SIG. DELLA VALLE E' TEMPO CHE CIASCUNO FACCIA BENE IL SUO MESTIERE

di Claudio Gandolfi - clgand@libero.it - 04/10/2011
Lettera aperta a Diego Della Valle

Sig. Della Valle,
come cittadino del suo appello a pagamento voglio dare una lettura positiva e non leggervi invece un messaggio qualunquistico; lo interpreto quindi come un invito rivolto a tutti, lei compreso, di limitarsi a fare bene il proprio mestiere.
Le faccia notare, infatti, che quello che lei dice a proposito della maggior parte dei politici, la si potrebbe dire anche dei suoi colleghi industriali, molti dei quali in questi anni di globalizzazione hanno mostrato un "agire attento solo ai piccoli o grandi interessi personali, trascurando gli interessi del Paese".
Molti di loro, per resistere alla crisi e alla concorrenza, hanno preferito scaricare le conseguenze sui propri dipendenti, chiudendo fabbriche e trasferendo la produzione in altri paesi, dove la manodopera costa meno, dove il sindacato non rompe le scatole e dove soprattutto diritti e dignità delle persone sul lavoro sono ancora una chimera; altri, anziché puntare su ricerca e qualità dei prodotti hanno precarizzato il lavoro e ora, non contenti, chiedono ulteriori sacrifici al lavoro dipendente con l'assurda pretesa di posticipare la pensione "sine die".
Prima di criticare gli altri per le loro presunte incapacità sarebbe più onesto e leale guardare a se stessi, ragionando su limiti, difetti e privilegi della propria casta, non limitandosi ad una generica critica rivolta a quella "parte del mondo economico del Paese che ha le sue gravi responsabilità della condizione in cui ci troviamo ora". La mia sarà l'idea, l'illusione di un ingenuo sognatore, ma per salvare il nostro Paese forse basterebbe - appunto come dicevo in premessa - che ciascuno facesse bene, con impegno, serietà e onestà il mestiere che ha scelto; senza invece continuare a criticare quello che fanno gli altri, spesso per coprire le proprie incapacità. Io per parte mia ho scelto il "mestiere di cittadino" e continuerò a farlo - questo sì - "sine die" perché l'esercizio diretto della democrazia non può andare in pensione, ma va rinnovato con costanza ed ostinazione giorno dopo giorno; è l'unico anticorpo per evitare il potere delle caste o peggio ancora dell'uomo solo al comando.

29 aprile 2013

Costruiamo l'alternativa al governo Berlusconi

Giorgio Cremaschi-www.micromega.net
13 marzo 2014

Quello che non c'è

Francesco Baicchi
30 aprile 2013

La coerenza

Francesco Baicchi