Osama è morto, w Obama

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 03/05/2011
Se qualcuno pensa che la morte di Bin Laden significhi la fine del terrorismo islamico, si sbaglia e di grosso. E’ prevedibile invece che la situazione peggiori ancora

E così Osama Bin Laden è morto. Un’altra volta. Perché tante volte in questi ultimi anni è stato dato per morto. E anche stavolta i dubbi sono tanti. Il fatto che circoli sul web una finta foto della faccia stravolta del morto non è un punto a favore di questa notizia. E il fatto che il suo corpo sia stato buttato in mare nemmeno. Anzi, se si voleva proprio irritare Al Qaeda non si poteva far meglio: non solo il corpo non è stato preparato dai suoi familiari, ma non è stato inumato e rivolto verso La Mecca, come vuole la loro religione. Ma perché far girare foto false, ma soprattutto nascondere il corpo? Ci sembra una ingenuità imperdonabile. Non si voleva che la sua tomba diventasse meta di pellegrinaggio, è stato detto. E probabilmente nessun paese avrebbe voluto accogliere la sua tomba, ma buttarlo in mare, farlo sparire per sempre è il modo migliore per renderlo eterno, per creare leggende, per farne un mito e proprio quando ormai di lui non si parlava più da un pezzo!

Abbiamo troppo rispetto di Obama per pensare che questa morte tardiva sia una mossa molto utile in un momento come questo, a un passo dalle elezioni e con il gradimento su di lui in assoluto ribasso. E dopo che le elezione di medio termine sono andate così male. Però un pensiero così irriverente non può non affacciarsi, perché i termini del blitz che ha portato all’uccisione di Bin Laden sono incerti, contraddittori e raccontati in modo poco chiaro.

Questa storia non ci piace. E non ci è piaciuta la gioia bestiale degli americani urlanti e danzanti nelle piazze, che ci ha mostrato la TV. Una immagine feroce di indecente immaturità. I nemici morti vanno comunque rispettati e non si festeggia mai la morte di nessuno. Soprattutto se sulla tragedia delle twin towers che sarebbe alla base di queste manifestazioni di odio e di vendetta – restano ancora tante ombre.

Non vogliamo entrare qui nelle spire fra teorie complottistiche e non ( a cui peraltro gli americani ci hanno abituato, già dai tempi della “pallottola flipper” che uccise Kennedy), ma certo è curioso che davanti a quella tragedia invece di stare tutti uniti, subito cominciarono a circolare voci tanto dissenzienti, sia su chi ci fosse realmente dietro l’attacco, sia sulle modalità dei crolli delle torri.

In ogni caso quei festanti ragazzotti a stelle e strisce se credono che tutto sia finito, si sbagliano e di molto. Il fatto che Bin Laden sia morto, non vuol dire che le ragioni del terrorismo siano scomparse.

Basta guardare ai focolai di guerra sparsi dappertutto e accesi proprio con la scusa di stanarlo. E basta vedere quale sia ancora la situazione vergognosa e universalmente ignorata dai potenti del mondo del popolo palestinese. Quello è un nodo che deve essere sciolto, o il terrorismo non finirà mai. E’ una ferita infetta che va sanata al più presto. Non basta aver ucciso Bin Laden: lui sarà subito sostituito da un altro capo, che aggiungerà vendetta a vendetta, fercia a ferocia, sono le ragioni del terrorismo che vanno capite e risolte, cominciando a fare un minimo di autocritica. In questo tipo di scontri infatti non c’è mai nessuno che vince, c’è solo chi perde di meno.

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