcosa: candidata nelle liste della Moratti ha preso solo 36 voti...).

Prima di parlare dell’ultimatum della Lega a Pontida di ieri, forse è giusto ricordare quello che gli è arrivato da quelli che si sono definiti i “liberi servi di Berlusconi”, riuniti in una adunata organizzata da Ferrara subito dopo il risultato negativo alle amministrative e che in realtà ha mostrato il malcontento dei suoi pretoriani, che hanno cominciato a prendere le distanze da lui, fingendo di dargli dei suggerimenti un po’ tardivi. Eh sì, perché potevano dirglielo prima di non straparlare, di non citare continuamente il bunga bunga, di smetterla di raccontare barzellette stantie ( quella della mela al sapore di parti basse l’aveva già raccontata nel 1994, come ricorda Franca Rame nel suo blog) e soprattutto di finirla con gli attacchi alla magistratura. Glielo dicono adesso, che lui è a terra, meravigliandosi come ha fatto la Mussolini che quelli intorno a lui non gli diano buoni consigli. Ma chi è intorno a lui se non loro stessi? Mi riferisco a Feltri, Belpietro, Sallusti, la stessa Mussolini, la Santanchè, riuniti da Ferrara in quella adunata e che in quella occasione si sono lavati la bocca (era ora, dopo tante leccate) e hanno detto delle cose del cavaliere – ridicolmente presente solo in effigie – che nemmeno quelli di Lotta Continua avrebbero osato proferire, affermare o sostenere. Quello che veramente pensano di lui è venuto fuori nitidamente, anche senza bisogno delle intercettazioni telefoniche sugli sfoghi di Briatore e della Santanchè.

Il cadavere comincia a puzzare – per dirla volgarmente – e tutti prendono il largo.

E adesso ci pensa la Lega ad assestare altri colpi pericolosi. Infatti Bossi a Pontida ha posto alcune condizioni per continuare a fare il “leale alleato” e tutte di impossibile realizzazione. Infatti, per esempio, ha detto che o si portano al nord 4 ministeri ( fra cui quelli dell’Industria e degli Interni) o la Lega stacca la spina. Ora, è evidente che i ministeri non si possono spostare così su due piedi da nessuna parte! E non solo perché si dovrebbero spostare al nord migliaia di famiglie degli impiegati in questi Ministeri (una follia!), ma anche perché sarebbe un atto assolutamente anticostituzionale e già Alemanno e la Polverini, un minuto dopo il pronunciamento di Bossi, hanno minacciato rappresaglie e raccolte di firme. Alemanno infatti ha detto: “Ci vuole una prima forte verifica parlamentare su questa situazione, perchè personalmente non sono più disposto a considerare gli appelli della Lega delle buffonate: la richiesta comincia a essere troppo oltre i limiti costituzionali” e ha sottolineato che si è di fronte ad un vero e proprio ultimatum, ma che “ ... di fronte a questo ultimatum non dobbiamo chinare la testa, ma dobbiamo andare al confronto duro, non solo sui ministeri, ma su tutto”. Anche perché continuando ad assecondare le sue richieste “...il governo diventa a trazione leghista.” Beh, del resto è così, ed è una cosa che ormai a troppi nel PdL non va giù affatto. A confermarlo implicitamente è lo stesso Bossi, quando ha affermato col suo solito bon ton “Sui ministeri Berlusconi aveva già firmato il documento poi si è cagato sotto”.

Secondo punto imprescindibile chiesto dalla Lega: la fine della guerra in Libia, troppo costosa e pericolosa per il flusso di migranti nel nostro territorio nazionale. Altra richiesta impossibile da soddisfare, anche perché la fine della guerra non dipende certo dall’Italia, ma dalla NATO. E ci sono accordi precisi presi a livello internazionale a cui il nostro paese non può sottrarsi.

Terzo punto: la riduzione delle tasse. E questo fa registrare il primo scontro imprevisto: quello della Lega col ministro Tremonti. Ma abbassare le tasse non dipende solo da Tremonti. La situazione è infatti complicata dal cosiddetto “patto di stabilità” che non consente ai comuni che hanno soldi di poterli spendere. Come mai? E cos’è questo patto demenziale? Il concetto di Patto di Stabilità e crescita nasce con il Trattato di Maastricht che impone ai paesi che partecipano alla Unione monetaria di mantenere un rapporto deficit/PIL al di sotto del 3%.

Vuol dire che il debito di un paese si stabilisce nel rapporto fra spesa pubblica e crescita del PIL, così visto che non si riusciva a far crescere il PIL allora si è fermata indiscriminatamente la spesa. Ma così facendo si è fermata anche l’economia e così facendo i debiti del paese possono solo aumentare a tutti i livelli, col rischio che il sistema collassi e si finisca in bancarotta. Altro che la Grecia!!

La cosa, come si vede, è molto complessa e in questo casino dei conti pubblici chiedere di abbassare le tasse sembra un po’ difficile, anche se è vero che i soldi si potrebbero trovare non solo salassando i contribuenti, ma diminuendo le spese inutili ( e quelle della guerra in Libia per prime, dice la Lega). Ma un governo che butta 300 milioni solo per cercare di far fallire i referendum, non accorpandoli alle amministrative, non è certo l’interlocutore adatto a limitare le spese inutili!! Soprattutto con tutte le cricche da foraggiare.

Insomma le richieste della Lega non possono essere accolte ed esaudite subito. Soprattutto sulla questione dello spostamento dei Ministeri si profila una frattura gravissima anche dentro il PdL. E apposta lo ha chiesto la Lega, scaricando all’alleato la patata bollente e lasciandogli la mossa finale e decisiva dello strappo, così non apparirà come la colpevole di tradimento. Però questa estrema cautela mostra anche l’attuale debolezza e disorientamento della Lega, coi suoi interni mal di pancia, e anche il tramonto di Bossi. Un Bossi sotto tono, che continua a cercare di non rompere apertamente con Berlusconi, mentre il popolo della Lega anche a Pontida ha detto chiaramente che di Berlusconi non ne vuole più sapere. Non solo, ha anche indicato in Maroni il nuovo presidente del consiglio. E questo la dice lunga sulla disaffezione verso Bossi, che viene perfino fischiato.

E così il cavaliere non è il solo a correre il rischio di venir mollato e di finire solo... Beh, lui solo solo non sarà mai: ci saranno sempre un po’ di ragazzotte intorno, finchè gli durano i soldi. O finchè riuscirà ad evitare i processi e le loro conseguenze ... non è comunque un futuro invidiabile, quello che ha di fronte, a meno di colpi di scena imprevedibili.

Non che ci preoccupi o ci interessi: noi vogliamo solo che se ne vada, portandosi dietro tutti i suoi: lo abbiamo già detto mille volte e lo ripeteremo instancabilmente finchè non se ne saranno andati via tutti. Così come Catone il Censore diceva continuamente Carthago delenda est, noi diremo sempre “Il cavaliere e il suo governo vanno cacciati”. Deve essere la nostra prima priorità. Solo dopo potremo voltare pagina e cambiare le sorti del nostro paese.

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