Primarie, falsa democrazia

di Carmine Cocorocchio - 08/10/2012
Le primarie sono uno strumento di partecipazione mutuato dagli Usa. In quella democrazia la sovranità è espressa da una classe elitaria che ha una partecipazione di popolo minoritaria

La giovane democrazia italiana, nata dalla Resistenza antifascista, poggiava sui grandi partiti di massa del dopo guerra. In quei partiti le linee guida erano dibattute nei congressi. Le assemblee congressuali eleggevano organi dirigenti.

L’Italia è repubblica parlamentare in cui i rappresentanti del popolo voluti dai nostri costituenti, sono eletti con il sistema proporzionale. Il nostro sistema delega ai partiti lo strumento di formazione e selezione della classe politica. Per i nostri costituenti il partito è lo strumento di elaborazione essenziale al funzionamento della democrazia.

L’errore del sistema è di non aver previsto per i partiti obblighi alla trasparenza. Il limite gravissimo, dirompente. La caduta di partecipazione ha trasformato i partiti in organi malavitosi al servizio del sistema di potere. La trasparenza dei partiti è questione nodale.

Il parlamento non legifera su questo specifico tema perché inquinato. Lo scandaloso parlamento italiano è dominato da falsi rappresentanti del popolo nominati dal malavitoso impunito padrone del partito personale. Lo scandalo planetario banalizzato da una opposizione incapace di diventare protagonista di lotte di popolo alla riconquista della democrazia.

Tutto questo è avvenuto perché maggioranza e opposizione autoreferenziali convergevano nella difesa del sistema di potere. La democrazia è alternanza. Il sistema di potere illegittimo, ha visto non alternanza ma convergenza. Quello che è avvenuto e avviene in Italia, non avviene in nessuna parte del mondo.

Dire che l’Italia è una Repubblica democratica è una bestemmia. Il degrado coinvolge direttamente le istituzioni dello Stato. La palude istituzionale rende non facilmente individuabile lo Stato Costituzionale, dall’antistato responsabile del degrado democratico economico sociale culturale.

Senza la soluzione a questi vitali problemi la nostra resta una falsa democrazia. Senza la soluzione dei problemi istituzionali, il nostro paese resta invischiato nella palude che mai porterà alla soluzione i problemi del paese. Le primarie sono un palliativo che buttano fumo negli occhi della pubblica opinione.

Occorre subito dire che le primarie cozzano con la nostra Costituzione. L’Italia resta una repubblica parlamentare. Nella nostra Costituzione il capo del governo viene nominato dal capo dello Stato. Dire che le primarie il popolo indica il capo del governo è una forzatura alle prerogative del capo dello Stato. Cambiare la Costituzione non è un tabù. Cambiarla senza dire di farlo è ipocrisia di una classe dirigente che non ha il coraggio delle proprie scelte.

Indicare nelle primarie il capo del governo è una puttanata. Quella indicazione non risolve i problemi in cui annaspa il paese. Quei problemi non sono e non possono essere oggetto di primarie. Il cittadino che partecipa alle primarie non sceglie le linee programmatiche del governo. Quelle linee dovrebbero essere oggetto di dibattito ed elaborazione nei congressi di partito.

Le primarie non sono un congresso di partito. Sono i congressi il luogo in cui i partiti elaborano le risposte ai problemi che angustiano il paese. Come s’intende ridurre il debito pubblico? Patrimoniale si o no? L’articolo 18 sarà ripristinato nell’antica versione? Quale democrazia di fabbrica? Quale proposta sull’occupazione? Quale progetto di sviluppo? Quale progetto industriale? Gli esodati? La tassazione sul lavoro? Con ridistribuire equamente la ricchezza? Scuola e qualificazione professionale? Come modernizzare lo Stato? Quale Stato sociale? Quale Europa?

I candidati alle primarie sventolano le loro personali posizioni. La loro è rappresentanza di interessi di gruppi. Il governo del paese è cosa diversa. Il capo del governo è cosa diversa che indicare il candidato al sindaco. Il capo del governo non è un amministratore. La nomina del capo del governo è prerogativa del Presidente della repubblica.  Chi si candida al governo del paese deve portare un progetto che non è frutto della sua elaborazione personale. Quel progetto deve dare una speranza ad un paese in agonia. Il progetto non può non essere elaborato dal partito.

Se quel progetto avrà una maggioranza vera nel parlamento vuol dire che è condiviso dal paese. Non mi sembra che le primarie siano tutto questo. Le percentuali ricevute dai candidati alle primarie, non si tradurranno in candidati del parlamento. Le percentuali avute nelle primarie non si tradurranno in seggi negli organi dirigenti del partito. Le primarie sono aria fritta. Il confronto con il popolo sono impegni sterili, che mai potranno tradursi in fatti. Le primarie distraggono l’opinione pubblica.

“Il programma di Prodi è scritto sulla carta igienica”: la dichiarazione era del senatore della repubblica appartenente alla maggioranza di quel governo. Oggi quell’ex senatore pontifica come editorialista del corriere della sera. Abbiamo eletto senatore chi riteneva il vincolo del programma scritto sulla carta igienica. Sic! Si ripropongono i medesimi errori.

Dalle prime dichiarazioni dei candidati leggo linee politiche inconciliabili. La ricetta Marchionne è inconciliabile con il diritti Universali difesi dalla  Fiom. Le due posizioni non potranno mai diventare sintesi. Un governo che mette al centro il lavoro non può rappresentare gli interessi dei nemici del lavoro.

 

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