Orgoglio e pregiudizi

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 01/07/2009
Tanti anni di lotte femminili vanificate da velinopoli?

Dagli squallidi scandali che hanno travolto il presidente del consiglio, si evince che il premio per certe prestazioni oggi è una carriera in politica.
La signora D’Addario l’ha detto chiaramente: le avevano promesso una candidatura sicura alle europee, invece l’hanno candidata alle comunali di Bari e non è stata nemmeno eletta. E lei ha denunciato il cavaliere per insolvenza. Ma non solo: anche Noemi Letizia ha detto nella stracitata intervista che non sa se in futuro avrà un contratto nel mondo dello spettacolo o una candidatura politica: per lei è indifferente, va bene quello che sceglie “papi” Silvio per lei.
“Ma non volevate le quote rosa?”  - risponde irridendo a chi protesta per l’uso improprio delle candidature politiche, il barzellettiere di stato - e io ve le do: cosa c’è da protestare.
Certo: perché protestare. Perché militare per anni in un partito o in un movimento, perché conquistarsi uno spazio di credibilità politica, perché fare qualcosa per il proprio paese, quando c’è una strada molto più semplice e comoda: una antica strada, una triste e degradante strada. Solo che una volta chi la percorreva finiva al più nel mondo dello spettacolo, durava una stagione e poi tornava da dove era venuta. Ma adesso le cose sono cambiate: ora le spese di un capriccio, di una notte, di qualche servizio molto “personale”, sono a carico dei cittadini: saremo noi a pagare gli stipendi di queste donne, che oltretutto siederanno in parlamento. Ma tanto, potrebbe dire qualcuno, ormai il parlamento non rappresenta più i cittadini, che non possono nemmeno eleggersi i propri rappresentanti, grazie a una “porcata” di legge elettorale, che nessuno, nemmeno il Centro Sinistra ha voluto cambiare.
La filosofia politica del cavaliere è esattamente l’opposto di quella di J.F. Kennedy: il presidente americano diceva “non chiediamoci cosa il nostro Paese può fare per noi, ma cosa noi possiamo fare per il nostro Paese.” Questo presidente italiano si chiede cosa ancora può dargli il nostro paese, cosa può ancora spremergli e chi se ne frega di tutti gli altri.
Questo è lo specchio di un regime marcio e corrotto, ma la colpa non è solo del cavaliere. Eh no, magari lo fosse. I prepotenti esistono perché qualcuno gli permette di esserlo. I corruttori esistono perché c’è chi si fa corrompere. E se non c’è una legge sul conflitto di interessi è perché D’Alema, dopo aver liquidato Prodi, non l’ha fatta e nemmeno l’ha fatta il governo Prodi bis. L’acquiescenza a Berlusconi di quello che dovrebbe essere il Centro Sinistra, cioè il suo naturale oppositore, è il motivo che ci ha fatto perdere le elezioni, ma la casta non lo capisce, non vuole capirlo. Perché anche lei si pone solo la domanda “Cosa può darmi ancora questo paese?”
 C’è una destra dilagante becera e razzista, perché non c’è più una sinistra che la argini. E la destra questo pensa delle donne e ha sempre pensato: sono buone per andarci a letto. Si possono manovrare, ubbidiscono come cani ammaestrati alla voce del padrone e se si ribellano si picchiano, così imparano chi comanda. Oppure: le compri con un braccialetto, tanto non hanno testa, ma si possono usare per occupare le poltrone, come fossero cappelli.
Non è una coincidenza che i casi di stupro si siano moltiplicati in modo esponenziale, in questi ultimi tempi. E’ un segno di disprezzo e di riaffermazione del potere da parte di maschi senza cultura. Non è un caso che sia stata fatta una legge come la 40, sulla procreazione assistita. Non è un caso che un papa retrogrado e misogino chieda una revisione della legge sull’aborto. Ogni conquista femminile viene rimessa in discussione e vengono offerti nelle televisioni del cavaliere dei modelli femminili che  esaltano la subalternità, la sottomissione, la stupidità e l’insipienza di bambolone rifatte, di “Barbie” di carne. Modelli e messaggi chiaramente insultanti e razzisti. E questo è un paese già tendenzialmente razzista e misogino: non è un caso, infatti, che il tasso di occupazione femminile sia intorno al 46 %, anche se il numero delle donne laureate è del 57%, cioè di gran lunga superiore a quello degli uomini. Per non parlare del versante politico: l’Italia è al 50 posto nel mondo per la presenza femminile in Parlamento.
Poche infatti le donne: una media di 1 su 5 eletti e purtroppo dobbiamo anche chiederci: e quelle poche sono state scelte come? Con criteri che certamente non fanno onore al genere femminile – come dicevamo prima – soprattutto nella destra: attricette, veline, bellocce, mogli, figlie e consanguinee varie sono in gran numero nello sparuto battaglione rosa: alle ultime elezioni politiche il PdL ha messo 52  deputate su 272 e al senato solo 11 su 141, compresa la moglie di Emilio Fede! Per non parlare delle europee, in cui il PdL ha messo solo 9 donne su 29 eletti e fra queste c’è  Elisabetta Gardini, già bocciata alle politiche, ricordata come parlamentare solo perchè protestò contro il fatto che il transgender Vladimir Luxuria usava il bagno delle signore; la cantante Iva Zanicchi, nonchè presentatrice del gioco “Ok, il prezzo è giusto” su Mediaset, che per sua stessa ammissione non capisce niente di politica e tre ragazze indicate da Berlusconi e sulle cui modalità di scelta la moglie del cavaliere ebbe tanto da ridire. Alleluja.

