L'ora X e la liberazione autentica

di Daniela Gaudenzi - Liberacittadinanza - 08/11/2011
Adesso, se Dio vuole, o la nemesi, o incredibilmente i mercati, l'ora di B. è ormai arrivata e la sua uscita di scena per la defezione di cortigiani e starlet sarà tanto grigia e ingloriosa quanto fu fulminea e roboante la sua discesa in campo

Forse è arrivato il tempo di porci qualcuna delle domande fondamentali, quelle più scontate, più ovvie, più normali per chi ci guarda dalla giusta distanza. Ma purtroppo e nonostante tutto quello di quasi indicibile a cui assistiamo ogni giorno, scandito puntualmente da avanti e indietro, defezioni di fedelissimi e “contatti” con gli scontenti, conteggi per la sopravvivenza che includono anche un onorevole agli arresti domiciliari, in Italia le domande fondamentali rimangono ancora un tabù.

La più scontata è sempre quella: ma come è potuto accadere? E quella connessa è ancora più banale: e se ce lo togliamo di torno tra un giorno, una settimana o nella peggiore delle ipotesi entro Natale, il paese sarà miracolosamente deberlusconizzato, la politica e le istituzioni risanate, la coscienza civile ed il senso dello stato rifondati?

La nostra situazione è talmente “confusa” e paradossale che nemmeno le agenzie di scommesse britanniche che accettano scommesse su qualsiasi situazione corrono il rischio di investire su di noi e sull’uscita di scena di Berlusconi auspicata, invocata, preannunciata da tutta l’informazione internazionale e soprattutto additata come la precondizione minima per risalire. Il NYT ha scritto senza mezzi termini che “senza una svolta politica l’Italia è peggio della Grecia” e la preoccupazione negli Usa per gli effetti del prolungarsi della situazione di immobilismo italiano sull’Europa cresce di giorno in giorno. 

Se ce ne fosse stato ancora bisogno le reazioni dei mercati all’annuncio abbastanza sospetto delle dimissioni ad horas fatto filtrare da Giuliano Ferrara hanno reso in modo plastico che la fine politica di Berlusconi è ossigeno in primo luogo per i conti pubblici e per l’economia dell’Italia.

Ogni ora di sopravvivenza di questa macabra parodia di Governo ci costerà un prezzo spropositato per recuperare credibilità, dignità, rispetto, considerazione in ogni ambito europeo ed internazionale, mentre il nostro rappresentante nel mondo va dicendo che gli ispettori della BCE e del FMI che si apprestano a venire in Italia per controllare i nostri conti de visu li ha invitati lui e può mandarli indietro quando vuole.

E’ fin troppo evidente che un personaggio del genere anche se userà come da copione consolidato tutto il tempo che gli resta, secondo per secondo, di qui al voto di fiducia sul maxiemendamento della prossima settimana per una campagna di fuoco e concretamente persuasiva nei confronti dei “traditori”, è arrivato oltre il capolinea e non potrà nuocere ancora a lungo al paese.

Come ha osservato Rosy Bindi facendo un’affermazione quasi ovvia, ma che nel suo partito non tutti sottoscriverebbero per non essere naturalmente tacciati di antiberlusconismo viscerale e un po’ datato, mai è stato dato vedere un presidente del consiglio animato da tanta malevolenza nei confronti del suo paese.

Ma si potrebbe aggiungere, mai si era visto prima, nel consesso dei paesi democratici e fondati sullo stato di diritto, qualcuno diventare presidente del consiglio per difendere la roba ed evitare la galera. E mai si era visto qualcuno che creasse in pochi mesi e con “oscure fortune” un partito-azienda personale con un cofondatore al momento condannato in appello per mafia. E tantomeno si era visto che grazie, in primis, al controllo dell’informazione e ad un conflitto di interessi di dimensioni stratosferiche ignorato dall’opposizione anche quando è stata maggioranza, quel tale signore ridanciano e barzellettiere occupasse lo scranno del Governo quasi ininterrottamente per diciassette anni.

Adesso, se Dio vuole, o la nemesi, o incredibilmente i mercati, la sua ora è ormai arrivata e la sua uscita di scena per la defezione di cortigiani e starlet sarà tanto grigia e ingloriosa quanto fu fulminea e roboante la sua discesa in campo con tanto di plauso imprenditoriale e finanziario.

Per tutti quelli che come noi lo hanno capito, e non ci voleva molto, smascherato ed avversato con ogni mezzo democratico fin dalla prima ora è vicina la liberazione e la legittima esultanza. Ma se quelle banali domande non saranno elemento di riflessione e, perché no, di autocritica per molti, per i troppi che l’hanno subito e spesso assecondato per rendersi la vita, diciamo così, più semplice, allora il cambiamento sarà solo apparente. E ritrovarci il berlusconismo senza Berlusconi non sarà di grande consolazione.

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