Le quote rosa? In questo paese? Con questa legge elettorale e con il modo in cui i partiti fanno le liste? Ma siamo matti?? In modo che così diventi anche legittimo schiaffare in lista figlie, mogli, protette, amanti e qualsiasi creatura che abbia le tette e si lasci manovrare? No grazie. Non abbiamo bisogno di persone così, perché non solo non rappresentano le altre donne, ma nemmeno sé stesse: tutt’al più gli uomini che le hanno “collocate” come si posizionano le pedine su una scacchiera. Di femmine così non abbiamo nessun bisogno: il nostro passato ne è pieno. Sono quelle che ci fanno tornare indietro, che vanificano ogni nostro sforzo, che sviliscono il nostro genere, che rinverdiscono tutti i luoghi comuni  vergognosi che ci hanno sempre penalizzato.
Dobbiamo stare molto attente, amiche mie. Perché visto l’andazzo, un domani qualsiasi donna che si candidi può far sorgere il sospetto che sia lì, in quella lista, non per meriti suoi, per il suo vissuto, perché ha qualcosa da dire, ma solo perché è parente di qualcuno o è passata per qualche letto. E questo proprio non dobbiamo permettere che succeda.
E’ stato un percorso così doloroso, così lungo e difficile quello delle donne e non solo di questo paese, per conquistarsi uno spazio, un ruolo, una dignità e il rispetto del mondo, che vedere tutto svilito così è davvero insopportabile. Eppure devono sempre dimostrare di essere le migliori se si presentano ad un concorso, agli uomini basta essere maschi. Hanno salari più bassi dei loro colleghi di sesso maschile, pur facendo il loro stesso lavoro, e poi tornano a casa e lavorano anche lì. Ricordiamoci quello che dicono con ironica amarezza le femministe inglesi: “Ginger Rogers ballava come Fred Astaire. Ma lo faceva sui tacchi”. Cioè: alle donne tocca sempre un handicap in più. A quelle naturalmente che hanno rispetto di sé e non sono raccomandate.
Pezzo a pezzo, con sangue, sudore e lacrime, siamo arrivate a parlare di parità di genere. Siamo ancora – almeno qui in Italia – a livello di speci protette, ma abbiamo fatto un bel cammino. E adesso la chiesa per un verso e la destra per un altro ci stanno trascinando indietro. Se le donne che hanno tanto combattuto e sofferto per affermare i principi di uguaglianza fra i generi potessero vederlo, ne sarebbero sconvolte.
Noi dobbiamo pensare a queste donne e fare in modo che per le nostre figlie e nipoti la vita sia diversa. Sia come quella che noi negli anni 70 abbiamo disegnato e cominciato a percorrere.
Dietro e dentro di noi ci sono tante donne intelligenti, coraggiose e piene di ideali e di sogni. Le donne cinesi di Hunan, che 2500 anni fa - escluse dalla cultura, impedito loro di imparare a leggere e a scrivere - si inventarono per comunicare fra loro una scrittura che chiamarono “Nu Shu”di ben 1800 caratteri e che era sconosciuta ai maschi. In questa elegante scrittura romboidale- oggi insegnata in alcune scuole e oggetto di numerosi studi - scrivevano lunghe lettere alle sorelle, alle madri, alle amiche e poesie strazianti sulla disperazione della loro condizione di subalternità. Donne dai piedi martoriati dai bendaggi che li deformavano, donne umiliate e asservite, che si vedevano spesso sopprimere le figlie femmine, ma spiriti liberi e indomiti, che sapevano reagire alla loro condizione, attraverso l’intelligenza e la fantasia.

codice nushu
 esempio di scrittura nu-shu

Dietro e dentro di noi c’è la filosofa Diotima che insegnò a Socrate la teoria dell’amore, ma che non è nemmeno ricordata nei manuali di storia della filosofia che si studiano a scuola. Dentro di noi c’è la neoplatonica Ipazia, c’è Aspasia, ricordata non per il suo cervello filosofico, ma per il fatto che era la donna di Pericle. Dentro di noi c’è Trotula de Ruggiero, dottore nella Scuola Medica Salernitana, che intorno al 1050 fu autrice di trattati di medicina che mostrano le sue eccezionali conoscenze nei campi della dermatologia, della ginecologia e dell’ostetricia. Le sue teorie precorsero i tempi quanto ai temi della prevenzione e dell'igiene. Dentro di noi c’è Olympe de Gourges, decapitata dagli stessi compagni con cui aveva partecipato alla rivoluzione francese, perché rea di aver scritto una Carta dei diritti delle donne, il cui primo articolo diceva; “La donna nasce libera e ha gli stessi diritti dell’uomo …”
Dentro ciascuna di noi ci sono poetesse, scienziate, filosofe, pittrici, fotografe e donne politiche, ma anche donne qualsiasi, che avevano rispetto di sé. Donne che hanno fatto onore al loro genere, che si sono ribellate alla propria subalternità e hanno dato libero sfogo alla propria intelligenza e creatività. Non permettiamo che nessuno ci riporti indietro a un ruolo di umiliante gregarietà. Reagiamo al degrado morale che intacca la nostra immagine di persone pensanti. Dedichiamo quanto prima una giornata a una manifestazione in difesa delle nostre conquiste sociali e politiche. Ribadiamo che siamo persone, che siamo donne e non solo femmine.

Tutto ciò che è stato scritto dagli uomini sulle donne deve essere ritenuto sospetto, dal momento che essi sono ad un tempo giudici e parti in causa. (E.Kant)

Barbara Fois

 

Kabul



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